Storia vera di un dialogo tra un professore universitario e gli ‘artisti’ che i libri li distruggono per arte.

Un professore universitario, docente emerito di fisica teorica in varie Università in Italia, Gran Bretagna, Canada (insomma non proprio l’ultimo degli sprovveduti), si trovava in un supermercato quando…
Ecco come la racconta: “Questa mattina ero al supermercato quando a un certo punto vedo fra gli scaffali un tizio (giovane) che scagliava con forza un libro per terra, lo raccattava e lo scagliava giù di nuovo e così via; naturalmente a ogni lancio il libro perdeva pagine ed era sempre più malconcio. Intorno, oltre alla gente incuriosita e un po’ stralunata come il sottoscritto, c’erano giovani con cineprese, anche sui cavalletti. Allora, incuriosito, ho chiesto se quello che vedevo aveva un senso (o se dovevo chiamare il 118, ho pensato ma non l’ho detto). Mi hanno risposto di sì, certo che aveva un senso, era una Opera d’Arte. Ovviamente mi hanno guardato con la commiserazione con cui si guardano pensionati ultraottantenni che osservano gli scavi nei cantieri.   
E io, ignorante come una talpa, ma anche un po’ imprudente, mi sono arrabbiato e ho detto che allora erano Arte anche i roghi nei quali i libri venivano bruciati e che tutti i dittatori lo facevano (e lo fanno ancora). Erano e sono degli artisti? Non mi hanno risposto e mi hanno ancora guardato con la stessa aria di commiserazione. Ero così incavolato che poi ho dimenticato alla cassa automatica la tavoletta di cioccolata che mi ero comprato per la merenda. Peccato, quando si diventa vecchi non si capisce più nemmeno l’arte.

Commento

Certo quell’azione di spregio al libro che fa rivoltare nella tomba i vari Gutenberg, Manuzio, Bodoni, Senefelder, a parer nostro non è Arte e neppure arte, né con la maiuscola, né con la minuscola, nonostante significativi precedenti quale la nota scena del film “Carpe Diem” in cui il professore incita gli studenti del College a strappare le pagine del libro di antologia perché la Poesia deve venire dall’interno di ciascuno di noi e non da fuori.
A seguito dell’interessamento dello stesso “professore ignorante”, abbiamo poi saputo che in realtà la scena cui ha assistito al supermercato, faceva parte di uno spettacolo di un Ensemble Collettivo Rituale “performance e musica” intitolato INSUBORDINAZIONI che consisteva in “fulminei atti quotidiani dì insubordinazione metropolitana tra rotatorie stradali, parcheggi e supermercati”.
A nostro modesto parere resta il fatto che un atto di insubordinazione nei confronti dei libri, quali portatori di Cultura, non sembra educativo per le giovani generazioni (ammesso che altri atti di insubordinazione lo siano). Ma siamo certi di essere noi in errore, e non ce ne dispiace.

Però a ben pensarci questo ‘atto di insubordinazione‘ ha un compito che farà piacere alla Filiera Grafica, Carta, Stampa. Più libri si distruggono, più se ne devono stampare. Sarà la raccomandazione da suggerire a un prossimo convegno. Nel frattempo invitiamo tanti ‘artisti’ a imitare quelli del supermercato, per fare la felicità di cartiere e stampatori.
Del resto in Italia, all’ultimo posto in Europa per lettura di libri, potrebbe essere una soluzione.

PS – Proprio mentre queste righe vanno in redazione, ci giunge notizia che un gruppo di vandali ha fatto irruzione durante la notte in una biblioteca di Genova dandole fuoco e distruggendo completamente quasi tutti i libri. La barbarie culturale non ha limiti.

Sono graditi commenti…