Questi ultimi anni di cambiamenti e sviluppi tecnologici hanno dimostrato che il terreno su cui si basa l’industria della stampa è cambiato rapidamente. Nuove tecnologie, ma anche nuove applicazioni sono la norma. Le tecnologie tradizionali di stampa sono ancora richieste, ma nuovi sistemi e soprattutto nuove applicazioni sono già reali o appena dietro l’angolo. Sabine A. Slaughter di GPM, di ritorno dal Gulf Print & Pack a Dubai, ci offre alcune considerazioni.

Il cambiamento rapido dell’industria della stampa è avvenuto negli ultimi 15 anni, prima con il CtP, quindi con l’era del JDF. Molte aziende di stampa hanno affrontato nuovi investimenti per ottenere un flusso di lavoro continuo senza interrruzioni e una gestione globale dagli ordini alla consegna. Ma nel frattempo abbiamo assistito all’ingresso della stampa inkjet di grande formato in cui velocità e qualità hanno rimpiazzato la serigrafia.
Si è anche imposta la personalizzazione e le prime stampanti digitali da semplici ‘fotocopiatrici’ sono diventate macchine da stampa.
Ma queste prima del nuovo millennio erano ancora considerate un fatto esotico, per qualcuno persino passeggero [düra minga, dicevano a Milano – ndr]. Al massimo il nome e l’indirizzo. Cambiare anche l’immagine in funzione del gruppo di destinatari? Ma perché mai?

Stampa extra large al Gulf Print & Pack

Stampa extra large al Gulf Print & Pack

La tecnologia c’era [fin dal 1993– ndr] ma a che serviva? Pochi cominciavano a capirlo. Poi (e siamo nel 2004) sono arrivate la lastre rescrivibili [troppo tardi, c’era già la stampa senza lastre – ndr]. La stampa digitale avanzava ormai inesorabile: bianco e nero, poi colore, poi colore di alta qualità; laser, toner elettrofotografico; poi l’inkjet, a quei tempi appena in fasce [l’abbiamo vista a Dayton, Ohio nel 1995 e aveva una qualità orribile– ndr]; oggi ha raggiunto, se non superato, quella a toner. Presto anche la velocità (e quindi la produttività) saranno paragonabili. E si è affermata anche nella stampa tessile e di altri settori.
Nel 2005 entrano sul mercato le prime stampanti inkjet di qualità accettabile che portano la stampa transazionale verso nuovi lidi del direct mail, ma ancora alla drupa 2008il settore non aveva sfondato. Intanto c’era chi prevedeva che la stampa digitale a toner pur raggiungendo la qualità offset non avrebbe migliorato molto in termini di velocità.
La produzione in linea di prodotti stampati con unità di finitura direttamente collegate alle macchine da stampa digitale cominciano solo ora ad affacciarsi sul mercato, mentre le rotative per etichette e astucci le avevano anticipate di molti anni.
Quanto alle grandi novità tecnologiche nel digitale, in effetti dopo gli annunci – per ora solo tali – della nanografia di Landa, ancora al Gulf Print & Pack di aprile 2013 non si sono viste grandi invenzioni e grandi innovazioni nella stampa elettrofotografica.
Al contrario è, l’inkjet che sta di fatto lasciando il segno nell’industria della stampa. Le prime macchine a foglio formato B2 si sono viste al JGAS di Tokyo nel 2009 e già ne sono state installate diverse.
A mio parere questa tecnologia ha cominciato a essere accettata nel 2010 (Ipex) quando gli stampatori si sono resi conto che potevano trovare le giuste macchine per nuove applicazioni che avrebbero potuto offrire ai propri clienti, con una produzione efficiente e di qualità con macchine digitali. Una tendenza che è poi stata confermata con la drupa 2012.vutek

Pensare prima al mercato

Mentre prima la questione di un investimento in una macchina da stampa oscillava tra la offset e la flexografia, la stampa digitale è diventata da tempo un’alternativa indispensabile nelle valutazioni.
Ma gli stampatori, per avere successo con la stampa digitale e le relative macchine, devono necessariamente pensare prima al mercato che vogliono (o devono) affrontare e alle offerte e applicazioni che vogliono produrre.
Quali supporti di stampa e quali inchiostri devono utilizzare ? A differenza della stampa offset, gli inchiostri sulle macchine digitali non sono intercambiabili, nel senso che non è lo stampatore a decidere se usare inchiostri a base acqua o solvente, UV o UV-LED , ma è inchiodato alla tecnologia.
Le macchine da stampa digitali sono altamente specializzate – in teoria si può stampare qualsiasi applicazione, ma per  gli inchiostri e i supporti ci sono dei limiti per certe applicazioni. Così c’è molto da ragionare prima di decidere e occorre avere una base di clienti giusti su cui far conto, oppure occorre fare uno sforzo informativo per i servizi di nuovo tipo che si vorranno proporre, prima di gettarsi nell’avventura.

Oltre la stampa

Mai prima d’ora  gli stampatori hanno avuto la possibilità di stampare una così gran moltitudine di applicazioni e sviluppare così tante idee per la stampa. Tuttavia, ill rovescio della medaglia è che mentre gli stampatori hanno riconosciuto il potenziale del digitale, i loro clienti hanno capito solo in parte dove la tecnologia digitale può portare. Per esempio, le agenzie di pubblicità sviluppano belle idee per le loro campagne. Molte agenzie sono avanti nel ‘pensare creativo’, ma il più delle volte non hanno ancora capito che possono stampare pressoché qualsiasi cosa, ogni genere di campagna, campagne con piattaforme miste, campagne multimediali che combinano differenti forme di comunicazione, il cross-media, vale a dire stampa, internet, TV, telefoni mobili, tablet, radio, ecc. Tutti questi diversi canali possono, e dovrebbero, essere complementari l’uno con l’altro. Oggi tutto questo è possibile.social
Nel frattempo è in corso un’altra ri(e)voluzione: la pubblicità mirata al singolo destinatario.  Molti degli stampati tradizionali come i libri che non solo sono personalizzati, o possono anche essere stampati in piccole tirature, ora possono anche essere letti sul tablet come e-book.
Sono dunque emersi nuovi partecipanti al mercato: libri elettronici affiancati a quelli stampati, ma anche espositori digitali affiancati a quelli su cartone o plastica, modulistica elettronica al posto di quella stampata. In definitiva non è solo la riduzione delle tirature di stampa, ma anche la personalizzazione estrema non ancora sfruttata a sufficienza per le sue potenzialità, e basti pensare alle offerte della GDO.
Ma allora, la stampa tende a sparire? No, assolutamente no. Le tecnologie tradizionali quali la offset e la flexo non spariranno. Mentre sempre più prodotti saranno stampati in digitale o ‘non-stampati’, si affacciamo al mercato sempre nuove possibilità. In tutti i casi  ci sarà sempre una domanda per certi stampati che saranno prodotti  su macchine analogiche e con lunghe tirature, troppo lunghe per il digitale.

Benvenuti nel nuovo mondo della stampa

Dove sta andando la stampa? Come sarà il futuro? Per rispondere a queste domande guardiamo un po’ meglio all’interno.
La stampa offset richiede conoscenza e abiliità. Non dimentiachiamolo. Le applicazioni sono numerose dai libri alle etichette, dal packaging agli stampati pubblicitari, ma anche molto altro e nel prossimi anni, se già non ora, vedremo applicazioni impensabile solo due o tre anni fa.
Se gli stampati non richiedono personalizzazione, anche le tirature corte e i numerosi cambi lavoro, oggi possono essere affrontati con le nuove tecnologie di stampa offset e flexo. Il break-even point tra convenzionale e digitale si sta accorciando.
QR_MPAUn altro fattore importante è il print-to-web [non confondiamolo con il web-to-print – ndr] : inserendo il codice QR si rimanda a internet ed è quindi lo stesso stampatore, se adeguatamente preparato, che può occuparsi di entrambi i mezzi (stampa e internet).
Considerando la stampa commerciale, quella maggiormente in crisi, la tendenza è verso la riduzione delle tirature, sotto le 10mila. Se da un lato la offset è in grado di affrontare tirature corte con i cambi lavoro rapidi, dall’altro canto la stampa digitale sta allungando le proprie, già oltre le 2500 o 5000. Le nuove macchina a foglio B2 arriveranno a sovrapporsi alla stampa analogica quanto a tirature.
C’è poi la stampa di grande formato [parliamo della extralarge con plotter in piano o a bobina– ndr] il cui mercato sta cambiando rapidamente, o della sua versione elettronica.  Non possiamo nasconderci l’incremento di pannelli digitali ed elettronici sempre più presenti negli aeroporti, nelle città, negli stadi, e persino negli ipermercati, dove le insegne e i display in cartone sono sempre più sostituiti dai nuovi mezzi. Questi pannelli possono comunicare una moltitudine di messaggi, variabili. E questo non solo per fini pubblicitari, tipo gli avvisi in tempo reale sulle condizioni e allerta meteo, come accaduto lo scorso inverno nel Regno Unito grazie ai pannelli digitali ideati da Nemo & Sandy.
Nella pubblicità i messaggi personali possono essere combinati con RFID e informazioni logistiche dettagliate, se necessario. Questi sono solo alcuni degli esempi della stampa a grande formato e non solo, ai quali possiamo aggiungere la carta da parati, l’arredo di interni, i tessuti, ecc.
In questo campo diventa interessante la stampa tessile  una applicazione che può comportare il successo di uno stampatore. La rivoluzione digitale ha già raggiunto quest’area e  sono disponibili macchine inkjet [in questo caso di fabbricazione italiana – ndr] per molte applicazioni, pubblicitarie o di arredo.

Guardiamo ora al packaging, un settore in cui la stampa non può sparire, ma può cambiare [basti pensare alle nanotecnologie– ndr]. Qui ancora si produce con tirature lunghe, eppure il mercato del lusso ha scoperto le basse tirature, la prototipazione, la personalizzazione: ma alla base resta sempre la qualità che deve essere elevata e spesso nobilitata.
Lo stesso si applica alla stampa di etichette e anche qui già vediamo emergere delle interessanti applicazioni digitali anche per la finitura in linea. C’è poi, in parte ancora collegata al packaging, la nuova tecnologia della stampa 3D.

La rivoluzione 3D

Stampanti 3D da tavolo o industriali aprino nuovi mercati per gli stampatori

Stampanti 3D da tavolo o industriali aprino nuovi mercati per gli stampatori

Facciamo un passo indietro: oggi molti stampano in casa la propria carta intestata e i biglietti da visita. Le stampanti da ufficio hanno prezzi abbordabili e una buona qualità. Cosa accadrà quando saranno (e ci siamo vicini) abbordabili anche le stampanti 3D da tavolo?
Che impatto avranno sul packaging, se non su altre applicazioni quali i gadget pubblicitari? Pensiamo a cosa queste stampanti possono produrre, specialmente con multi-materiali e a più colori [non dimentichiamo che sono state stampate persino delle villette abitabili come descritto in un nostro articolo – ndr].

Case costruite con stampanti 3D: è una realtà

Case costruite con stampanti 3D: è una realtà

Bene, facciamo una panoramica di queste applicazioni, fino a ieri impensabili.
Utensili, potete stampare un martello o una chiave inglese, ma anche molti altri strumenti più complessi.
Oggetti da tavola, come salsiere, tazze, bicchieri e altro.
Indumenti, che già qualcuno ne ha realizzati con le stampanti 3D.

La stampa 3D

La stampa 3D

Scarpe, che alcuni atleti hanno già cominciato a usare.
Mobili e oggetti di arredamento, ognuno studiato e stampato su misura.
Automobili, sì persino queste (escluso il motore, per ora) che ciascuno si produrrà in proprio con un kit di montaggio, che risulterà certamente più economico dell’auto acquistata dal concessionario.
Case e villette come accennato sopra.
E questi sono solo gli esempi che vengono in mente perché già realizzati. Largo spazio ci sarà comunque per i progettisti, gli architetti, gli ingegneri e gli sviluppatori di software CAD/CAM necessari per queste applicazioni.
3DaÈ proprio il caso di dire con Humphrey Bogart: “È la stampa, bellezza, la stampa!
Ma andiamo oltre. Il cibo. Per ora non lo stampiamo, ma per i negozi che producono cibi pronti, si rende necessario un packaging one-to-one. Bene, se lo stamperanno in casa (o sarà il loro stampatore di fiducia che potrà farlo).
Ma non è lontano il momento in cui si stamperà persino il cibo, dove gli inchiostri saranno sostituiti dagli ingredienti come farina, latte e zucchero, uova,  sale e quant’altro, basta che sia fluido.
Sono già allo studio applicazioni medicali e si arriverà a stampare ossa e altri organi da sostituire, stampati utilizzando cellule. In pratica, tutto ciò che può essere portato allo stato liquido può essere stampato con la tecnologia “inkjet”.
Ma se vogliamo essere ancora più propositivi, possiamo trovare ben altre applicazioni alla stampa (che già esistono e sono utilizzate anche su larga scala) anche se ai più sfuggono. Parliamo della stampa di sicurezza, la logistica o di tutte le applicazioni che fanno riferimento alla stampa elettronica [chi è interessato può leggere questo articolo – ndr], RFID, semiconduttori, pannelli fotovoltaici, tutte applicazioni alla portata di uno stampatore offset o flexo o serigrafo.
Ne segue, che ognuna delle tecnologie di stampa attualmente in uso, analogiche o digitali, continuerà a vivere e ad avere un proprio ruolo, una di fianco all’altra e complementare una all’altra.

Si tratta soprattutto di avere nuove idee per nuove applicazioni. Il potenziale di ciascun tipo di stampa non è stato ancora pienamente esplorato, e tra questi la stampa inkjet (che si tratti di usare inchiostro o altro) in particolare. Ma non dimentichiamolo: alla base del successo c’è e restano sempre la conoscenza, l’abilità, il coraggio, l’organizzazione aziendale.
Nuova vita alla stampa, dunque, per un futuro brillante!

Sabine A Slaughter, giornalista specializzata nel settore delle Arti Grafiche, vive e lavora in Germania dove ha fondato e dirige la rivista online più diffusa al mondo in sette lingue Global Print Monitor (GPM), con cui MetaPrintArt ha stretto una partnership di collaborazione.