Le cartiere italiane hanno raggiunto i livelli di efficienza energetica più alti al mondo, abbandonando le fonti fossili più inquinanti a vantaggio del gas naturale.

Al seminario dal titolo “Gas, competitività e sostenibilità ambientale nell’industria italiana” organizzato a Lucca il 18 marzo,  da Assocarta e Confindustria Toscana Nord, con il supporto di Federacciai, Federchimica e Consorzio Toscano Energia, si è fatto il punto sull’impatto delle politiche energetiche sulle imprese “gasivore”.

L’incontro ha avuto l’obiettivo di approfondire il ruolo strategico che il gas svolge per la competitività dei settori “gasivori”, oltre che la sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica degli stessi.
Il direttore di Assocarta Massimo Medugno e Tiziano Pieretti, presidente della sezione carta di Confindustria Toscana Nord hanno introdotto il tema della sostenibilità nel settore cartario, a Lucca, distretto europeo della carta.

«Il distretto cartario di Lucca con oltre 4 miliardi di fatturato e più  di 7000 addetti rappresenta circa il 20% della filiera della carta e grafica che in Italia fattura circa 22 miliardi di euro (1,4 % PIL) –  afferma Pieretti.  L’utilizzo del gas nel settore ha consentito lo sviluppo della cogenerazione ad alto rendimento nel settore e la sua competitività nei mercati internazionali con importanti risparmi di risorse primarie e di CO2 per il Paese e conseguenti benefici per l’ambiente

 Carta, clima, Parigi

La sfida per le aziende della carta non è solo quella della produttività, ma anche dell’abbattimento delle emissioni di CO2, come chiesto dall’accordo di Parigi sul clima.
Le cartiere italiane hanno colto questa sfida raggiungendo i livelli di efficienza energetica più alti al mondo, e abbandonando completamente le fonti fossili più inquinanti a vantaggio della migliore fonte di cui disponiamo: il gas naturale.
«Il gas naturale è importante non solo per la transizione energetica, ma anche per assicurare una capacità di produzione indispensabile per integrare le fonti rinnovabili non programmabili» spiega Medugno.
Restano fondamentali, per il settore cartario che non ha accesso a biomasse e trova mille ostacoli nel recupero energetico degli scarti, soluzioni invece disponibili nel resto d’Europa.

«Il differenziale tra Italia e Paesi del Nord Europa (Germania in primis) rimane alto e preoccupa le aziende in quanto risulta a 2,5 euro/MWh per la sola commodity negli ultimi due anni – valore che aumenta sensibilmente se si considerano anche i costi accessori della bolletta» sottolinea Pieretti.
Il costo della commodity e i relativi oneri devono essere quindi allineati a quelli dell’industria manifatturiera europea.

Scenari evolutivi

Il Prof. Massimo Beccarello di Confindustria ha presentato gli scenari evolutivi del mercato del gas, i rischi e le opportunità per il sistema industriale italiano, sottolineando l’insostituibilità del gas a livello mondiale ed europeo.

«La sicurezza del sistema elettrico nei prossimi 15 anni verrà data dal gas e la domanda è destinata a rimanere costante, se non in crescita. Con il raddoppio del North Stream i costi non possono che aumentare  e quindi, per opporsi a ciò, occorre spingere sulla diversificazione degli approvvigionamenti valorizzando il ruolo di hub dell’Italia – afferma Beccarello. Per questo bisogna, quindi, agire subito sulla regolazione adottando la riduzione degli oneri e della fiscalità sul gas e della tariffazione

Il panel tecnico sull’utilizzo del gas nel settore industriale ha visto interventi di Lorenzo Barni di Soffas SpA che ha evidenziato che in Germania, Francia e Gran Bretagna il gas costa, per effetti di interventi di politica Industriale,  il 13% in meno che in Italia. Mentre il costo del gas negli USA è imparagonabile visto che registra un – 55%.
Luigi Lazzareschi Ceo di Sofidel ha stigmatizzato che l’Italia è poco attrattiva per gli investimenti esteri e che investire in Italia richiede molto coraggio. Il vantaggio sta nella qualità del lavoro, in un paese senza risorse naturali ed energia.
Secondo Lazzareschi: «La non rimozione degli attuali svantaggi competitivi rischia di pesare gravemente sulla competitività dell’industria cartaria italiana, tanto più in un periodo in cui i fortissimi rincari della materia prima stanno creando problemi di marginalità.
È necessario quindi allineare i prezzi del gas a quelli sostenuti dai competitor europei, anche perché il gas è per il settore, e lo sarà almeno per i prossimi 20 anni,  una risorsa energetica razionale ed efficiente sia in termini ambientali che – se correttamente gestita – economici.
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Secondo Antonio Gozzi Ceo di Duferco il tema del costo energetico pone l’interrogativo all’Italia e agli Italiani se l’Italia intende rimanere un grande paese industriale o meno.

Carta Lucca senatori

Sul ruolo della politica e delle istituzioni si è inoltre svolta una discussione finale alla quale hanno partecipato i senatori Buratti e Ripamonti.
Secondo Buratti occorre un intervento del Governo sul supportare il sistema industriale e quello della filiera del gas nazionale. Ripamonti ha concluso che la competitività dev’essere coniugata con la sostenibilità, evidenziando che un prezzo così alto del gas è sorprendente e occorre intervenire per rilanciare la competitività dell’industria.
«Questa maggioranza non vuole che il Paese faccia passi indietro» ha detto.
Non resta che vedere se e quando ci saranno i risultati promessi.