La strategia europea sulla plastica proposta dalla Commissione europea, da gestire all’insegna di sinergia e circolarità, era il tema centrale al Congresso d’Autunno 2018 di Giflex.

Giflex (Gruppo Italiano Imballaggio Flessibile) ha tenuto il suo congresso in ottobre a Barcellona, con entusiastico riscontro e prospettive stimolanti. Sul palco i rappresentanti dell’industria nazionale ed europea, ONG ambientaliste, con relatori che hanno trattato il tema di maggiore attualità del 2018: la strategia europea sulla plastica, che sta riscuotendo grande attenzione presso l’opinione pubblica dei Paesi europei.

Il Coordinatore del Comitato Marketing di Giflex, Gustavo De Ponti, ha elencato le attività del gruppo di lavoro Marketing e Sostenibilità – da quest’anno insieme in un unico Comitato – seguito dalla relazione di Marc Malagelada, Co-fondatore di Insiteout che ha spiegato le aspettative dei clienti della grande distribuzione secondo l’esperienza della sua società di gestione delle vendite online.

Sostenibilità e mercato

La seconda giornata è iniziata con gli interventi delle due associazioni ambientaliste del Congresso. La prima, Waste Free Oceans , si occupa della raccolta dei rifiuti plastici negli oceani e della loro trasformazione in nuovi oggetti, come illustrato dal suo fondatore Bernard Merkx « Il marine littering – i rifiuti marini – è un problema.» [ne abbiamo parlato in un precedente articolo – ndr].

Dopo il saluto istituzionale del Presidente di EFE (Embalaje Flexible de España) José María Santiago, il Presidente di Giflex Michele Guala ha illustrato, come consuetudine, un aggiornamento sui numeri e le attività del comparto dell’ultimo anno, mostrando un valore del mercato globale pari a 86 miliardi di dollari, in crescita del 4,5% rispetto al 2016, e un proseguimento del trend positivo che porterà le vendite a 107 miliardi nel 2022.

Plastic strategy

Il Presidente ha quindi introdotto il tema principale del Congresso, la Plastic strategy, sottolineando come questi siano «anni decisivi per le aziende associate», e come queste debbano iniziare già da subito ad adeguarsi e gestire le proposte europee che diventeranno presto realtà.
Riciclo e limitazione delle plastiche monouso rappresentano le sfide principali per i prossimi anni: il settore sta già rispondendo concretamente con l’ambizioso Progetto Ceflex, iniziativa europea con l’obiettivo di migliorare le performance dell’imballaggio flessibile nell’ambito di un’economia sempre più circolare. Occorre cambiare le nostre prospettive e un maggior coinvolgimento da parte di tutti, investendo su un’economia più circolare e sull’uso efficiente delle risorse, che porteranno vantaggi per tutta la società.

Clodia Vurro, Professore Associato di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università degli Studi di Milano, parlando di Corporate Sustainability, ha rimarcato come le aziende dovranno integrare efficacemente la sostenibilità nelle logiche di business aziendali.
« Il settore del packaging flessibile è in una posizione favorevole per evolvere e migliorare. Il riciclo post-consumo e raccolta differenziata multi-materiale, sono le strade da perseguire, grazie al supporto di un’adeguata Ricerca e Sviluppo, e una più stretta collaborazione lungo tutta la filiera

Legambiente ha sottolineato come l’emergenza dei rifiuti plastici negli oceani stia generando un forte coinvolgimento dell’opinione pubblica, in misura maggiore persino rispetto ai cambiamenti climatici.
La Plastic strategy rappresenta una grande opportunità anche per Legambiente, secondo cui «l’industria può essere il vero motore innovatore; siamo convinti che il settore del flessibile possa fare davvero la differenza a livello di innovazione e sostenibilità

Se ne è discusso anche alla Tavola rotonda del Congresso, alla quale hanno partecipato Renato Zelcher – Presidente di EuPC (European Plastics Converters), insieme ai relatori già intervenuti Bernard Merkx, Serena Carpentieri e Michele Guala, con la moderazione di Alberto Palaveri, Vicepresidente Giflex. Tutti hanno concordato sul fatto che le nuove proposte europee rappresentano un’occasione per innovare ed essere più sostenibili, nell’interesse di tutti; per questo è fondamentale la partecipazione e la stretta collaborazione di tutta la filiera. Proprio un’occasione di confronto come questo tavolo, quindi, può essere un punto di partenza verso quelle soluzioni prospettate, per ora, solo nella teoria.

Nuove tecnologie

La sessione conclusiva del Congresso si è focalizzata su come le nuove tecnologie e le neuroscienze possano aiutare l’industria e la grande distribuzione ad andare incontro alle aspettative dei consumatori e a capire come vengano influenzate le loro scelte di acquisto. Il primo relatore è Jegor Levkovskiy, Co-fondatore di Checkout Technologies, startup che sta lavorando allo sviluppo di tecnologie di fast checkout – ovvero l’eliminazione delle fastidiose code alla cassa nei supermercati – grazie a computer vision e intelligenza artificiale.
Vincenzo Russo, Professore di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing presso l’Università IULM, ha guidato i presenti in un affascinante viaggio tra le potenzialità della dimensione irrazionale del marketing, mostrando come i messaggi riportati in modi diversi sul pack di un prodotto possano suscitare emozioni e reazioni specifiche nel consumatore, consentendo a un brand di concepire confezioni in grado di andare incontro alle sue preferenze inconsce.

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