Come va ? Sarà capitato chissà quante volte anche a te. Incontri un amico e subito dopo il Ciao ti spara la domanda. Anzi La Domanda per eccellenza: come va ?Fortunatamente, di solito, lui o lei neanche sta lì ad aspettare una risposta e tutto procede senza troppi traumi.
Uno scrittore americano ha fatto una prova e a una festa si è messo a rispondere sistematicamente con un sorriso: ho appena ucciso mia suocera. Sostiene per iscritto che non ci siano state reazioni di sorta. Ma io non riesco a cavarmela così. Da che ho approfondito i miei studi e le analisi sui fatti economici e finanziari, la domanda che mi arriva sempre è quella. Come va ? Ma soprattutto cosa pensi che succederà? Molti operatori estrapolano dai fatti e riescono a dare delle risposte sensate. Il più delle volte cannano mostruosamente, come dimostrano le analisi ex post che a fine anno troviamo su molti giornali. Quindi mi sento autorizzato a pensare che le rare previsioni azzeccate siano da intendersi come eventi randomizzati.
Rifiutarmi di fare il lettore di sfere di cristallo, non vuol dire che non si possano esaminare i numeri e trarne qualche cauta, cautissima, conclusione.
Come ti dicevo io sono molto limitato e ho bisogno di focalizzare e schematizzare i fatti. Quindi appena possibile li tramuto in numeri. Poi ho bisogno di un aiuto anche nel dare uno sguardo d’insieme e qui intervengono i miei disegnini. Grafici per identificare se ci sia un trend. Cioè se le cose stiano andando, e possano andare, in un certo modo. Quello che gli amici vorrebbero farmi dire e che io sono molto restio ad avallare. Credo molto nei numeri e nello studiare la loro organizzazione. Ma come Napoleone, mica uno qualunque neh, ha potuto verificare sul campo, anche un genio dell’organizzazione può vedere vanificato un piano da una nebbia improvvisa.
Finestra sugli USA
Spesa questa ampia premessa necessaria per evitare di creare false aspettative, ripeto che qualcosa dai numeri può saltar fuori. Magari dopo aver controllato la loro attendibilità, perché come vedrai più avanti, ogni tanto salta fuori qualche birichino. Vediamo insieme qualche esempio che abbiamo discusso in una recente riunione di Camera di Commercio a Milano. Oltre a me, teorico e studioso, c’erano degli operatori. Tra i migliori del settore, visto che solo restare in piedi con ‘sti chiari di luna, è dimostrazione di abilità e professionalità. Magari anche di un cicinin di fortuna. Cosa che il Napoleone pretendeva dai propri generali.
Così facciamo conto di essere tra amici e di guardare fuori da una finestra su un panorama virtuale e discutere insieme quello che si vede. Prima finestra sugli USA: da che un genovese prestato alla Spagna ha scoperto l’America, questa ha sempre avuto una grossa influenza sui fatti del mondo.
Il primo grafico (qui a destra) guarda l’andamento del mercato della casa. Con i crediti fasulli, la bolla immobiliare è stata alla base della recente grande crisi. Poi, grafici alla mano, il mercato aiutato indubbiamente dalle ciclopiche immissioni mensili di liquidità da parte della Fed, sembrava essersi ringalluzzito. Io mi ero tutto gasato perché come il 90 % degli italici ho casa in proprietà e mi piacerebbe considerarla non solo un costo, ma anche un valore. Magari negoziabile. Quindi mi rallegravo perché quello che succede oltre Atlantico, prima o poi, arriva anche da noi. Finché sto grafico non mi ha fatto vedere come la salita sia stata stoppata da un doppio massimo, bruttissimo pattern ribassista, seguito da una caduta sotto la media mobile, situazione in cui la tendenza diventa negativa.
Per tornare alle premesse, niente vieta che il mercato riprenda, spinto da qualche evento positivo.
Al momento però diventa lecita la domanda che mette a rischio la continuazione della ripresa. Ripeto, non nega, solo mette in forse.
Andiamo avanti e sentiamo che cosa hanno da dirci i tecnici della Markit. Una organizzazione mondiale che studia la congiuntura e sono tanto bravi e degni di fiducia, quanto facili da capire. L’indice che hanno messo a punto è sicuro e logico nel suo meccanismo. Si basano su una serie di interviste fatte ai capi degli uffici acquisti e la logica in soldoni è che se gli uffici acquisti non acquistano, nell’immediato futuro marcherà male. Nel grafico si delineano due aree precise, separate dalla linea di livello 50. Al di sotto di 50 siamo in recessione, sopra 50 inizia la congiuntura favorevole. La tecnica è estremamente precisa e interessante perché permette di rendere commensurabili anche fatti economici diversi o relativi ad aree diverse.
Per di più, come apparirà chiaro nei prossimi grafici, il PIM segue fedelmente l’andamento del PIL, con l’anticipo di 1 o 2 mesi. Quindi una robetta di tutto rispetto.
Qui esaminiamo l’andamento della produzione negli USA, ma l’Indice PMI, Purchase Manager Index, lo ritroveremo anche in Europa e in Asia. Come vediamo negli States le cose non vanno male, anche se nell’ultimo mese c’è stato uno storno che comunque si mantiene ben sopra area 50.
Come va l’Europa?
Passiamo ora in Europa dove ci focalizziamo subito sulla colonna portante, la Germania.
Il primo grafico è lo ZEW, iniziali che stanno per Centro per la Ricerca Economica in Europa. Abbiamo dunque i dati sulla congiuntura economica che sono decisamente positivi e vengono confermati dal secondo grafico, l’IFO che guarda alla fiducia degli operatori.
L’Indice IFO è redatto da un istituto messo in piedi da uno dei miei idoli, nientepopodimeno che il ministro dell’Economia tedesco del dopoguerra Herr Ludwig Erhard. Dopo qualche traballamento, l’indice è in risalita da ben 5 mesi. Calcola che tecnicamente bastano 3 mesi di salita continuata per dichiarare l’uscita dalla recessione.
Eccoci a dare un’occhiata all’area EU e qui la ripresa, segnalata dal PMI cui sono molto affezionato, è ancora più evidente perché è partita da un livello sotto a 50 per perforarla a rialzo e, portandosi sopra 50, segnalare il probabile inizio di un periodo favorevole. Sicuramente un miglioramento rispetto ai mesi precedenti. In questo balzo l’indice ha raggiunto un massimo da 27 mesi. Nel parlare di Europa bisogna tener conto della vecchia lezione di Trilussa e del suo pollo: la Germania si sbafa buona parte dei polli disponibili, lasciando un po’ a dieta Spagna, Grecia e Italia.
Come va l’Italia
Veniamo ora a casa nostra, su italico suol.
L’ISTAT insiste per dare importanza all’Indice del Prodotto Lordo Interno (PIL) e chiaramente è comprensibile perché si tratta di un riferimento calcolato in tutto il mondo dove è più noto con l’acronimo GDP.
Giusto esaminarlo, ma senza dimenticare come sia ormai diventato un segnalatore che non tiene conto di un’ampia gamma di componenti. Fermo restando che l’indice è ancora in territorio negativo da ben 8 trimestri (3×8=24 mesi !) il trend delinea chiaramente una lenta ripresa. Molto lenta purtroppo.
Il lavoro, o meglio la sua mancanza, sono quotidiane note dolenti. Diamo uno sguardo alla Cassa Integrazioni Guadagni ordinaria. Preferisco esaminare il trend annuo, confrontandolo con l’andamento dell’anno precedente. Così abbiamo una visione più chiara del trend. Mica malaccio tutto sommato, stiamo costantemente migliorando rispetto all’anno scorso. Prima di abbandonarci a danze selvagge per sfogare la nostra allegria, devo purtroppo ricordare che questi risultati si sono ottenuti a caro prezzo. Con tagli dolorosissimi di posti occupazionali e quel che è peggio, con spostamento da Cassa Ordinaria a Cassa Straordinaria che viene finanziata di volta in volta all’ultimissimo minuto.
Uno sguardo al Commercio Estero… è un tuffo al cuore. Si dice che le aziende si salvano grazie all’esportazione, ma dal grafico emergono cadute preoccupanti.
Argomento di grande attualità: l’aumento dell’IVA.
Il sito Soldi on Line è molto attento e raccoglie dati preziosi: qui ci consente di utilizzare una sua Infografica dove si calcola in modo esaustivo l’impatto dell’aumento di un punto percentuale dell’IVA.
Ulteriore freno ai consumi in un momento in cui non ce ne sarebbe stato proprio bisogno ! Si calcola che per un nucleo di 4 persone ci sarà un maggiore aggravio annuo di quasi 300 Euro a famiglia. Non una carestia dirai… Vabbè se pensi che un pensionato si porta a casa 6/700 Euro mese, hai un’altra visione della cifra. Poi somma gli aumenti IMU, quelli della nuova tassa sul Ruffo, la nuova tassa generale comunale… il Mike avrebbe ululato “Allegriaaa”!
Produzione Industriale, ancora l’ISTAT ci dà un quadretto che nel mese di luglio vede la produzione cadere bruscamente. Devo dire che come cultore della tendenza, mi salta all’occhio che tra su e giù l’indice naviga all’interno di un canale ascendente.
Quindi finché il grafico non mi perfora la linea inferiore, non posso che rallegrarmi per la sequenza di minimi e massimi tutti crescenti.
Tutti attenti a che cosa succederà nei 2 mesi seguenti, perché il successivo è agosto che come produzione conta poco.
Fatturato e Ordini.
Anche qui il grafico è in terreno negativo da un sacco di tempo: autunno 2011, in altro modo ma saltano fuori ancora quei due anni di passione che abbiamo già incontrato. Però anche qui il trend sembra intenzionato a risollevarsi. Con calma, beninteso !
Indice di Fiducia dei Consumatori.
Settembre alla grande e apparentemente da giugno ci sono state robuste iniezioni di fiducia. Ma c’è un ma, purtroppo. Senza farne troppa pubblicità, improvvisamente in giugno quei birichini dell’Istat, hanno cambiato i parametri di calcolo. Adesso stiamo paragonando mele con carote, quando guardiamo il pre-giugno e dopo. Non è stato bello e soprattutto non mi piace il modo di fare all’italiana, in cui si cerca di “aggiustare” le cose senza dare nell’occhio. La politica dovrebbe star fuori dai numeri, sennò non sono più numeri. Ciò detto e veementemente sottolineato, per ora mi rallegro perché il trend da giugno si è mantenuto per 3 mesi positivo. Vedaremm !
Passiamo in breve all’Asia.
Ecco di nuovo il PIM, l’indice dei capi ufficio acquisti, calcolato sulla produzione cinese. L’indice era scivolato sotto quota 50 (recessione) per qualche mese, ma in settembre con uno spettacolare colpo di reni si è riportato sopra 50 (espansione) e quel che pesa, ad un massimo da 6 mesi.
Concludendo, tra qualche sorriso e molte lacrime siamo arrivati in fondo. A questo punto tu hai in mano i miei stessi dati, quindi se ancora ti stai domandando come vada, sei perfettamente in grado di darti le risposte che potrei darti io.
Se questo articolo vi è interessato potete leggere anche l’ultimo blog pubblicato dall’Autore.
Ho letto tutto l’articolo per capire a che punto eravamo nel 2013 e dove siamo ora… bè di cose ne sono cambiate anche se i problemi di fondo restano sempre gli stessi.
Adesso attendiamo la NON brexit.
Saluti.