Best Moves *, come condurre le aziende nel futuro del management. In un workshop presso Confindustria Bari-BAT, 25 imprenditori hanno apprezzato un metodo innovativo di formazione manageriale attraverso la metafora degli scacchi.

locandinaÈ vero che è un proliferare di workshop per aziende, capi e manager, e ne abbiamo seguiti alcuni come osservatori. Quello cui abbiamo assistito a Bari, pur essendo una sola giornata di ‘assaggio’, ci ha convinto, perché quello che è stato presentato è un percorso formativo del tutto nuovo basato, tra l’altro, sulla metafora della disciplina degli scacchi.
Ciò che ha convinto gli imprenditori presenti, in rappresentanza di diversi settori dal terziario avanzato alla manifattura, dalle istituzioni all’edilizia è il fatto che pur senza una minima nozione delle regole del ‘nobil giuoco’ tutti ne hanno tratto profitto e tutti hanno trovato il metodo decisamente innovativo e pragmatico.
Nata (a seguito di un nostro articolo) da un’idea di Domenico Di Marsico, GrafiSystem, e accettata con entusiasmo da Confindustria Bari-BAT e supportata da Adecco Training, la presentazione è stata condotta da due esperti: Alessandro Almonti, coach e trainer, Candidato Maestro di scacchi, che da 30 anni svolge la sua attività professionale nell’area dei comportamenti organizzativi aziendali, e Roberto Mogranzini, Grande Maestro Internazionale di scacchi **, già campione italiano U17, professionista, CEO di Accademia Internazionale di Scacchi, società che si occupa della formazione scacchistica.

Insights Discovery

sala_esercitazioniDiciamo subito, anzi ripetiamo, che si è trattato di un ‘assaggio’. Il percorso formativo completo consiste in 10 moduli di una giornata, composto da una giornata dedicata allo sviluppo delle potenzialità e 9 giornate equivalenti alle 9 mosse per sviluppare altrettante competenze distintive per i manager ***.
Ciascuna competenza manageriale è analizzata e correlata ai concetti cardine degli scacchi e alle attitudini dei tipi psicologici junghiani.
Il programma ha il concetto dei “learning bricks” per cui è possibile personalizzare il precorso scegliendo le competenze specifiche di cui hanno bisogno i manager per colmare i loro gap comportamentali. Alla base del percorso di specializzazione e integrazione delle competenze tipiche manageriale c’è l“Insights Discovery” strumento che deriva dal modello dei Tipi Psicologici Junghiani e che mira allo sviluppo del potenziale personale, mappando e descrivendo le preferenze comportamentali degli individui attraverso la rappresentazione di 4 energie-colore tipiche che differenziano i comportamenti di ciascun individuo, mentre quelle tematiche (le mosse vincenti) mirano allo sviluppo e integrazione delle principali competenze nell’area del management.

Il modello Junghiano divide le attitudini in quattro categorie

Il modello Junghiano divide le attitudini in quattro categorie di energia-colore preferenziali

La panoramica di questa giornata introduttiva ha anche preso in esame, mediante opportuna metodologia, la personalità e il comportamento del manager, rivelandone le principali tendenze psicologiche e pratiche.
Ciò che nei corsi aziendali approfonditi permette di ‘aggiustare il tiro’ quando si nota, come spesso accade, che nella dirigenza prevalgono alcune doti di comando a scapito di altre, pure fondamentali quali ad esempio la valorizzazione delle differenze tra gli individui, la calma, la creatività, la capacità di avere una visione sistemica.

Gestire la complessità

Il mondo organizzativo è in continuo cambiamento. Così come lo sono scenari geopolitici, mercati, tecnologie. Potremmo dire che negli anni si è passati da un mondo “complicato” a un mondo “complesso”. La differenza non è poca. Se in un sistema complicato conosco tutti gli elementi del sistema e le relazioni che lo legano, potrò prevedere il comportamento del sistema stesso. Questo nei sistemi complessi non è possibile.
Le organizzazioni si configurano sempre più come sistemi complessi le cui prestazioni e dinamiche sono il risultato dell’interazione spontanea tra numerosi attori eterogenei, che co-evolvono in un ambiente competitivo in continuo cambiamento. Per studiare e analizzare i fenomeni organizzativi complessi sono necessari nuovi approcci teorici e metodologici.
L’impresa affronta ogni giorno un mondo in continuo cambiamento e di estrema complessità: da qui parte la metafora con gli scacchi, una disciplina nella quale la complessità è il punto fondamentale. Basti pensare alla crescita esponenziale delle mosse possibili per rendersi conto che non è materialmente possibile prendere in esame ogni variante nel corso di un incontro. Analogamente, nell’impresa e nel mercato la variabili sono tali da rendere difficilmente prevedibile quale sarà la prossima mossa. Come negli scacchi nel corso di una partita è possibile scegliere tra un numero di mosse legali possibili pari a 10 seguito da 43 zeri, nel mondo imprenditoriale, forse si hanno meno varianti tra cui scegliere, ma quello che è il punto in comune è la capacità di valutare e prendere la decisione corretta (o meno errata) per la situazione attuale.

Mosse innovative vincenti

La situazione aziendale trova infatti una corrispondenza nella posizione dei pezzi sulla scacchiera in un determinato momento dell’incontro, che varierà a volte anche in modo consistente a ogni mossa successiva. Così come lo scacchista deve decidere la sua mossa rispetto alla situazione che si è venuta a creare sulla scacchiera, così il manager deve prendere una decisione nella situazione di mercato in cui si trova.  I relatori hanno esaminato questo aspetto fondamentale nel dettaglio e con notevole maestria anche con esempi pratici.20150505_154313
Ma la premessa essenziale è questa : come il business, gli scacchi sono un ‘gioco non risolto’, nel senso che non esiste un sistema in grado di calcolare tutte le mosse possibili e soprattutto comprendere quali siano le migliori. Anche il motore di analisi più avanzato – pur essendo in grado di battere quasi tutti i giocatori umani – non ha una visione assoluta. Il giocatore ha dalla sua parte l’intelligenza strategica e il modo di interpretare una situazione.
Lo stesso vale per l’azienda: la gestione delle complessità richiede l’apprendimento e lo sviluppo di competenze strategiche per gestire la complessità organizzativa e di business. Quindi è evidente l’importanza del ‘giocatore’ – il manager – il quale deve avere ovviamente la sua giusta preparazione.
Il GM Roberto Mogranzini ha portato a esempio la propria esperienza. Prima di affrontare un torneo – che per l’azienda equivale ad affrontare un mercato, una commessa – si prepara analizzando le partite dell’avversario – per l’azienda il comportamento pregresso del concorrente – e studiando le possibili varianti che potrà affrontare.
Se a un certo punto dell’analisi trova una soluzione innovativa, deve valutare in quale circostanza gli è più conveniente metterla in pratica, con quale avversario, in quale momento del torneo. Lo stesso vale per il manager, che deve scegliere qual è l’occasione migliore per ‘sparare le proprie cartucce’.

Decision making

Il GM Roberto Mogranzini   illustra il procedimento di problem solving

Il GM Roberto Mogranzini illustra il procedimento di problem solving

Per l’azienda prendere decisioni e risolvere i problemi è questione basilare nella vita di tutti i giorni. Nel business si tratta quindi di decision making & problem solving: ma cosa è cambiato rispetto al passato? Quali nuovi modelli utilizzare?
Questo è stato uno dei temi affrontati partendo dalla constatazione che il mondo del business è oggi caratterizzato non solo da una grande complessità ma anche da mutevolezza, un cambiamento continuo e veloce legato alla sempre maggior tecnologia disponibile, ai cambiamenti negli stili di vita e nella geopolitica. Al contrario, sembra che la teoria e soprattutto la pratica del management evolva a bassa velocità, quando non resta immutata.
Anche il gioco degli scacchi è cambiato molto non solo dai tempi del ‘gioco romantico’ dell’800, ma anche da quando i computer hanno permesso di analizzare milioni di partite giocate. Ovviamente un giocatore amatoriale, continuerà a giocare affrontando le mosse secondo la propria esperienza, a volte con una discreta strategia e in particolare sfruttando i tatticismi in base al proprio talento.
Mentre la strategia comporta una visione ad ampio respiro stabilendo obiettivi a lungo termine e pianificando il modo per raggiungerli, la tattica riguarda infatti lo studio di azioni a breve termine tali da poter essere calcolate con una certa completezza.

Modelli e informazioni

Lo stesso accade nell’impresa dove si distingue il manager lungimirante, da quello che ‘gioca’ per il risultato immediato.
Una strategia a lungo termine ha il vantaggio di portare la propria azienda verso risultati ottimali prima degli altri, ma per far questo occorre la capacità di analisi e soluzione, in altri termini, decision making & problem solving.
Gli studi effettuati dallo psicologo olandese De Groot sul modo in cui i giocatori di scacchi risolvono problemi e prendono una decisione (ossia effettuano una mossa) è basato su un modello che identifica come essi facciano riferimento a schemi ricorrenti (patterns) e nuove informazioni che di volta in volta sorgono dalla posizione riferibili ai ‘chunks‘ (termine che in psicologia cognitiva indica una unità di informazione). In altri termini una analisi condotta in base alla conoscenza di schemi e alla raccolta di informazioni.
Illustrati questi concetti, si sono proposti alcuni esercizi scacchistici su una situazione nel corso di una partita: i partecipanti dovevano trovare le mosse giuste per raggiungere l’obiettivo (cioè la posizione finale che in questo caso era stata mostrata). Un esercizio relativamente semplice per un giocatore medio, ma evidentemente non banale, se non lo vogliamo definire addirittura difficile, per chi – come in pratica tutti i presenti – del gioco conosceva solo le regole e il movimento dei pezzi.    Ebbene è stato sorprendente vedere come alcuni hanno saputo trovare la soluzione corretta in poco tempo. Altri – e qui sta l’importanza – hanno saputo intuire la soluzione, cioè le mosse da fare, ma non la giusta sequenza. Fattore fondamentale negli scacchi, ma altrettanto nel business: non è sufficiente sapere cosa si deve fare, ma come e con quale ordine di mosse. La semplice inversione di due mosse, pure corrette, può portare a nulla o al disastro.
Per questo motivo, dopo un paio di questi esempi, ci si è convinti che l’applicazione delle tecniche scacchistiche al mondo dell’impresa come nuovo modello di formazione aziendale è un criterio innovativo che può rivelarsi, possiamo ben dire, come la mossa vincente per un imprenditore o un manager.

*Best Moves è il primo programma a livello internazionale che, attraverso la metafora degli scacchi, approfondisce i temi per la corretta conduzione aziendale.
** Grande maestro è il titolo più alto nella gerarchia scacchistica. Fino agli anni ’80 del secolo scorso erano poche decine; oggi sono più di mille e l’età si sta abbassando costantemente. Il più giovane GM ha oggi 13 anni e il campione del mondo, il norvegese Magnus Carlsen, ne ha 22.
*** Queste le 9 competenze del percorso: time management; intelligenza emotiva; team management & leadership; performance management; project management; Insights discovery (focus sulle potenzialità); pianificazione strategica; problem solving; decision making; pensiero creativo.