Lettere al Direttore: un esperto mette i puntini sulle i della stampa con inchiostri UV

Caro Direttore,

Il “punto” sugli UV LED e l‘ampia analisi sull’attuale situazione concernente l’impiego della tecnologia UV, contenuti nel tuo editoriale sugli UV LED del 29 maggio scorso, mi danno lo spunto per intervenire sull’argomento, non senza una vena di polemica, come a volte mi capita, in questi casi.

A dire il vero, ero già stato sollecitato a una riflessione in merito all’utilizzo degli UV, dagli articoli attinenti a questa tecnologia riportati nel numero di “Report” di KBA del marzo scorso; articoli nei quali si evidenziano i grandi passi fatti in questo settore della stampa e che mi hanno dato l’opportunità di ripensare a tutte le battaglie da noi portate avanti su questa tematica nel corso della “nostra stagione”  [il lettore si riferisce ai Seminari tecnici organizzati negli anni 2002-2008 durante la direzione della rivista Graphicus – ndr].

Gli sviluppi e le nuove tecniche applicative degli UV mi confermano che le nostre intuizioni sulla validità di questa tecnologia erano piuttosto lungimiranti e non proprio campate in aria, come qualcuno si ostinava a sostenere. Se ben ricordi, erano in tanti a osteggiare questo tipo di applicazione volta a nobilitare gli stampati: da addetti ai lavori – tra i quali anche personaggi di grande spessore – a produttori di inchiostri che non avevano la voglia e, magari, neppure le capacità di guardare avanti.

Evidentemente la mia campagna a favore dell’impiego degli UV, iniziata (nel pubblico) sin dal febbraio del 2003 quando m’invitasti a parlarne per la prima volta a Milano al “Simposio sulla Tecnologia UV” da te organizzato, aveva una sua ragion d’essere; una campagna che tu peraltro hai sostenuto con convinzione: lo dimostra l’impegno con cui ti sei adoperato per organizzare altri seminari sull’argomento.

Eppure tanta, troppa gente ha fatto di tutto per contrastare l’impiego di questa tecnologia, e per quanto tempo!     È quindi con malcelato orgoglio che possiamo sostenere di aver “lottato” per qualcosa che finalmente si va sempre più affermando nella forma che le compete. Abbiamo avuto la “vista lunga”, cosa che invece non sembra avere, ancora oggi, gran parte della nostra imprenditoria del settore che, oltre a guardar poco e male oltre il proprio orticello, non ha neppur preso in seria considerazione, nel particolare momento in cui viviamo, un principio molto importante che un grande come A. Einstein sosteneva con convinzione:
Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a farle nello stesso modo. La crisi è la miglior cosa che possa accadere a persone e interi paesi perché è proprio la crisi a portare il progresso [….] Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. L’unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla”.

Purtroppo, credo che lo stimolo a migliorarsi, che la nostra generazione ha sempre avuto si stia ormai in gran parte esaurendo e con essa stiano scomparendo anche molti dei principi che con forza negli anni noi abbiamo sostenuto.
È vero, la mia è una considerazione piuttosto amara, oltre che polemica, sull’attuale stato delle cose; ma non darmi del pessimista, perché purtroppo il tempo che stiamo vivendo è la chiara rappresentazione di questa realtà!

Mario Di Berardino

 

Ringrazio l’amico Mario, esperto di stampa e sicurezza aziendale per la sua lunga attività in una primaria industria cartotecnica, per la sua precisa analisi sul comparto e sulla ‘visione’ di certi imprenditori.
Per fortuna non tutti sono così come ce li dipinge. Proprio in queste ultime settimane ho avuto modo di constatare come l’attenzione e l’interesse al ‘nuovo’ e ai mutamenti si stia risvegliando. Non in tutti, questo è vero, perché molti imprenditori della stampa, ancora si sentono legati, forse per comprensibili ragioni affettive, alla tradizione, al ‘profumo di carta e inchiostro. Il mondo della comunicazione cambia e con esso il modo di vedere la ‘stampa’ che non è più solo su carta come dimostrano due recenti articoli sull’evoluzione dei media e sulla comunicazione attraverso gli ‘strumenti mobili’ se così vogliamo chiamare i ‘mobile device’ ormai d’uso comune.
È anche vero che chi si limita a vedere il proprio futuro di stampatore semplicemente nella sola stampa digitale come è stato recentissimamente affermato in un Convegno e come fosse, oggi, una novità, allora ha sbagliato tutto e ha dimostrate di essere rimasto indietro.

Marco F. Picasso – MetaPrintArt