Roberto Race, giornalista e collega, racconta Napoleone nella sua dimensione non ancora esplorata di guru della comunicazione, l’uomo che ha inventato l’opinione pubblica, il merchandising e promosso la sua immagine con modi e maniere moderni. Dal 20 giugno nelle librerie.
C’è un filo rosso che attraversa tutta l’epopea di Napoleone. Dalla spedizione italiana alla missione in Egitto, fino ai trionfi di Ulm o Austerlitz, alle successive disfatte e al doppio esilio. È la sua straordinaria, modernissima, visionaria, profetica capacità di comunicare.
Ma in che modo e con quali risultati? Roberto Race in “Napoleone il comunicatore. Passare alla storia e non solo con le armi” (Egea 2012, 144 pagg. 16 euro), esplora e propone una “riflessione di natura storica fortemente legata al presente che permette di focalizzare l’attenzione sull’agire comunicativo consapevole e finalistico degli attori politici, sull’uso consapevole della comunicazione”, come afferma Mario Rodriguez nella postfazione.
Napoleone ha inventato l’opinione pubblica così come siamo abituati a intenderla oggi. Ha utilizzato per la prima volta il merchandising, ha saputo promuovere la sua immagine mentre guidava la Grande Armée alla conquista di mezza Europa.
«Sin dalle prime battute − afferma Luigi Mascilli Migliorini nella sua prefazione − la capacità di comunicare di Napoleone era apparsa virtù istintiva di un ventisettenne generale che annunciava in sé, visibilmente, le incertezze di un eroe di Stendhal e le arroganze di un personaggio di Balzac».
Nel volume Race spiega modalità ed eventi che segnano l’ennesimo primato del generale Bonaparte, meno conosciuto dei tanti conquistati nelle battaglie condotte per mezza Europa. Per lui comunicare non è solo un mezzo che usato al meglio “consente di anticipare le mosse dell’avversario e sbaragliarne gli schieramenti”, ma anche “uno strumento di rappresentazione, con il quale si inscena un summit come si commissiona un quadro”. In ogni caso, avverte l’autore, Napoleone ha potuto vincere anche da grande comunicatore “perché quella che raccontava non era una favola qualsiasi”, “qualsiasi campagna di marketing, senza contenuti adeguati, non regge alla distanza, tanto più al peso della storia”.
«È un libro utile − ci ha detto Roberto Race − sia a chi intenda approfondire le radici delle tecniche moderne di comunicazione, sia a chi voglia entrare in contatto con una dimensione ancora non completamente esplorata di una delle figure più originali della storia moderna».
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