Un pubblico caloroso di esperti, appassionati, docenti e studenti ha partecipato al decimo congresso della Associazione Italiana Musei della Stampa e della Carta presso Museum Graphìa, alla Corte della Miniera di Urbino, dove nel 2003 si erano incontrati per la prima volta per dare vita a una associazione.
Quel settembre del 2003 costituì una tappa importante per un progetto nato quasi per caso con un passaparola tramite la rivista Graphicus che ogni mese dedicava pagine culturali ai musei e raccolte della stampa gutemberghiana e della carta. L’idea era di unire le forze e le professionalità per raccogliere, conservare, restaurare e diffondere le conoscenze di mestieri antichi che rappresentano per molti associati una vita di studi, passioni e amore.
Per rivivere quel momento magico, Egiziano Piersantini, che ne fu allora il promotore, ha organizzato un evento che ha riscontrato grande successo. Presenti il sindaco di Urbino, Franco Corbucci, il senatore Giorgio Londei, il Direttore dell’Accademia di Belle Arti, Sebastiano Guerrera, e poi grafici, stampatori, e molti di coloro dei musei associati, dei soci fondatori. Tra i tanti, il presidente AIMSC, Mauro Bodini, ha voluto ricordare l’amico Andrea Schiavi, scomparso nel 2009, cui è stato intitolato il Museo della Stampa e stampa d’Arte di Lodi.
Importanza della memoria
Egiziano Piesantini che con la moglie Antonietta hanno ripercorso la storia della creazione di Museum Graphìa, un tempo tra le più importanti miniere di zolfo delle Marche. Passione, dedizione, costanza al lavoro con l’aiuto del figlio Michele, colonna portante del progetto, con le frequentazioni di molti artisti contemporanei, hanno compiuto il miracolo di riconvertite la miniera in una stamperia d’arte e, successivamente, in un Museo innovativo, che coniuga mirabilmente arte e natura, in cui i visitatori possono prendere confidenza con una “eredità” e un “saper fare” dei “Maestri d’arte” che tuttora proseguono con amore, passione e creatività, produzioni raffinatissime e preziose. Un’eredità che meriterebbe maggiore attenzione.
Il Congresso, che aveva avuto un prologo il giorno prima con la visita all’Accademia di Belle Arti, ha poi affrontato sotto la regia del moderatore Giovanni Daprà, temi interessanti che hanno dato adito a spunti e riflessioni.
James Clough, parlando di Bodoni e dei suoi caratteri ha ricordato che nessun incisore nella storia della stampa è riuscito ad avvicinarlo per la qualità, la varietà e la quantità dei suoi caratteri. Il Manuale Tipografico del 1818 presenta 142 romani, 34 greci e 21 cirillici, nonché più di venti altri caratteri ‘esotici’, caratteri musicali e più di 1000 fregi e se questo non bastasse, Bodoni trovò il tempo per curare più di 1000 edizioni, alcuni delle quali si annoverano tra le più belle della storia del libro. Un insaziabile appetito per riconoscimento e gloria, e una rara capacità per il duro lavoro, in una professione che esigeva la più meticolosa precisione, aiutano un po’ a capire questo straordinario personaggio.
Bruno Fabbiani, nella relazione “I Gutenberg d’America” ha evidenziato l’incontro tra due culture, Europa e Nuovo Mondo, e le occasioni che indussero nei primi decenni del XVI secolo due tipografi italiani, il tipocompositore bresciano Giovanni Paoli e il torcoliere piemontese Gilberto Barbero a trasferirsi a Siviglia, presso la migliore tipografia della città di proprietà del tedesco Cromberger. Giovanni Paoli dopo alcuni anni di tirocinio fu promosso a direttore tecnico della stamperia e successivamente ricevette l’incarico di installare la prima tipografia nella Nuova Spagna come allora era chiamato l’attuale Messico.
Nel settembre del 1539 i due tipografi sbarcavano nel porto di Veracruz, inizio del loro trasferimento con il torchio e le altre attrezzature a Città del Messico dove alla fine del medesimo anno usciva dalle mani di Paoli la prima pubblicazione che lo consacrava Prototipografo d’America. Durante la relazione l’ing. Fabbiani ha proiettato una serie di slide sui risultati della sua attività di ricercatore e specialista delle tecnologie di arti grafiche e di sicurezza e delle sua personale raccolta di reperti e stampati storico-artistici.
Giancarlo Dall’Ara ha accennato alla grande differenza tra il museo italiano, elitario, e il museo americano percepito come intrattenimento, capace di dialogare con il pubblico anche attraverso internet. Nel corso dell’intervento ha presentato alcuni casi che condizionano negativamente il contesto museale facendo una serie di proposte di gestione e sviluppo della comunicazione, sfruttando al meglio i Social Media che offrono molteplici opportunità di mettere in contatto le persone giuste e per instaurare rapporti che si fondano anche sul ricordo.
Massimo Ramunni – Country Manager TwoSides ha presentato l’iniziativa “Carta e Stampa: Luoghi Comuni e Realtà” voluta dalla filiera italiana della comunicazione su carta che punta a sfatare logori luoghi comuni, che vedono la carta come sinonimo di deforestazione e inquinamento, presso il grande pubblico e in particolare il target giovani.
TwoSides ha l’obiettivo di informare i consumatori sul carattere “naturale e rinnovabile” del legno, materia prima che, insieme alla carta da macero, è utilizzata per produrre carta. Il 70% della carta utilizzata in Europa viene raccolta e riciclata: con 2000 kg trasformati al secondo, la carta è il materiale più riciclato a livello europeo (ERPC 2010). Inoltre, la superficie forestale in Europa è cresciuta del 30% rispetto al 1950: ogni anno le foreste aumentano di un’area pari a 1,5 milioni di campi da calcio (circa 850.000ha – FAO 2010).
Giovanni Turria, infine, ha illustrato le esperienze didattiche e le diverse finalità formative delle Scuola di Grafica dell’Accademia di Belle Arti di Urbino che si propone di formare gli studenti alla produzione di opere di grafica d’arte attraverso l’esercizio e la comprensione delle caratteristiche espressive dei principali linguaggi grafici consolidati dalla tradizione e degli strumenti offerti dai sistemi tecnologici di produzione dell’immagine.
Quaderni del Tipografista
A conclusione dell’incontro il presidente AIMSC, ha ringraziato le istituzioni, gli ospiti e i tanti amici e volontari poiché senza il loro entusiasmo, competenza e lungimiranza tante cose non sarebbero state possibili e realizzabili, citando la recente ideazione della collana i “Quaderni del Tipografista”, consegnati ai presenti, di cui sono stati pubblicati due volumi di 24 pagine, composti in carattere Novarese, stampati presso il Museo della Stampa “Il Segno Tipografico Lodovico Pavoni” di Simone Quetti ad Artogne in Val Camonica.
Il primo quaderno è dedicato alla composizione meccanica, frutto di un lavoro di ricerca e approfondimento di Giorgio Coraglia.
Il secondo, dedicato alla Litografia, è stato scritto da Egiziano Piersantini. Altri due numeri sono in programma per il 2013 riguardanti la fabbricazione della carta e il vocabolario dei termini tecnici.
Ai partecipanti, che sono stati coinvolti nell’esperienza di comporre una riga di piombo o di seguire le fasi di realizzazione di una stampa d’arte, sono state consegnate, a ricordo del congresso, due litografie, una linoleumgrafia, una calcografia, numerate e firmate, da Michele Pierpaoli, Cristiano Beccaletto e Giovanni Daprà e un segnalibro personalizzato al momento da Luigi Lanfossi su una platina Boston.
Al Consiglio direttivo AIMSC è piaciuta l’idea del dono, in un periodo economico così particolare, perché assume un significato in più: significa regalare qualche cosa che resta, che ci parla, con la dedica di chi ce lo ha donato.
Questa decima edizione, e l’affluenza registrata, conferma l’importanza dell’iniziativa che non solo è un’opportunità di dare valore ai musei AIMSC, ma consente di diffondere la conoscenza e la comprensione di mestieri e di tradizioni di straordinario valore economico, artistico, storico e culturale.
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