Typography, 2020. Font variations e OpenType 1.8: quale sarà il futuro dei caratteri digitali ?

Sarà una rivoluzione che coinvolgerà type designer, graphic designer, fonderie digitali e utenti finali. Come fare per tenersi aggiornati e districarsi nel sempre più complesso mondo del carattere?
Stefano Torregrossa, designer freelance da oltre 15 anni, docente, maniaco di caratteri e tipografia, lo spiegherà nella serata organizzata dalla Associazione Culturale Studi Grafici il prossimo 13 marzo 2018 alle ore 19:00 nell’Auditorium Pavoni presso Istituto Pavoniano Artigianelli, di via Crespi a Milano. Se invece invitate Stefano Torregrossa al ristorante, lui passerà tutta la sera a criticare i font del menù.

Le premesse

Nel settembre 2016 — all’annuale conferenza ATypI di Varsavia — Microsoft, Google, Apple e Adobe hanno annunciato la più grande novità tecnologica in ambito tipografico degli ultimi 20 anni: OpenType 1.8.
La nuova tecnologia, che oggi è ancora solo agli albori, promette di cambiare radicalmente il modo in cui si progettano, gestiscono e utilizzano i font sia nei progetti digitali, sia in quelli cartacei, introducendo tra gli altri il concetto di font variations: la possibilità di salvare dozzine e dozzine di varianti fluide di stile (peso, postura, estensione orizzontale o verticale, eccetera) all’interno di un singolo carattere digitale, trasformandolo di fatto in un font responsive – in grado di adattarsi facilmente a tutte le altre variabili (dispositivi di visualizzazione, distanza dell’occhio, orientamento del display, eccetera).

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