A parte gli investimenti in tecnologie innovative in funzione delle reali esigenze dell’azienda, sono le idee che danno sviluppo alla nuova realtà dell’industria grafica.

È quanto emerge da un’intervista a Silvano Bianchi, amministratore delegato di Komori Italia, Pollicione d’Oro 2016 alla carriera, maturata con esperienze di fabbrica in Giappone, in aziende di stampa e di management aziendale.

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Silvano Bianchi, AD Komori Italia

MetaPrintArt – Nonostante l’interesse visto in Drupa 2016 per il packaging, il digitale e la flexo, la stampa offset, come abbiamo riportato in un nostro articolo dopo la drupa 2016, non sembra in declino. Questo almeno dal punto di vista delle innovazioni presentate. Le aziende produttrici hanno presentato macchine innovative per vivacizzare un mercato debole, o per il mercato è un segno di ripresa?

Silvano Bianchi – Innovazioni ci sono state un po’ per tutti anche perché alcuni costruttori erano rimasti indietro. Per quanto riguarda Komori le sue macchine puntano sempre più al controllo della qualità sulla cromia, sul registro, in pratica su ogni tipo di deviazione dal foglio di approvazione: in pratica ha sviluppato sistemi di controllo che aiutano macchinista nella gestione dell’impianto e al tempo stesso l’azienda nell’avere la tracciabilità e la certificazione di tutta la produzione.
Un elemento da tenere presente è che la macchina da stampa è un’unità di uscita del lavoro e il costruttore deve dare allo stampatore la possibilità di utilizzarla al meglio per le proprie esigenze produttive, ma integrata nell’intero ciclo produttivo.

Integrazione e stampa ibrida

MPA – Qual è dunque il focus di Komori ?
Silvano Bianchi – Il controllo remoto, mediante il quale Komori potrebbe essere in grado di fornire consigli al suo cliente per essere operativo al meglio andando ad agire sulle aree di inefficienza. Faccio un esempio: Komori può entrare, virtualmente, in sala macchine o anche nella configurazione della commessa, per un continuo confronto dell’andamento dell’utilizzo della macchina e individuare dove eventualmente l’impianto è deficitario. Si vede dove si può migliorare anche nella prestampa, nella preparazione delle lastre e nella disponibilità dei materiali, carta, inchiostri eccetera. E anche con un controllo sui consumi. Quindi il focus è l’integrazione del ciclo produttivo, in cui si tenga conto che la macchina non è il centro del sistema, ma fa parte della catena produttiva.

Una Komori Lithrone 8 colori con voltura, una delle macchine offset che va per la maggiore

Una Komori Lithrone 8 colori con voltura, una delle macchine offset che va per la maggiore

Il terzo punto è la conferma che la stampa deve farsi apprezzare come uno strumento di comunicazione vincente, perché viene enfatizzato l’elemento qualitativo anche su supporti difficili, secondo il concetto del valore aggiunto. Motivo per cui Komori ha puntato da tempo sullo sviluppo dell’H-UV e ora anche su H-UV LED, non limitandosi alla semplice fornitura della lampada di cui è proprietaria nel suo sviluppo, ma con la responsabilità dell’intero concetto.

MPA – Abbiamo anche visto due soluzioni ibride offset-digitale. Una consolidata e una molto innovativa. Come si muove Komori in questo campo e come vede il mercato ?
Silvano Bianchi – Komori ha presentato due sistemi offset connessi con la stampa digitale: la riconferma del sistema IS29 messo a punto con Konica Minolta basato sulla stampa inkjet UV con garanzia di ancoraggio su ogni tipo di supporto.

Il sistema NS40 sviluppato da Komori in collaborazione con Landa

Il sistema NS40 sviluppato da Komori in collaborazione con Landa

L’altro l’innovativo sistema NS40 sviluppato in collaborazione con Landa: quattro anni fa era un prototipo, oggi comincia a diventare una realtà, e conferma la volontà di Komori di investire su qualcosa di unico e nella tecnologia del futuro.
Il mercato ha mostrato interesse per entrambi i sistemi, in particolar modo sulla NS40 basato sulla nanotecnologia Landa si prevedono le prime installazioni del corso del 2017.

Offset mercato maturo

MPA – E passiamo al mercato italiano. Qual è la tipologia di azienda di stampa che oggi in Italia, ha convenienza a investire in macchine dell’ultima generazione ? E cosa può aspettarsi dal mercato ?
Silvano Bianchi – Il mercato italiano della stampa offset è un mercato maturo, come lo sono quelli francese, inglese o tedesco, ma noi non siamo secondi a loro. Anche in Italia ci sono aziende che investono. Certamente gli investimenti oggi riguardano macchine che permettono lavori speciali per aziende che cercano il valore aggiunto quale risposta alle esigenze di chi vuole prodotti nuovi, soprattutto sollecitati dalle agenzie, che spingono per uscire dalla massa, che fanno ancora apprezza la stampa come elemento di comunicazione a patto che possa dare qualche cosa in più.
Quindi la tipologia di investimento è per macchine lunghe, accessoriate e più veloci, non non tanto come velocità di macchina ma soprattutto nella fase di avviamento macchina, con una fortissima attenzione al risparmio di tempo, scarti carta e ora anche energetico. komori-528-c-uv-1998-066

MPA – In un recente commento a un nostro articolo dal 2015 sulla crisi della stampa in Italia, un imprenditore lamenta il fatto che per restare sul mercato oggi le aziende dovrebbero investire in macchine digitali o passare ad altre soluzioni tecniche, come il packaging o il 3D. Ma hanno macchine recenti e accessoriate, che non producono e potrebbero essere vendute solo a peso.
Qual è la risposta di Komori ?
Silvano Bianchi – Resta l’area difficile che è quella della stampa convenzionale, commerciale. In effetti conosciamo aziende che negli anni passati hanno acquistato macchine non adatte alle loro reali esigenze. Non esiste la macchina giusta o la macchina sbagliata. Ognuno deve saper comprendere qual è la macchina adatta al proprio mercato, alla propria clientela. Ripeto il concetto: la macchina non è al centro, ma fa parte della catena produttiva. Al limite, oggi potrebbe anche non essere una macchina da stampa perché se l’azienda si è sviluppata sul servizio o sul prodotto veloce come il web-to-print, l’investimento deve essere rivolto alla logistica, o a tecnologie scelte in funzione del tipo di servizio offerto. Brutto a dirsi, ma bisogna avere il coraggio di potersi trasformare e adattare in tempi veloci rischiando anche di lasciare quello che era in precedente profilo aziendale.

MPA – Quale consiglio può dare a aziende medie o anche piccole per il loro futuro ?
Silvano Bianchi – Innanzi tutto vedere dove si è collocati: se necessario bisogna cambiare completamente la realtà produttiva; oppure cambiare la clientela, facile a dirsi difficile nel realizzarlo. Se si è investito in macchine che non rispondono più alle esigenze delle propria clientela tradizionale, occorre avere il coraggio di buttarsi su clienti nuovi. Quindi ogni piccola e media azienda deve fare una propria analisi interna e chiedersi: “Siamo ancora adatti alla nostra clientela? Possiamo cambiare tecnologie di stampa o produttive?” Ma se abbiamo macchine acquistate da poco che non riusciamo a far girare, cambiamo clientela o cerchiamo di modificare le macchine per rispondere all’evoluzione del mercato.
Bisogna quindi innanzi tutto investire nelle idee. Dobbiamo vedere la realtà dell’industria grafica come un nuovo tipo di industria della comunicazione, che sviluppa un modo diverso di approcciare il mercato.
Il piccolo stampatore, se ha il know how dell’intero ciclo di produzione, e non può investire in nuove tecnologie sofisticate può diventare un grande broker mettendo a frutto tutta la sua competenza.