A tre mesi di distanza dalla precedente analisi, il nostro esperto finanziario fa il punto sulla situazione generale dei mercati.

A fine febbraio torno a contartela su per andare a vedere insieme come la va. Ormai tutti dicono la loro e in mezzo a ‘sta confusione tipo Grande Fratello, diventa sempre più difficile capirci qualcosa. Naturalmente sai che io non pretendo di essere l’unico unto dal Signore: mai come in ‘sto momento Lui è pieno di ben altre gatte da pelare. Come al solito ti darò dei flash, ma sempre basati su fatti numerici, offrendoti la possibilità di accedere alla fonte per un eventuale controllo e approfondimento. Potrò qualche volta offrirti una mia interpretazione dei fatti, ma poi sarai tu a trarre le conclusioni.
Cominciamo il giro dagli USA che, ci piaccia o no, dopo il 1492 molto parte da lì.

Ripresa USA ?

Heidi Moore, U.S. finance and economics editor at The Guardian ci racconta che non tutto gira tranquillo come a qualcuno piacerebbe farci credere. Siccome è persona informata dei fatti e scrive su un quotidiano di tutto rispetto, vale la pena quanto meno di ascoltarlo con attenzione. “ciò che abbiamo avuto è una ripresa rocky – che io tradurrei con scabrosa arzigogolata – che è stata incredibilmente lenta e di cui non ha goduto larga parte della popolazione … parlare di ripresa economica – aggiunge Moore – è offensivo per un sacco di gente in difficoltà”. Sembra mica di sentire uno che ha fatto un giretto qui da noi ? Puoi trovarlo qui http://finance.yahoo.com/blogs/daily-ticker/is-this-a-real-economic-recovery-140317236.html/

1 caseCASE :  il dato emerso a gennaio sulle nuove case, esaminato a sé stante, dà un tuffo al cuore. Una caduta del 16% del numero delle nuove case, rispetto al mese di dicembre. Bisogna però tener conto di due considerazioni. Negli USA il mercato immobiliare viene esaminato con più indici che tengono conto delle diverse fasi in cui viene a trovarsi un immobile: le licenze di costruzione, le case di nuova costruzione, le case vecchie già sul mercato e messe in vendita. Dunque questo è solo uno degli aspetti, non certo positivo, ma parziale. Inoltre, e secondo il mio approccio di analisi questa è la considerazione di maggior peso, ogni singolo dato va collocato in sequenza per ricavarne un trend. Una tendenza che ci illustri come si è mosso il mercato e come sia presumibile continui a fare fino a una inversione di tendenza. Grazie al cielo la tendenza è positiva come puoi vedere dal grafico allegato che è l’indice XHB, costruito sui dati della forte associazione National Association of Home Builders , i costruttori di case appunto.

2 PMI USAPMI : è un Indice che ti ho presentato già altre volte e che incontreremo ancora più avanti. Mi piace molto per almeno tre motivi. La sua semplicità: è basato su una intervista ai capi ufficio acquisti (Purchase Manager Index, appunto) nella logica che se gli acquisti non acquistano, nei mesi a venire sarà dura. Mi piace per la serietà di chi lo redige e lo gestisce, la Markit e perché la sua logica permette confronti omogenei di ambienti che diversamente non potrebbero essere accostati ricavandone un valido raffronto. Riassumo per chi lo incontrasse per la prima volta: il grafico è diviso orizzontalmente da una linea a livello 50. Quando il grafico veleggia nella parte superiore si va alla grande, quando precipita sotto, marca male. Come vedi dal grafico tutto sembra andare benissimo, ma un invito alla cautela arriva comunque da quanto sostenuto dal Guardian.

Disoccupazione

GERMANIA LA SOLUZIONE FINALE – sì lo so, da quelle parti qualcuno aveva già inventato una soluzione con questo nome e ogni tanto val la pena ricordarlo ai cretini che arrivano a negarlo. Naturalmente non è mia intenzione colpevolizzare una intera nazione per i misfatti di un pazzo criminale. Certo che l’idea di stipendi da fame per lavorare in tanti, è un po’ come applicare la logica del supermarket al mondo del lavoro: prendi due e paghi uno. Forse avrai capito che sto parlando dei mini-job. Quando guardiamo con ammirazione e invidia la Germania con una disoccupazione al 5% dobbiamo tener conto che gran parte del merito va ai mini-lavori da 450 euro al mese e pensione da fame (€200) dopo 45 anni di attività. In teoria non dovrebbero occupare più di 15 ore settimanali e essere indirizzati ai giovanissimi. L’abuso ha prevalso e quasi 8 milioni di lavoratori tedeschi (1/4 del totale) campa così. A me che ogni tanto piace guardare un po’ più avanti di ‘sto fine settimana, mi domando: ma come vivranno tra 40 anni con 200 euro al mese? D’altra parte anche in Italia una multinazionale di fronte a spietate ma precise scelte strategiche, aveva considerato questa opzione. Molti dipendenti piuttosto di un male peggiore, sarebbero stati anche disposti ad accettarlo, tanto per tirare avanti. Poi qualcuno con un bel posto fisso, è intervenuto sostenendo di farlo in difesa dei loro interessi e la cosa si è fermata lì. Tra mica tanto mi sa che vedremo se effettivamente sia stata la scelta migliore.

Europa

Ora passiamo l’Atlantico e veniamo in Europa, quella che con un cicinin di buona volontà da parte di tutti, potrebbe anche diventare un giorno la casa comune: oggi di certo non riesco a considerarla tale.
3 PMI EUPMI EUROPA  – eccoci di nuovo al mio amato indice dei capi uffici acquisti. Sembra proprio che l’Europa stia migliorando, grazie agli stati più forti. Volutamente non uso la parola virtuosi perché non sempre la forza è conseguenza della virtù. Qualche volta nel curare i propri interessi egoistici, i forti usano più la prevaricazione che non la virtù. D’altronde mai detto che questo sia un mondo perfetto e gli sbagli degli altri non devono diventare una scusa per i nostri. Vale sempre la famosa parabola della trave e della pagliuzza. Il grafico comunque è riuscito ad arrampicarsi sopra linea 50 e per ora resiste eroicamente.

4 Zew ZEW TEDESCO  è l’indice che misura la temperatura all’economia tugnina. Molto importante, riverito e temuto dai mercati finanziari è un acronimo che sta per Zentrum für Europäische Wirtschaftsforschung. Alla lettera, anche Zio Google è d’accordo, significa Centro per la ricerca economica europea. Nel mese di febbraio ha un po’ scanchignato, o come mi dicevano a scuola “avrebbe potuto fare meglio”. Meno 6 punti. Quel che è peggio è che ha condizionato anche l’indice che riguarda l’Europa che ha fatto meno 4,8 punti.

5 IFOIFO GERMANIA  la delusione viene però prontamente contenuta da dati migliori suggeriti dall’IFO, l’indice tedesco che misura il sentiment degli operatori economici. Lo trovi qui . Anche qui bisogna passare sotto le Forche Caudine di un linguaggio a me un po’ ostico: l’acronimo viene da “Information und FOrschung” informazione e ricerca. È un istituto prestigioso, alla cui costituzione ha contribuito un mito della mia giovinezza. Il Ministro dell’Economia Herr Doktor Ludwig Erhard. Come vedi dalle diverse curve del grafico, va tutto in modo invidiabile.

Italia

E arriviamo finalmente a casa nostra, sempre che tu voglia considerare casa tua questa povera nazione acciaccata, senza una direzione, che ormai ha perso per strada i suoi valori, ma non i suoi difetti. Parlo dello Stivale.
6 MUTUI MF 20140201CASA – Cominciamo con una buona notizia. Uno dei principali ostacoli allo sviluppo della casa era la caduta a picco dei finanziamenti specializzati: i famigerati mutui. Si era passati da una allegra disponibilità a finanziare il 100% dell’investimento, quando addirittura in pratica non lo si superava, a un blocco pressocché totale. La buona notizia è che da fonte autorevole, Milano Finanza dai dati della Banca d’Italia, ci dicono che la tendenza è cambiata: siamo sempre a livelli molto più bassi di quello che eravamo usi vedere tempo fa, ma negli ultimi mesi sono in ripresa !

 7 RaccoltaRACCOLTA PUBBLICITARIA per non montarci la testa dandoci a espressioni di gioia sfrenata, eccoti una bella doccia fredda. La raccolta pubblicitaria è quella che un poeta definirebbe la linfa vitale della comunicazione e informazione. I dati sono sotto i tuoi occhi e non mi permetto di aggiungere un commento. Per i quotidiani è caduta del 19%, per i periodici del 24%, non per niente la free press è scomparsa o quasi dalle stazioni della Metropolitana Milanese. Come vedi i dati vengono da Milano Finanza, quindi affidabili. Per di più hanno trovato verifica e riscontro in una recente riunione della Commissione Prezzi Carte e Cartoni alla CCIAA di Milano.

Andamento occupati (dati ISTAT)

Andamento occupati (dati ISTAT)

OCCUPAZIONE – siamo alle dolenti note. I provvedimenti dei nostri governanti se riescono ad impattare sui mercati finanziari in modo positivo, di certo sono ancora lontani dal trasferire i benefici nell’economia che ci riguarda nel nostro quotidiano.

Tasso di  disoccupazione (dati ISTAT)

Tasso di disoccupazione (dati ISTAT)

Prima fra tutti la occupazione. Al di là delle statistiche, fino a quando non riesco a trovare un posto di lavoro o a migliorare il mio stato di drammatica sotto-occupazione, fino a quando non vengo a sapere che ce l’ha fatta anche il mio amico Peppino che cercava da tempo un posto di lavoro, fino ad allora il mio pessimismo non troverà sollievo. Conseguentemente prima di spendere ci penserò su 3 volte e i consumi non andranno tanto a rialzo. L’Istat ci presenta due grafici sul numero degli occupati e sui disoccupati. Ulteriore ragione di preoccupazione mi viene dal fatto che mentre gli occupati continuano a scendere, sembra che si riducano i disoccupati. Questo può essere il risultato di un profondo scoramento per cui chi è senza posto di lavoro perde la speranza di poterlo trovare e non si mette più neanche in lista.

10 povertàPOVERTÀ FAMIGLIE – niente lavoro, niente grana. Le famiglie si stanno impoverendo. E’ qualcosa che noi gente normale viviamo sulla nostra pelle tutti i giorni, ma fa impressione vederlo rappresentato graficamente.

11 produzioneindustrialePRODUZIONE INDUSTRIALE – in dicembre l’Istat ci avvisa che la produzione industriale è andata giù, ma la situazione non è ancora preoccupante. Come ormai sai a me interessa il trend e qui con una sequenza di minimi e massimi crescenti, siamo all’interno di un canale in salita. Solo se nei prossimi mesi dovesse rompere, allora sì che la cosa potrebbe farsi preoccupante. Per ora siamo a rialzo.

12 ComiecoMACERO E RACCOLTA (COMIECO) – direttamente da una fonte ufficiale di dò la tabella dell’andamento della raccolta da parte di Comieco a partire dal 2006 i quantitativi si attestano su livelli interessanti

PIL – ormai è cosa abbastanza nota e accettata da molti. 13 pil
Il PIL non è una rappresentazione integrale e completa della situazione socio-economica di un Paese. Basti solo pensare ad esempio al volontariato, cui spetta il merito di contribuire in modo sostanziale a tenere in piedi la baracca. Nel PIL non se ne tiene conto assolutamente. Ciò nonostante ci dà un’idea e soprattutto costituisce un parametro commensurabile con gli altri Paesi. Ciò premesso, anche se i numeri e soprattutto la loro rappresentazione grafica ci fanno vedere che siamo ancora a livelli bassi, la tendenza si è decisamente invertita, ma il processo di recupero è lentissimo. I dati Istat ci danno la situazione anno su anno e il confronto con il mese precedente.

14 debito pubblicoDEBITO PUBBLICO – questa è una chicca, di solito chi è interessato ad avere queste informazioni è costretto a pagare lo Studio Mazziero.
Il nostro debito pubblico è una robetta che toglie il sonno a governanti e uomo della strada. Aver visto una sia pur timida caduta potrebbe essere motivo di consolazione, in mezzo al rebelotto che viviamo tutti. Purtroppo gli studiosi hanno fatto delle proiezioni a breve e… l’è no una bella cosa !

 15 CIGCIG, Cassa Integrazione Guadagni – I livelli delle ore di CIG vengono mensilmente comunicati da INPS e nonostante i molti tagli occupazionali, si tratta di un dato che ha ancora un valore nell’inquadrare la situazione del mondo del lavoro. Fra l’altro è una istituzione tipicamente italica che contribuisce a mascherare pudicamente la reale situazione di sfascio del mondo del lavoro. In realtà qualche esperto ha calcolato che la CIG ha un valore di 2 o 3 punti percentuali che andrebbero aggiunti al dato ufficiale. Quindi quando il signor Renzi si indigna sottolineando una disoccupazione quasi al 13%, e probabilmente è sincero nei suoi sentimenti, parte già col piede sbagliato perché sottovaluta una volta ancora le dimensioni del fenomeno. Comunque confrontando il trend stagionale dell’anno passato con il primo dato di gennaio a 81 milioni di ore autorizzate, il dato parte bene, meglio dello scorso anno.

16 Fatturato e ordini industriaINDUSTRIA, FATTURATO E ORDINI – uno dei dati attesi più con ansia da tutti gli operatori economici, è quello rilasciato da ISTAT circa l’andamento trascorso e le proiezioni future dell’industria nazionale. Da tempo abbiamo visto come sia in corso un recupero evidenziato dai precedenti dati aggregati. Qui esaminiamo il dato più immediato: il fatturato. Emerge la conferma di un faticosissimo tentativo di portare la curva del grafico verso l’alto. Nessuna nuova dunque. Quello che mi dà un cicinin di magone è il dato degli ordini, quello su cui si basa l’immediato futuro della nostra attività industriale. Bruttissimo segnale secondo gli esperti di analisi tecnica. C’è un doppio massimo, segno che dopo una caduta il grafico ha tentato di riprendere il corso verso l’alto ma non ne ha avuto la forza e raggiunto il precedente max è ripiombato giù. La caduta è stata decisa e se non si riprenderà nell’immediato futuro potrebbe portare sorprese negative. Speremm ..

17 venditeDETTAGLIO – verso fine mese sempre l’Istat rilascia il dato delle vendite al dettaglio. È una foto di come siano andati i consumi, cioè se noi poveri consumatori e ormai non è più solo un modo di dire, siamo riusciti a spendere non solo per sopravvivere un altro mese, ma per mantenere in vita anche il sistema distributivo nazionale. I dati non sono molto incoraggianti: dicembre con un -0,30% su novembre e un -0,4 sul trimestre precedente, a voler essere buoni ci dice che stiamo tirando avanti. Meno facile a guardare il raffronto anno su anno: su 2012 -2,6% . Vedendo come siano andate le vendi per tipo di dimensione del luogo di smercio, abbiamo una GDO che rispetto al 2012 fa -2,7% e le piccole superfici, i negozi per intenderci, -2,4%. Giriamola come vuoi, ma con una notevole approssimazione il quadro è lo stesso comunque lo si guardi.

18 Fiducia ConsumatoreINDICE FIDUCIA DEI CONSUMATORI- un altro indice che sta acquistando sempre più visibilità, è il dato che rispecchia il sentiment del consumatore. Tutto sommato potrebbe essere come la pensiamo tu ed io, anche se in caso di intervista diretta sicuramente io abbasserei la media di brutto. Questo è un dato che contrariamente all’uso italico è abbastanza aggiornato, infatti si parla di Febbraio: 97,5 da 98 dell’inizio anno. Quindi sostanzialmente siamo lì, un mezzo punto non dice nulla. Quello che invece è bene non dimenticare è che quei birbaccioni di tecnici Istat a maggio dell’anno scorso, senza dare troppa pubblicità alla cosa, di colpo hanno cambiato il metodo per calcolare il dato. Tra gridolini di gioia e mortaretti di colpo il livello di fiducia a giugno 2013 è esploso verso l’alto. Se però non ci fosse stato questo escamotage, poi non dire che non sono buono nei confronti di quelli dell’Istat neh, staremmo ancora traccheggiando in fondo agli istogrammi a quota 85/86 !

19 RismetteRISMETTE – questo dato viene da un noto operatore del settore e Commissario in CCIAA e riguarda la carta usata negli uffici. Volere o no è un indice del volume di lavoro che transita negli uffici. L’ufficio senza carta, utopia degli anni 80/90, si è trasformato in “senza carta stampata” in quanto la carta che alimenta le stampanti dei computer è data da semplici fogli bianchi formato UNI A4. I documenti elettronici stanno lentamente sostituendo la carta che però resta ancora il supporto principale. Quello che vediamo è una repentina caduta a picco dei consumi in Italia. Visto che la burocrazia aumenta, purtroppo dobbiamo dire che la diminuzione dei flussi di lavoro riguarda solo il privato.


Ora è il momento di lasciare il patrio suolo, direbbe uno sconsiderato poeta, per dare una
ugiada al Resto del Mondo: in particolare l’Asia.

Asia

Prima considerazione: la Germania è riuscita a mettere in piedi una sinergia di alto profilo con la Cina. Qui i tecnici che studiano e costruiscono gli indici, anche per essere solitamente coinvolti a livello governativo, hanno scarso credito a livello mondiale. I tedeschi hanno un indice molto serio, roba da tugnini proprio, che abbiamo visto poco fa: lo ZEW. Sti dannati si son messi insieme a una grande università, la Uni Fudan, e tra tutti e due ti hanno tirato fuori uno Zew Cinese. Questo fatto ha raggiunto due risultati: ha dato credibilità ai Cinesi e ha permesso una entrata trionfale sul mercato cinese ai tedeschi. La conferma l’avremo nei prossimi grafici. Per ora diciamo che il CEP-Indicator of Economic Sentiment for China è leggermente peggiorato di 3.7 punti raggiungendo un valore di 20.7 punti. (China Economic Panel) – L’indice CEP cattura le aspettative degli esperti del mercato finanziario, riguardo lo sviluppo in Cina durante il corso dei successive dodici mesi.

(fonte Il Sole 24 Ore)

(fonte Il Sole 24 Ore)

GERMANIA IN CINA – Eccoti le conseguenze di quanto abbiamo visto al punto precedente. Questa tabella presa pari pari dal Sole 24Ore del 6 febbraio scorso, ci fa vedere come la Germania sia oggi leader nel commercio estero con la Cina.

21 PMI CinaPMI Cinese – Riecco che salta fuori uno dei miei indici preferiti che ci consente di mettere a confronto anche realtà estremamente lontane e diverse fra loro. L’indice dei capi ufficio acquisti cinesi riguardante l’attività manifatturiera passa da 49,6 a 48, quindi al di sotto della linea di 50 e in territorio decisamente negativo. Si tratta di quello che Markit chiama un indice Flash, non ancora il definitivo che vedremo i primi giorni di Marzo, ma è comunque altamente rappresentativo di una realtà che solitamente trova conferma nell’indice definitivo. A Markit lavora gente seria che non ha paura di procedere con i piedi di piombo, come ti dicevo mi piace proprio per questo.

22 Baltic IndexNOLI e TRASPORTI – l’ultimo indice che consideriamo oggi è quello che esamina il traffico, sia quello via mare che l’indice globale. 23 DJ Transportation
L’Indice Baltic (a sinistra) evidenzia una caduta doppiamente confermata e ora una leggera ripresa dovuta probabilmente all’uscita dal mercato di molti operatori e da successive fusioni, che hanno consentito ai sopravvissuti di riprendere in mano il mercato. Il trend appare confermato da parte dell’Indice Dow Jones Trasporti (a destra).
Adesso che hai in mano tutti gli elementi, o quasi, come pensi che vada ? Dimmelo tu, ma mi raccomando con un linguaggio adatto anche alle signore che ci ascoltano e leggono.

VEM