Quando in un’azienda si entra nei luoghi delle abitudini – “Comfort Zone” – e nei luoghi della passività si smette di progredire e migliorare. Bisogna quindi uscirne.

In una struttura e organizzazione moderna che punta a essere efficiente oltre che efficace, deve essere data alle persone autonomia, fiducia e un percorso di crescita certi e qualificati. Attenzione che tutto ciò deve essere anche ben utilizzato e gestito dal collaboratore. È anche vero che una volta persa la fiducia è molto difficile riconquistarla, un vaso rotto può essere riparato con cura, ma alla fine rimane sempre ciò che è, un vaso che è stato ridotto in pezzi.
Gli imprenditori e i loro collaboratori si chiedono cosa fare per non rimanere troppo a lungo nella “Comfort Zone”, e quali sono gli stimoli utili per migliorare e cambiare comportamenti in modo graduale e proficuo per se stessi e per l’organizzazione medesima. Bisogna essere consapevoli che rimanere troppo nella Comfort Zone (luogo delle abitudini), ha come risultato quello di regredire nella cosiddetta “Zona di Ruggine” (luogo della passività), e di essere sempre meno abituati a quelle naturali sollecitazioni che fanno progredire e migliorare.

Zona di Strech

Risulta quindi utile avere degli stimoli anche piccoli, “Zona di Strech”, ma che ci permettano in modo costante e continuativo di poter così progredire senza fossilizzarsi troppo su competenze già acquisite e che rischiano con il tempo di non essere più sufficientemente utili.
Attenzione invece a darsi, al contrario, obiettivi troppo ambiziosi o addirittura irrealistici, che ci portano diritto verso la “Zona di Panico”, che significherebbe non riuscire a ottenere il risultato desiderato con il conseguente fallimento dell’azione intrapresa.

Per la messa in atto di un obiettivo bisogna innanzi tutto che vi siano le cosiddette caratteristiche SMART (specifico – misurabile – accessibile – realistico – tempestivo) e, in più, che questo sia coerente con i ‘valori’ della persona o delle persone che intraprendono l’azione, in quanto diverrebbe pressoché impossibile la sua realizzazione.
I valori sono fondamentali per motivare la persona, ma serve anche una forte Convinzione che possa fungere da motore propulsore per giungere alla meta. Servono poi le giuste Competenze da acquisire, o implementare se già possedute e la coerente messa in atto di Comportamenti e Azioni che vadano a impattare positivamente sul contesto desiderato (ambiente).

Area di sicurezza

La “Comfort Zone” è quindi uno stato psicologico per far fronte all’insorgenza di ansia, stress e paure. È la nostra area di sicurezza. Per uscirne e non rimanere prigionieri delle nostre abitudini e delle nostre pigrizie, bisogna farsi alcune semplici domande.

Nella prima domanda potreste chiedervi: “ Quale sarebbe per noi la fine del mondo? ” La risposta sta nel configurare lo scenario peggiore che ognuno di noi può individuare per se stesso (e per l’azienda) e poi stabilire quanto è probabile che questa situazione possa accadere realmente nella nostra vita o azienda. Questa domanda dovrebbe portarci a ridimensionare le nostre paure, incertezze, pigrizie e a darci una spinta verso l’uscita dalla “Comfort Zone”.
La seconda domanda dovrebbe avere un tono assolutamente diverso, del tipo: “Quale sarebbe per noi lo scenario di vita ideale? ”. Anche in questo caso dovremmo poi riflettere se possa essere realistica la nostra risposta.
Infine chiederci: “Qual è la mia visione più realistica della realtà? ”. Quest’ultima risulta essere lo scenario più probabile, senza essere troppo pessimistico o troppo ottimistico e ci permette di stare con i piedi per terra e di fare passi concreti per allontanarsi dalla “Comfort Zone” verso la “Zona di Strech”, per fare nuove esperienze e per migliorare costantemente e in maniera duratura, stando lontano da scenari troppo pessimistici e dai suoi contrari.

In definitiva, possiamo quindi affermare che la “Comfort Zone” non è di per sé negativa, basta soltanto non rimanervi troppo a lungo. Uscire dalle abitudini e dalla routine della vita quotidiana, diventa salutare, anche attraverso piccoli cambiamenti, che uno dopo l’altro possono condurci a modificare il nostro stile di vita in maniera anche importante e migliore per noi stessi.

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