Un lenzuolo bianco, filo nero, due tocchi filo di giallo e rosso, e l’artista argentina Zina Katz ha ricreato i ritratti della propria famiglia.
Destierro, esilio, è il titolo dell’opera di ricamo che ha dato vita a una serie di ritratti – eseguiti con lo stesso procedimento di filo nero su tela bianca – che Zina Katz espone alla Galleria Garra di Buenos Aires, e ora alla Galleria Agora di Bonn (Germania). La mostra è stata inaugurata domenica 19 novembre, e abbiamo avuto la fortuna di essere presenti e conoscere direttamente l’artista.
È un’opera di ricamo e imbastitura che chiamiamo ‘di filo’ prendendo a prestito la terminologia delle incisioni xilografiche, cui molto assomiglia negli effetti di bianco e nero.
I ritratti di famiglia tratti dalle fotografie dei passaporti, vogliono essere un omaggio ai genitori fuggiti dall’Europa e stabilitisi a Buenos Aires dove Zina è nata.
«Attraverso la tela con l’ago e il filo, io cucio la fotografia – ci ha detto Zina –. Dall’altro lato della tela il filo si libera per andare a ricamare ciò che nasconde la posa oppure a formare un’altra immagine.»
Gli 11 piccoli ritratti raccontano la storia di una famiglia costretta a trasferirsi dalla Germania all’Argentina a causa delle persecuzioni del nazismo. Il padre di Zina fuggì nel 1937.
Uno. Lei pianse durante tutto il viaggio in nave
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Due. Il figlio maggiore, ingegnere, venne in Argentina quando aveva 25 anni, prima dell’avvento del fascismo. Cattolico, ma socialista e massone, visse lontano dalle preoccupazioni aiutando i suoi compagni grazie ai soldi della moglie >
Tre. Lei doveva nascondere il denaro di suo marito perché non lo perdesse tutto nel gioco
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Quattro. Celibe, cambiò la sua meta di emigrante su richiesta di suo fratello, per poter portarlo via dalla Germania con la sua famiglia >
< Cinque. A Werner non servirono le macchine agricole che portò in Argentina. La sua zia dice che erano macchine per cucire e ricamare
Sei. Lei con soli quattro anni di scuola formale riuscì ad avviare una azienda così grande che le permise portarsi l’auto per i sei mesi dell’anno che passsava in Europa
Sette. Venne nella pancia di sua mamma. Visse solo 37 anni lasciando 4 figli piccoli.
Otto. La presentarono al marito dicendo che aveva la capacità di lavorare come un uomo
Nove. Gunter resta ottimista >
Dieci. Siccome era il più intelligente dei fratelli, lo mandarono a studiare da solo al villaggio. Puliva il laboratorio di confezione di alcuni ‘parenti’ in cambio di alloggio. Pur essendo ebreo fu chierichetto nella chiesa del villaggio.
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Undici. La Famiglia (l’artista Zina Katz accanto all’opera)
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