Secondo il motto “fare bene il bene” il Centro di Formazione Professionale “Artigianelli” dell’Associazione Formazione Giovanni Piamarta (A.F.G.P.) di Brescia si colloca tra le eccellenze della formazione in Italia.

Si potrebbe ben dire che Brescia sia la culla della formazione professionale per la tipografia. La prima scuola per tipografi fu infatti fondata da Lodovico Pavoni (Brescia 1784 – 1849) come ‘privato Istituto di beneficenza’ nel 1818.

Sempre a Brescia Giovanni Battista Piamarta (Brescia 1841- 1913) fonda nel 1886 l’Istituto Artigianelli.

AFGP Auditorium

Abbiamo avuto occasione di visitare l’Istituto Professionale di Brescia in occasione del convegno “La nuova frontiera della stampa digitale” organizzato da ATAB, l’Associazione delle Tipografie Artigiane di Brescia, con il supporto di IMAS Grafica. La collaborazione con A.T.A.B è in atto da diversi anni. Una collaborazione consolidata con l’esperienza degli allievi che svolgono l’alternanza scuola-lavoro nelle aziende grafiche e da vari confronti in ambito lavorativo tra la dirigenza e il gruppo giovani A.T.A.B. con il coordinamento del settore grafico del Centro Artigianelli.

L’Istituto ci ha colpito per l’organizzazione di taglio prettamente aziendale, grazie forse alla precedente esperienza in produzione del coordinatore del settore grafico Giorgio Mazzini. È proprio l’incontro tra il mondo della scuola e quello del lavoro che permette di stimolare negli studenti l’interesse e l’attenzione verso l’impresa produttiva.

Un sistema organizzativo che comunque sembra esteso anche ad altri corsi. L’abbiamo potuto constatare direttamente seguendo una esercitazione in aula nel settore meccanico. In piú, a conferma di questa impressione, abbiamo notato la connessione tra i due reparti. Come dire che chi esce da meccanica avrà competenze anche sulle macchine da stampa. E infatti, come ci spiega Mazzini, qui si intende anche formare giovani specializzati nel montaggio, avviamento e revisione dei macchinari di stampa. Una professione richiesta e che può dare ottime opportunità alle giovani generazioni.

Un Museo inaspettato
Piamarta Museo studio

Lo studio di Giovanni Piamarta

Forse siamo stati tra i primi a visitare il Museo Piamarta, inaugurato nel dicembre 2018. Con una guida appassionata abbiamo potuto rivivere le tappe della vita laboriosa di questo sacerdote, proclamato beato nel 1997 e santo nel 2012.
Diciamo inaugurato, nella nuova versione definitiva (manca solo la sistemazione dei documenti nell’archivio), perché il Museo nasce nel 2011 e viene riconosciuto dalla Regione Lombardia nell’ottobre 2018.
È una casa-museo. Qui, nel complesso dei fabbricati del 1886, che formano l’Istituto, è stata ricostruita l’abitazione di Piamarta, con arredi e suppellettili. Qui tutto parla del “Padre” come era chiamato dai suoi ragazzi. Siamo nell’ambito del complesso di Santa Giulia – patrimonio UNESCO dell’Umanità –. Non solo il Museo vero e proprio, ma aule, laboratori, officine e gli stessi cortili rispecchiano la loro struttura originaria.

Piamarta Museo tipografia

I primi strumenti di insegnamento per artigiani tipografi

Rispetto reciproco

Fare bene il bene” sembra uno slogan scontato. Ma non qui. Ne abbiamo conferma soffermandoci per un breve dialogo col direttore del Centro Sergio Caprioli. Da qui emerge la volontà che gli istituti professionali che fanno capo alla A.F.G.P. siano innanzi tutto formativi affinché ne escano giovani pronti ad affrontare il mondo esterno, con educazione e rispetto. Ma questo non basta. Il rispetto deve essere sempre reciproco. Quindi i giovani che escono da queste scuole sono formati sì a rispettare, ma anche a saper essere rispettati. In parole povere, messi in guardia dalle difficoltà che potranno incontrare e pronti a saperle affrontare e superare. E per far questo ci vuole forza d’animo, coraggio e una solida base culturale e formativa. Un concetto che abbiamo riscontrato anche in altri istituti religiosi (Salesiani e Pavoniani). Quello che forse fa la differenza con la scuola pubblica.
Competenze, sì quindi, ma anche formazione educativa. Del resto ben sappiamo come Brescia sia una città multietnica, e lo vediamo chiaramente nelle aule. E il direttore ci racconta di come sia qui ben radicato il rispetto reciproco tra gli allievi di diverse nazionalità e religioni.