ACSG ha dedicato una serata ad Antonio Ghiorzo il Cavaliere della Stampa. Tra aneddoti e storia di un mondo che scompare, tra allegri ricordi e note sulla formazione grafica un bellissimo Amarcord.

L’idea che l’Associazione Culturale di Studi Grafici di Milano lanciò a inizio anno è stata non solo accolta dagli amici, ma ha riscosso un successo scontato, ma che si temeva non fosse tale. Brava l’Associazione, alla quale Ghiorzo fu presente e vivacemente attivo tutti i martedì sera, in Galleria, poi al Rizzoli e infine nell’attuale sede presso gli Artigianelli di Milano. Brava soprattutto Chiara che ha dedicato tanto del suo tempo libero a far sì che l’organizzazione fosse perfetta e che non mancasse nulla. Chiara, che entrò giovanissima come ‘redattrice in erba’ a RG e poi affermatasi come valida giornalista del settore grafico, ha in questo modo ‘ringraziato’ il suo pigmalione.

Nella sua presentazione del personaggio (che leggerete su RG) ne ha delineato pregi e ‘difetti’ quei ‘peccati veniali‘ che gli furono ascritti, ma che lo hanno fatto, appunto, un grande del mondo della stampa.

Nella tavola rotonda che è seguita gli Amici ne hanno enfatizzato alcuni aspetti: dalla nascita della sua rivista “presa inizialmente sotto gamba”, all’idea mirabilmente realizzata della Enciclopedia della stampa, alle ‘gaffe’ che gli dettero ancor più prestigio (come quella con Jonathan Seybold). Infine, i ricordi da parte dei formatori: Delio Remondini che ha ricordato la lunga amicizia, Mauro Colombo che ha illustrato il contributo di Ghiorzo al Pollicione d’Oro e, ci piace sottolineare, l’intervento di Manuel Posenato appositamente venuto da Verona, per ricordare la disponibilità di Ghiorzo nell’aiutare i giovani che si inserivano nel mondo del lavoro. Altri, purtroppo, lo hanno dimenticato e non si sono presentati.

Ester Crisanti introduce la serata condotta da Chiara Bezzi

Tra i giovani che hanno voluto ricordare il Cavalier Antonio, Gianni Rubagotti che, fresco di laurea in filosofia con una tesi, innovativa per l’epoca sui Metadati, entrò in redazione pur senza rimanervi a lungo. Da lui riceviamo questa lettera con una intelligente proposta che sosteniamo e giriamo alle scuole grafiche che vorranno prenderla in seria considerazione.

 


Gentile Direttore,

come te ieri sera ero alla prima commemorazione del Cavalier Antonio Ghiorzo.
Ne sono uscito triste, l’età media era alta e con molte persone di un mondo che non c’è più, quello della stampa come “aristocrazia del lavoro” che aveva fatto arricchire una generazione di persone che avevano vissuto la fame durante la Seconda Guerra Mondiale e la durezza della ricostruzione.
La sensazione è che Ghiorzo rischi di essere del tutto dimenticato con il passare degli anni e grazie alla rivoluzione tecnologica che ha spazzato via oltre a macchinari anche aziende, persone e tecnici.
Tante cose sarebbe bello fare: una mostra con i vecchi numeri di Rassegna Grafica per fare un po’ di storia, una raccolta degli articoli migliori del Cavaliere.
Ma le risorse e il tempo di tutti sono scarsi.
Una cosa però mi pare sostenibile, e dovuta a un imprenditore tanto attento alla formazione dei giovani.
Una targa, affissa a un’aula agli Artigianelli ma, perché no, anche dai Salesiani che per tanti anni hanno usato la sua enciclopedia della stampa con il “Pollicione”.
Credo che sarebbe felice, lui che non sorrideva poi così tanto, di stare vicino a chi fa i primi passi per diventare un “tipografo”.
Lui che continuava a chiamare “Tipografia” la sua casa editrice anche dopo tanti anni dalla vendita della sua ultima macchina da stampa.

Gianni Rubagotti

Carissimi amici e colleghi, anch’io avrei voluto essere qui con voi per condividere questo momento in ricordo di Antonio: non avendone la possibilità ho voluto testimoniare la sua grande umanità e personalità con queste poche righe. Ci sono persone che quando ci lasciano, la nostra mente, complice il tempo, tende a dimenticare. Molto probabilmente questa condizione è influenzata dalla vita frenetica che quotidianamente scandisce ogni momento, dalla molteplicità delle informazioni o dall’isolamento che lo smartphone, inconsapevolmente ci induce e la digitalizzazione mediatica velocizza. Antonio non è tra queste persone. Dove c’è qualcosa che direttamente o indirettamente parla di stampa, ed in senso più ampio della comunicazione, lui è qui, anche se non lo vediamo, sentiamo che c’è, con il suo aspetto bonario, quel sorriso che ti mette a tuo agio e, nel tempo, dopo averlo conosciuto per tanti anni, l’amico che è contento di vederti, di incontrarti, di stringerti la mano e, a volte, di abbracciarti sinceramente.
“È arrivato il bolognese.!!! Ciao Bologna, …vai bene te” Questo era l’immancabile saluto quando ci incontravamo, con quella cadenza vocale milanese e gli immancabili occhiali, giacca e cravatta, che lo rendevano inimitabile e lo distinguevi da lontano .
Quando sono seduto nel mio studio, non manca mai uno sguardo a quell’opera che è Grafica 1,2,3,4 che si trova in quello scaffale della libreria dove lo sguardo spesso l’incontra. Per non parlare dell’enciclopedia della stampa, del libro sulla serigrafia e sulla flessografia, quando ai più queste tipologie di stampa ancora non erano conosciute e dei libri sulla litografia, immancabili riferimenti di un aggiornamento professionale continuo. E che dire di Rassegna Grafica? Con quel formato assai grande era distinguibile tra tutte le riviste, come lui si distingueva tra tutti i giornalisti. Chissà cosa direbbe ora della carta stampata e dell’evoluzione della tecnologia! Sempre presente alle fiere, ai convegni, alle presentazioni, ci incontravamo spesso e, per me, conoscere il suo pensiero e confrontarmi con lui era importante. L’ho sempre considerato un saggio, un esperto, in ultima analisi una persona seria, un professionista. La sua dedizione alla scuola; questo era uno dei denominatori comuni che ci legava. Ci ha sempre creduto, non è un caso che la maggior parte delle sue opere erano rivolte alla scuola. Un panorama editoriale sulla stampa a 360°.
Antonio Ghiorzo, il Cavaliere della Stampa è veramente un titolo perfetto che integra tre figure in una: stampatore, editore e giornalista.
Grazie a tutti coloro che hanno avuto il pensiero e la volontà di organizzare questo evento in memoria di Antonio. È ricordando ed in particolare facendo conoscere queste persone alle nuove generazioni, che possono nascere stimoli ed esempi da seguire.
Un caro saluto a tutti, e in particolare ad Antonio che, se non è qui fisicamente, sicuramente ci sta ascoltando.

Adalberto Monti

Grazie a tutti partecipanti (quasi 100) e un ringraziamento a Enrico Parisini (Edigit) e Sante Conselvan (I&C-Gama) che hanno allietato la serata con un rinfresco preparato dagli allievi della Scuola Salesiana di Arese.