È mancata una delle figure più eminenti nel campo della storia della stampa e dell’editoria, fondatore del Museo della Stampa a Fivizzano, in Lunigiana.

Conobbi Loris Jacopo Bononi nel freddo pomeriggio del 4 gennaio 2004. Gli avevo telefonato qualche giorno prima perché volevo visitare il suo Museo a Fivizzano, sopra Aulla, in Lunigiana. Fivizzano, ci teneva a ricordare il professor Bononi (medico, ma soprattutto grande Umanista), fu tra le prima città in Italia e in Europa ad avere una stamperia. Nel ‘500 ebbe anche un record di persone ‘acculturate’ proprio grazie alla intensa attività tipografica che vi si svolgeva.
Oltre a una ricca raccolta di macchine per scrivere e per ciclostile, nel suo Museo aveva raccolto tutti i libri che si erano potuti reperire, di un particolare editore oggi sconosciuto: Maucci, che iniziò la sua carriera da ragazzo come venditore ambulante di libri. Analfabeta, vendeva, tra gli altri, libri ‘eversivi e rivuluzionari’ e fu costretto a fuggire un Sud America, dove divenne uno dei principali editori dell’800.

Loris Jacopo Bononi

Loris Jacopo Bononi

Dopo la visita al Museo ci trasferimmo al Castello di Castiglione del Terziere, sulla strada della Cisa, il borgo medioevale che lui aveva recuperato dall’abbandono, facendone un punto di incontro e di riferimento per artisti e intellettuali. In quel borgo, visitammo (con me erano Alfredo, Francesco dell’Armus  e Gloria – che al Castello tornarono per “tipografare” Loris Jacopo immortalandolo in una ‘Perpetual Ikon’ per l’Archivio Tipoetico del Reale – ) una delle case in cui, lui bambino, trascorreva serate invernali nella stanza del camino, ad ascoltare i contadini, che recitavano e commentavano la ‘Commedia’, quella di Dante Alighieri. Sì, perché si usava a quei tempi pre-televisivi in Toscana: “Questa sera si parla della Commedia“.
La serata proseguì nella sua dimora, un castello vero con tanto di ponte levatoio dove, dopo una cena raffinata e frugale, entrammo nel vivo di quelle mura, che custodivano, così ci diceva, lo spirito di quanti vi avevano vissuto, i cui ritratti dipinti alle pareti nel perpetuavano la memoria.
Fu particolarmente toccante quanto, preso un volume in folio e poggiatolo su un leggìo appositamente fatto costruire, cominciò a declamare quei versi che lo avevano accompagnato per tutta la vita. E da quelli partiva la sua analisi storica e letteraria.
Uscimmo dal Castello alle 3 della notte pronti a percorrere in auto gli oltre cento chilometri per il rientro a Genova.

Quando un anno più tardi all’Armus, Archivio Museo della Stampa di Genova, organizzammo il “Processo a Gutenberg”, Lui fu il giudice che salomonicamente lasciò “ai posteri l’ardua sentenza” affermando comunque che “non bisogna aver paura di togliere dal piedistallo i miti”.
I contatti con Loris Jacopo, nonostante i ripetuti inviti al Castello, proseguirono solo per via epistolare, un po’ a causa degli impegni di lavoro, un po’ a causa della sua salute non più vigorosa come in quei giorni del primo splendido incontro. Ma la lontananza non aveva affievolito la sintonia che si era creata tra noi.

Francesco Pirella, ritratto E-Tipografico per Loris J. Bononi, 2004

Francesco Pirella, ritratto E-Tipografico per Loris J. Bononi, 2004. Copertina della rivista Graphicus n. 1007, diretta da Marco Picasso

Pubblichiamo un Estratto dello statuto » della Fondazione che Raffaella Paoletti e gli amici gli hanno voluto dedicare:
«A volte ci si sofferma a chiedersi del significato della propria esistenza: è difficile dare una risposta. Ognuno, a suo modo, se ne dà una. Loris Jacopo Bononi ha voluto dedicare la propria vita alla (ri)costruzione di un Sogno.
«Castiglione del Terziere era uno dei tanti Borghi/Castelli abbandonati d’Italia posto in una località amena e perciò distante dalla vita ‘moderna’, che sarebbe diventato un rudere senza memoria se il Professore non avesse avuto l’idea folle e caparbia di riedificarlo e farne uno scrigno di memorie.
Memorie letterarie, storiche, artistiche capaci di dare dignità a tutto il popolo di Luni.
Un luogo aperto al pubblico, dove bambini e adulti di tutte le età possono toccare con mano libri antichi e opere d’arte che nessun museo ha mai reso così vicini e tangibili.
Un luogo dove si può cercare la pace con noi stessi e con la storia che ognuno di noi rappresenta. Dove “capire chi si è, e comportarsi da tali” (definizione di umiltà secondo Loris Jacopo Bononi).
«Cari amici, è con enorme piacere che vi partecipiamo la costituzione di “OMNIA VANITAS” – Comitato amici di Loris Jacopo Bononi – Castiglione del Terziere.
Il Comitato si è posto l’obiettivo di preservare e valorizzare l’opera storico-artistica-letteraria del Prof. Loris Jacopo Bononi e di traghettare il progetto fino alla costituzione della Fondazione omonima dallo stesso voluta. Se desiderate portare un ulteriore contributo al “Progetto”, potete aderire e sottoscrivere, perché il “Sogno di Loris” possa continuare a vivere e sviluppare progetti e attività di cui vi terremo costantemente informati. Grazie per quanto vorrete fare.
Maggiori informazioni http://www.castellodicastiglionedelterziere.it/