Non la stampa ma gli stampatori da anni soffrono un calo di commesse e di margini. Questo è noto. Non tutti però si sono resi conto delle ragioni e delle possibili soluzioni.

Non diciamo nulla di nuovo e certamente molti saranno in disaccordo con quanto affermiamo in questa analisi del mercato della stampa. Tuttavia, riteniamo, sulla base di ricerche a livello internazionale, che alla base ci siano delle verità inconfutabili.
Molti stampatori commerciali hanno da tempo capito che il lavoro di sempre, il famoso “abbiamo sempre fatto così” oggi non paga più. Di conseguenza si sono rivolti a settori più remunerativi o quanto meno in crescita. In particolare alla stampa di etichette e di imballaggio, oppure al grande formato. Ma non sempre i risultati sono stati alla pari delle aspettative. Ci sarà una ragione.
Al recente convegno Gipea — associazione degli stampatori di etichette autoadesive ― si è posta una domanda: “Stampare etichette, conviene?” Evidentemente la risposta unanime è stata: sì, conviene. Ma in privato qualcuno ha aggiunto: “Conviene, ma meglio non farlo sapere”. Come dire, evitiamo che stampatori commerciali ci portino via il mestiere.

Cambiare mestiere o mentalità ?

Uno studio condotto negli USA afferma che molte aziende di stampa cercano o hanno cercato di (perdonando il gioco di parole) ‘convertirsi al converting’. Tuttavia i casi di successo si contano sulle dita per il motivo che la stampa di etichette o di imballaggi in cartone o in materiale flessibile, non si impara da un giorno all’altro. Ci voglio non soltanto attrezzature – che quelle si acquistano facilmente – ma competenze specifiche in prestampa, stampa e gestione, e soprattutto nei mercati e nelle regole sempre più intricate che governano il mondo del packaging.
In un convegno di Grafitalia/Converflex, Simona Michelotti, AD della SIT di San Marino, nota industria di stampa del packaging flessibile, mise in guardia dai facili entusiasmi nel tentare il passaggio ‘tout court’ dalla stampa commerciale alla stampa di imballaggi, perché le delusioni, e i fallimenti, sono dietro l’angolo.
In tutti i casi è comunque corretto cercare di convertire la propria attività nei settori in cui la domanda è maggiore. Secondo tutti gli analisti questi settori sono:
– la stampa digitale di piccolo formato (personalizzata, mini-tirature, stampa on-demand)
– il grande formato, insegnistica e cartellonistica (soprattutto con i supporti moderni all’avanguardia dagli adesivi ai tessili)
– etichette e packaging.

Stampa digitale

La stampa a toner e oggi a getto d’inchiostro, hanno aperto nuove opportunità per gli stampatori commerciali. La combinazione tra tirature corte e personalizzazione hanno trasformato l’approccio alla stampa. Le applicazioni vanno dai libri ‘fai-da-te’, ai giornali super locali, e persino a riviste a contenuti variabili, quasi personalizzate (questo richiede uno specifico e impegnativo lavoro di redazione, ma può avere rendimenti interessanti).
Un altro prodotto di moda – ormai da diversi anni peraltro – sono gli album fotografici, un mercato nato con la stampa digitale per prodotti 100% personalizzati. Lo stesso si può dire per libri in poche copie, con molte immagini e copertina cartonata dedicati a lettori unici.
Questo dicono gli analisti. A parere nostro, non basta. Da un lato c’è la concorrenza da parte di aziende che questi lavori li hanno in portafoglio già da anni e che sono particolarmente attrezzate allo scopo, non tanto per attrezzature di stampa, quanto nei sistemi gestionali. Il rischio è di trovarsi in mano un lavoro che poi no si riesce a gestire. Dall’altro lato, la necessità di un mercato vasto e polverizzato, con enorme dispendio di energie per sostenerlo.
E qui ci si permetta una parentesi. Oggi su Facebook proliferano piccole tipografie che propongono lavori a distanza – il web-to-print tanto di moda – imitazione di chi queste offerte le ha inventate  e messe in pratica ormai da molti anni. E per principio, sappiamo che imitare non è mai, o quasi mai, fonte di successo. Inutile cercare di copiare chi ha avuto un’idea vincente, ma bisogna cercare di avere proprie idee vincenti per avere successo sul mercato. Purtroppo invece, il mondo dei tipografi è costellato di ‘inseguitori’, i quali, essendo appunto inseguitori, saranno sempre dietro. Parentesi nella parentesi: non si capisce poi perché usare Facebook, che non è un Social professionale, ma di gossip e contatti privati anche se messi in pubblico. Comunque non adatto per fare business. Chiusa la parentesi.

Grande formato e stampe speciali

Nel grande formato oltre alla stampa è importante il taglio

Nel grande formato oltre alla stampa è importante il taglio

Questo è un campo in forte espansione in cui soprattutto le nuove tecnologie vengono incontro agli stampatori. Fino a ieri, queste applicazioni richiedevano attrezzature molto costose e quindi investimenti non alla portata di piccole o medie aziende. Oggi, con la stampa a getto d’inchiostro e al proliferare di plotter a rotolo e in piano, la produzione di poster, banner, insegne e altri stampati di grande formato non hanno più limiti, se non quelli di una capacità di gestire le commesse e il mercato. Le stesse attrezzature di stampa vanno da sistemi semplici e relativamente poco costosi, con i quali cominciare, a sistemi complessi e di alta qualità che permettono di entrare nei mercati più sofisticati della pubblicità esterna e non solo. Si tenga anche presente che questo segmento di stampa, non si limita alla stampa piana, su carta, cartone o materiale sintetico, ma anche su oggetti, aprendo nuove opportunità di mercato, come ormai vediamo da anni nelle fiere specializzate.
Se anche la stampa 3D può far parte di questa categoria, qui si parla in particolare della stampa ‘normale’ su oggetti tridimensionali: custodie per telefonini, chitarre, palline da golf, tanto per citare alcuni oggetti fino a ieri neppure presi in considerazione.  Il limite, o se vogliamo la difficoltà di questo settore, consiste nella prestampa, che spesso contempla la stampa abbinata al taglio e nella corretta gestione degli ordini, pressoché di pezzi unici o quasi.

Etichette e packaging

Stampare etichette conviene

Stampare etichette conviene

Come detto sopra, questo è un settore promettente, ma che richiede elevata professionalità.  È vero che la stampa digitale offre oggi nuove opportunità per chi vuole inserirsi in questo mercato. Il vantaggio è la possibilità di offrire etichette a clienti che fino a ieri non pensavano di poter promuovere i propri prodotti con una vesta grafica interessante e piacevole. Parliamo in particolare di prodotti artigianali, dal vino alle confetture, dal miele al piccolo agroalimentare. Oggi anche un piccolo produttore con una grande varietà di prodotti specifici, può presentarli alle varie sagre e mercati locali, con etichette non solo stampate e incollate, ma persino con una grafica invitante e attraente e in rotoli autoadesivi.
Un fatto è certo: i mini segmenti di mercato esistono e oggi sono appetibili perché la tecnologia lo permette.
Quello che deve cambiare, eventualmente, è la mentalità dello stampatore che deve saper proporre la soluzione migliore, nel modo migliore, al prezzo migliore (per sé e per il cliente), e con la consegna migliore (il cosiddetto just-in-time, che comporta non solo la consegna ma la presa in carico al momento giusto e nel modo giusto).

Ma cos’è la stampa?

Quanto detto finora non è altro che un approccio diverso a quanto si è sempre fatto: mettere inchiostro su carta. Ma è questa la stampa, oggi?
Mettere inchiostro su carta è una cosa che tutti possono saper fare. La differenza tra uno stampatore qualsiasi, e uno di successo deve stare altrove. Vediamo.
Un caso è rappresentato dallo stampatore d’eccellenza, quello la cui qualità è decisamente elevatissima, e suoi prezzi sono adeguatamente elevati, e la sua clientela è particolarmente esigente e disposta a pagare il giusto. Ma questa è una nicchia, peraltro ottimamente rappresentata in Italia, che come sappiamo, più che attrezzature richiede competenze specifiche.  Ma non è alla portata di tutti.
Uno stampatore commerciale che ha sempre svolto un lavoro ‘di massa’, come può cambiare e adeguarsi alle nuove esigenze del mercato?
Un approccio, sperimentato soprattutto negli anni delle vacche grasse è stato: “prima compro, poi mi informo”. E così molte aziende si sono trovate con macchine da stampa sovradimensionate che oggi sono sul mercato dell’usato. Perché accadeva questo? Perché le aziende si fidavano, forse troppo, degli agenti di vendita delle grandi case produttrici di macchine. “Se lo dicono loro, che sono una grande azienda, di successo, allora è vero”. Qualcuno potrà contestare, ma è una frase sentita personalmente. E ha prodotto non pochi guai.
Una soluzione che ci sentiamo di proporre, è quella di cambiare dall’offerta orizzontale a quella verticale.

La stampa inkjet offre oggi molte soluzioni di qualità

La stampa inkjet offre oggi interessanti soluzioni con dato variabile di qualità

Se le tirature calano fino alla personalizzazione della copia unica o quasi, perché non offrire al cliente una serie di soluzioni? Non solo stampa, ma servizi complementari.   In fondo il cliente che chiede uno stampato lo fa perché deve comunicare. Ma si può comunicare anche attraverso parecchi altri mezzi. A parte i cosiddetti ‘cross-media’ che contemplano la comunicazione sia a stampa, sia a mezzo web o altre soluzioni virtuali, limitiamoci ai prodotti stampati. Se il cliente è un ristorante, gli si può offrire accanto ai menù – che magari cambiano giornalmente – altri mezzi di marketing collaterali, dalle insegne alle locandine che cambiano regolarmente, dai gadget per fidelizzare i clienti, alle etichette per la cantina personalizzata, alla pubblicità esterna. Un esempio che con le dovute modifiche, vale per ogni tipo di cliente.

Barriere conoscitive

Resta un problema da risolvere quando si vogliono affrontare nuovi mercati e proporre nuove soluzioni: la conoscenza e quindi la competenza. Senza queste non si fa molta strada.
Se parliamo di etichette e packaging sono richieste conoscenze specifiche relative le leggi vigenti – peraltro in continua evoluzione – per evitare grane. Conoscenza degli inchiostri, delle tecniche di finitura e di nobilitazione, e dei supporti. Ma anche per quanto riguarda la stampa di altri prodotti, oggi le conoscenze sono più complesse rispetto al passato.

Basti un esempio. Quanto si sa degli inchiostri UV? Lampade o LED? Si conoscono i limiti del LED (se ne è parlato all’ultimo convegno Gipea in cui è emerso che sul LED c’è una disinformazione ad hoc che  aziende produttrici di plotter inkjet hanno diffuso).
Ma limitiamoci alla conoscenze specifiche legate alla stampa.

Dall'etichetta alla fabbrica con la realtà aumentata

Dall’etichetta alla fabbrica con la realtà aumentata

La visualizzazione 3D: può essere utile saper proporre soluzioni tipo la stampa lenticolare o altri sistemi di visualizzazione tridimensionale. I questo campo gli sviluppi tecnologici sono rapidi e con la dovuta attenzione è possibile anticipare a concorrenza e quindi guidare il mercato verso applicazioni fino a oggi non molto diffuse. Un esempio che possiamo ascrivere a questo gruppo è la realtà aumentata (AR) di cui abbiamo già parlato su queste pagine e su cui torneremo (è previsto un seminario il prossimo marzo). Questa applicazione è molto importante nel campo delle etichette oltre che dei cataloghi e va ben oltre.
Design strutturale: ci sono progetti di packaging o di espositori per il punto vendita che prevedono pannelli multipli che richiedono appositi software corrispondenti a InDesign o QuarkXPress per la stampa 2D, da applicare a materiali 3D.

Complesse strutture di cartone con adeguati software e tavoli da taglio

Complesse strutture di cartone con adeguati software e tavoli da taglio

Workflow: che si stampi 2D o 3D il corretto flusso di lavoro con sistemi automatizzati è diventata oggi una necessità cui non si può rinunciare se si vuole mantenere la competitività. Molti stampatori sono già attrezzati in questo campo, ma devono fare attenzione a mantenersi aggiornati con la complessità crescente dei lavori. La stampa di grande formato ha le sue esigenze specifiche e spesso occorre avere flussi di lavoro compatibili con la stampa tradizionale, per non parlare del taglio e montaggio  degli elementi a formare una struttura: un risparmio di lavorazioni.
Collaborazione: progetti complessi richiedono operazioni multiple che coinvolgono altri campi di attività e quindi possono richiedere la collaborazione di aziende, spesso artigianali, con competenze specifiche. Una collaborazione dinamica, tipo cloud, permette di offrire soluzioni in tempo reale. L’integrazione tra i flussi di lavoro per operazioni diverse può costituire una sfida interessante.
Finitura: chi stampa piccoli formati ha in genere buone competenze con il post stampa, quali taglio, cordonatura, piega. Il grande formato può richiedere finiture più elaborate, non ultimo il tavolo da taglio e la possibilità di lavorare su materiali diversi, rigidi o flessibili, e con spessori anche consistenti. Anche in questo caso non è solo la macchina che fa la differenza, ma molto spesso il software.

Il ruolo dei fornitori

Questo è un argomento non facile: la gran parte degli stampatori, è affezionata a un fornitore, sia per il nome che questo porta, sia perché hanno spesso un rapporto di fiducia con i suoi agenti o product manager. Negli anni tuttavia ci è capitato di vedere agenti di vendita che passando da una azienda a una concorrente, riescono a esaltare le virtù della nuova azienda per cui lavorano alla pari della precedente. Allora i casi sono due: o non sono o non erano sinceri, o i prodotti si equivalgono tutti. A nostro parere i buoni prodotti sono sì paragonabili, ma non sempre si equivalgono. Nel senso che alcuni possiedono certe caratteristiche che altri non hanno. Ciò che importa è valutare quali sono le caratteristiche di cui si ha maggiormente bisogno. E per questo occorre conoscere bene il proprio lavoro e il mercato a cui ci si rivolge: quindi “prima mi informo poi compro“.
Per questo motivo non si deve imitare o improvvisare, ma occorre sempre avere ben chiaro ciò che si vuole fare, indipendentemente da quello che fanno i nostri vicini.