In un recente scambio di opinioni su LinkedIN, si è discusso su quale sia il futuro della carta stampata. Puntare sulla qualità o sulla realtà aumentata? Due versioni opposte o piuttosto, come si usava dire, convergenze parallele? Ne discutiamo qui con i protagonisti.

Ne è sorta una interessante, e costruttiva, discussione. La riportiamo in parte con il consenso dell’autore, Christian Baldovini, perito grafico all’Aldini Valeriani oggi Senior Account presso Poligrafici Il Borgo srl di Bologna, cui rivolgiamo alcune domande.

Christian Baldovini

Christian Baldovini

Vediamo innanzi tutto quali sono le “convergenze parallele”: da un lato si dice che la carta stampata “dovrebbe tornare a investire convintamente sulla qualità della materia prima utilizzata”.

D’altro canto, per tenersi al passo con i tempi e con l’utenza più giovane, la carta stampata “dovrebbe virare decisamente verso la tecnologia, investendo su applicazioni tipo la realtà aumentata”.

Sono due visioni condivisibili, ma all’apparenza diametralmente opposte.
«A garantire la prima – afferma Baldovini – sono i fasti del passato, la qualità tangibile di un prodotto pregiato all’interno del quale fruire di contenuti sempre più qualificati. Per la seconda, la garanzia del futuro è rappresentata dal compromesso con il “nemico”, una tecnologia in grado di trasformare il prodotto statico per eccellenza in uno dinamico, rendendolo quindi molto più accattivante
E aggiunge, molto diplomaticamente: «Essendo un perito grafico la prima soluzione mi affascina molto, la seconda invece mi intriga.»

Le tipografie devono evolvere

Facciamo una breve parentesi: si discute di ‘realtà aumentata’, ma pochi ne hanno tuttora una conoscenza approfondita e realistica. Mi basti accennare a un episodio di pochi anni fa: a un convegno tra stampatori, mostrai un’etichetta e, puntando lo smartphone, si apriva un filmato che mostrava lo stabilimento di produzione (era l’etichetta di una birra). Tutti a cercare dove fosse ‘stampato’ il codice che apriva la App. Ovviamente non era stampato, ma era nella filigrana.

A un altro convegno, un ‘guru’ suggerì di inserire un QR-code ai propri biglietti da visita: mostrai il mio che già lo aveva e ci restò male. Questo per dire a che livelli siamo (eravamo).

Certamente oggi le aziende di stampa più evolute, come afferma Christian Baldovini, si sono adeguate o lo stanno facendo, proprio perché “la necessità di assecondare le richieste di ognuno dei nostri clienti ci obbliga a percorrere entrambe le strade.”

Integrare stampa e servizi

Quindi il valore aggiunto non può prescindere da ‘alta qualità’ e ‘nuove applicazioni’.
Il dibattito però a questo punto devia sull’eterno conflitto (ma perché poi dev’essere un conflitto?) tra analogico e digitale o tra carta e web.
A questo proposito, in un’altra occasione Christian Baldovini ha ben affrontato il tema.

Innanzi tutto oggi è necessario integrare stampa e servizi, ad esempio stampando in linea uno o più dati variabili univoci su qualsiasi prodotto cartaceo; in più, integrare gli stampati commerciali con QR-code, codici alfanumerici o a barre, immagini, diversi di copia in copia, per trasformare un prodotto cartaceo statico in uno dinamico.

POLIGRAFICI IL BORGO

La rotativa in funzione con un particolare della stampa inkjet

Questa ucciderà quella ?

C’è poi il problema del web: “questa ucciderà quella?” parafrasando la celebre frase di Victor Hugo, relativa proprio a quella nuova ed emergente tecnologia chiamata stampa. Ebbene come la stampa non uccise l’Arte, così oggi il web non uccide la carta.

Per dirla con le parole di Baldovini «in questo caso siamo spesso di fronte a due tipologie di clienti differenti: l’immediato e il tradizionalista. Chi sceglie il web cerca solitamente velocità di esecuzione, il miglior prezzo e sovente vuole poi condividere il suo acquisto con una “community”. Che il risparmio di tempo sia spesso addirittura più sentito di quello economico lo dimostrano poi i casi in cui il consumatore è disposto a pagare di più per avere la consegna già poche ore dopo il completamento della transazione
E conclude: «Del resto il consumatore di oggi passa già a suo piacimento dalla carta al web e viceversa. Fargli capire che non si tratta di due modalità in antitesi, ma al servizio l’una dell’altra è uno dei compiti che ci riserverà il futuro (molto) prossimo

Un concetto che occorre far capire a molti che tuttora non hanno ben chiare le differenze e le analogie tra le due modalità di comunicazione.

Il volantino funziona ancora

Ma c’è una buona notizia. Da una recente analisi, sempre di Christian Baldovini, emerge che per il 58% dei consumatori (fonte Nielsen) il volantino è ancora un punto di riferimento per la spesa.
«Durante il lockdown i consumatori hanno dovuto selezionare il retailer in base alla vicinanza, falsando quindi il loro rapporto con la GDO, perché è venuta meno la facoltà di scelta. E l’e-commerce ha rappresentato una risorsa. Anche se non ha sempre risposto bene all’aumento delle richieste, si è fatto conoscere meglio dai consumatori.»

Con il lento ritorno alla quotidianità i clienti ritroveranno le vecchie abitudini?
La GDO saprà gestire la pressione promozionale in questa pseudo normalità?

A queste domande la riposta è positiva: «Sì, tornando a utilizzare proprio il volantino, il re della promozione commerciale, ora in grado di dialogare anche con il web. Inquadrando con lo smartphone i codici univoci Datamatrix stampabili sui volantini stessi, oggi è possibile ottenere vantaggi quali la maggiore interazione con i clienti, l’opportunità di cross-selling, la migliore profilazione dei consumatori. La tecnologia ha quindi trasformato il “sorpassato strumento pre-digitale” per antonomasia in un veicolo per il mondo multimediale

In questo video è illustrata l’attività di Poligrafici Il Borgo

Ringraziamo Christian Baldovini e Poligrafici Il Borgo srl per la disponibilità.