Scompare un imprenditore amante della cultura

Andrea Schiavi, quel ëgiovanotto settantottenne’ dall’entusiasmo inossidabile è stato portato via da uno di quei mali che assalgono anche le fibre più forti: ancora pochi giorni prima, pur sottoposto a cure intensive non mancava di far progetti per il futuro del suo Museo della Stampa e della Stampa d’Arte di Lodi. Un progetto realizzato con una tenacia e una maestria per le quali le generazioni future lo dovranno ricordare e ringraziare.

Andrea Schiavi, ingegnere (fu progettista dell’impiantistica elettromeccanica agli stabilimenti Mondadori), stampatore ed editore, è stato un dinamico imprenditore che non trascurava l’impegno nelle attività culturali e sportive nella sua Lodi. Decise così di dover costruire un Museo della Stampa. Non una semplice raccolta ma la ricostruzione fedele di cinque secoli di stampa, dalle origini a quello che lui definiva bonariamente ëil killer’: il Macintosh. Quello che oggi è il più grande e completo Museo della Stampa della Lombardia e d’Italia.

Instancabile nella perfezione e nella ricerca della completezza, ogni volta che lo si andava a trovare, si vedevano cambiamenti e arricchimenti nel suo Museo. E quando aveva un progetto di cui voleva parlarti ti invitava per un risottino davanti al quale sono nate tante idee e tante soluzioni.

Entusiasmo, professionalità e disponibilità erano solo alcune delle sue doti. Ma è per la sua grande umanità che vogliamo e dobbiamo ricordarlo: e persino quando la salute lo aveva abbandonato, era lui a preoccuparsi della salute del prossimo che metteva davanti a tutto.

Ora ha lasciato un compito, che tutti gli Amici della Stampa e dei Musei non possono trascurare. In particolare un impegno di cui l’Associazione dei Musei della Stampa e della Carta deve farsi carico con lo spirito di corpo che dovrebbe accomunare tutti i veri appassionati dell’Arte Tipografica e della sua storia. Sarà compito del nuovo direttivo appena eletto, e del nuovo presidente che sarà eletto a giorni, prendersi questo testimone per assicurare un futuro alla splendida opera di Andrea.

Marco Picasso

 

 

Pubblico qui un saluto da parte di AIMSC che non mi è stato permesso di leggere alla cerimonia funebre:

Andrea,
so che ora tu ci guardi prima di intraprendere il tuo lungo viaggio. E allora noi che siamo qui a piangere la tua partenza improvvisa, vogliamo farti una promessa e chiederti una preghiera.
Ti promettiamo di non abbandonare questa tua opera splendida in cui hai messo tutto il tuo giovanile entusiasmo, tutta la tua professionalità di grande tecnico.
La preghiera è che tu ci trasmetta la forza e il coraggio, e l’entusiasmo che avevi, per proseguire il tuo lavoro. Dai a tua moglie Giuliana la forza di credere in quest’opera e di prendere il tuo posto.
Noi, tuoi amici e amici dei Musei, ci impegneremo a sostenerla.
Addio Andrea, buon viaggio.

 

Caro Picasso,la ringrazio per le belle parole che avrebbe voluto pronunciare alle esequie di Andrea. Da affezionato estimatore e sostenitore dell’opera di Andrea, non posso che augurarmi che sia nella Fondazione del Museo, sia nella Associazione dei Musei vengano messe da parte eventuali rivalità e invidie, per potere consentire che l’opera di Andrea non vada dispersa.Sarebbe davvero un delitto imperdonabile per la cultura e un torto che faremmo al povero Andrea. Se ritenete opportuno coinvolgetemi sia come presidente Argi, sia a titolo personale. è il minimo che possa fare in ricordo di un amico che ci ha lasciato.Giorgio Brambilla (presidente ARGI).