PACKAGING
Presentata la fiera All4Pack di Parigi con una approfondita analisi sul futuro del packaging da cui emerge che siamo all’alba di una rivoluzione.

Analisi e sondaggio. Ne riportiamo gli interessanti risultati che mettono in confronto le opinioni dei progettisti e consumatori europei e Italiani. In alcuni casi dimostriamo maggiore consapevolezza e conoscenza rispetto agli altri cittadini europei. In altri casi abbiamo ancora parecchia strada da fare.
Il sondaggio promosso da European Packaging Design Association (EPDA) cui hanno partecipato 22 designer (progettisti) da 16 Paesi, ha elaborato 8253 risposte raccolte in 6 Paesi dell’Europa sud occidentale (BE, DE, FR, IT, SP, UK).

Quattro sfide sociali

Come già dimostrato dagli studi realizzati dal salone parigino negli ultimi anni «l’imballaggio è il riflesso perfetto della nostra società». Cosa significa?
L’imballaggio, oggi, si adatta e si trasforma in continuazione per rispondere alle attese dei consumatori e alle preoccupazioni sociali del momento quali : la presa di coscienza ambientale, la lotta allo spreco, le conseguenze dei prodotti sulla salute, la garanzia di una sicurezza assoluta.
Ma come evolve il packaging? E cosa sarà dell’imballaggio tra una trentina di anni ?

Per rispondere a queste domande, EPDA ha considerato quattro sfide sociali che affronteranno gli Europei, e in generale tutta l’umanità, nei prossimi trent’anni.
– L’invecchiamento della popolazione
– L’esaurimento delle risorse del pianeta
– Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale in tutti i settori
– Una mobilità rafforzata con veicoli a guida autonoma, fino allo spazio.
Analizziamo in questo articolo i primi due punti rimandando il terzo e il quarto a un prossimo resoconto.

Dalla materia prima all’intralogistica, senza dimenticare il fine linea, l’universo del packaging è una filiera globale, innovativa e totalmente connessa. Un settore in piena trasformazione, sostenuta dalle opportunità offerte dal Industry 4.0 e dalle nuove necessità del commercio multicanale btoc e btob.

La popolazione invecchia

È un fatto già noto da parecchi anni : diventiamo sempre più vecchi. Nel 2016, il 19,2% degli Europei aveva più di 65 anni con un aumento previsto di circa l’80% da oggi al 2050.  Nel 2018 si contava mezzo milione di centenari nel mondo e saranno più di 26 milioni entro il 2100.
Il peso degli acquisti effettuati dalla popolazione ‘senior’ (over 50) supera il 56% e continua ad aumentare.

Il questionario

E veniamo alle domande poste ai progettisti di imballaggi e responsabili della grande distribuzione dei 6 Paesi citati.
– Pensate che gli imballaggi siano al momento adatti alle persone anziane?
La risposta dominante è : assolutamente no.
– A che età una persona può riscontrare delle difficoltà con un imballaggio ?
Qui si palesano vari aspetti : a parte la tendenza a considerare una perdita delle capacità dopo i 65 anni, si nota in particolare la presbiopia che si manifesta già a 45 anni. Oltre i 65 la cataratta (colori sbiaditi, velati), oltre i 75 la visione periferica. Si aggiunga poi la riduzione delle capacità motorie, la perdita delle capacità mentali quanto meno in diminuzione della velocità di risposta, della quantità di informazioni acquisibili, e altro.
– I vostri clienti (brand owner) vi sembrano interessati all’invecchiamento della popolazione, vi pongono domande in merito ?
La risposta è : quasi mai. I brand owner considerano quasi esclusivamente i «Millenials».

Problemi e soluzioni

Per affrontare i problemi dell’invecchiamento della popolazione (relativamente al packaging) emergono varie soluzioni, – per la verità non sempre realistiche per la mancanza di spazio e la tendenza alla riduzione del materiale d’imballo – come la leggibilità dei caratteri (corpo 12, grassetto, spaziatura, colori e contrasti netti. Maggiori informazioni, più lingue…
Altri aspetti sono invece fondamentali : facile apertura e chiusura; maggiore comprensione (uso di frecce e indicatori semplici); alette, aperture, riduzione della forza necessaria (mezzo giro, 10 newton al massimo), minore pressione (spessore dei materiali).
Peso dei prodotti : 1 kg per prodotti solidi ), 750 ml per prodotti liquidi.
Formato : dosi singole, maneggevolezza (impugnature, tagli).
Messaggi : semplicità e chiarezza di linguaggio, icone chiare, quantità delle informazioni.

I risultati del sondaggio

Cattiva visibilità, apertura e chiusura. La cattiva leggibilità delle informazioni e l’apertura e la chiusura dell’imballaggio sono gli elementi che possono porre i maggiori problemi alle persone anziane di tutti paesi.

Media europea : Apertura e chiusura 47% ; Leggibilità 42%
Media italiana : Apertura e chiusura 34% ; Leggibilità 31%

Gli italiani anziani, o hanno barato nelle risposte, o sono più arzilli.

Peso dei prodotti e formato. Una parte delle nazioni interpellate (Francia, Spagna, Regno Unito e Italia) solleva inoltre la problematica del peso ‘troppo importante’ di alcuni imballi. I Belgi e Tedeschi, criticano i formati poco adatti al consumo.

Media europea : Peso troppo importante 26%
Media italiana : Peso troppo importante 32%

Qui, al contrario, gli italiani risulterebbero più deboli, o pigri.

Le risorse del pianeta

All4Pack L'alba della rivoluzione nel packagingÈ un fatto riconosciuto e incontestabile che le risorse della Terra non sono inesauribili.Se ancora nel 1970 il giorno del Superamento Mondiale (quando si oltrepassa il limite delle risorse estratte rispetto alla loro rigenerazione – ndr) era il 29 dicembre, nel 2018 si riduce al 1° agosto. Nel 2050 già dal mese di aprile si consumeranno risorse che non si potranno rigenerare.
L’esaurimento previsto delle risorse varia secondo le materie prime. Per il petrolio sarà il 2050. Per il ferro il 2070. L’alluminio si esaurirà intorno al 2150 e la silice intorno alla fine di questo secolo o poco oltre.

Quindi la domanda è : pensate che gli imballaggi siano attualmente adatti alle sfide ambientali che si profilano? La risposta è : assolutamente no.
Quindi bisogna fin d’ora abbandonare certi tipi di imballaggi.
Se ne sono individuati 5 tipi.
– L’imballaggio inutile, che non conferisce un valore aggiunto alla conservazione, protezione e/o utilizzo.
– Il sovra imballaggio troppo voluminoso, protettivo e utilizzatore di materiali.
– L’imballaggio composito, che combina elementi di vari materiali.
– L’imballo non riciclabile.
– L’imballaggio in plastica d’origine fossile.

Si chiede quindi ai progettisti di packaging se ritengono di avere un compito da svolgere nei prossimi anni per rendere gli imballaggi più responsabili.
Naturalmente la risposta è sì, c’è questa consapevolezza e senso di responsabilità.
Questo nonostante i progettisti si rendano conto che i loro clienti (i brand owner) sembrano concentrarsi molto poco sul deterioramento ambientale e non pongono domande in merito. Lo fanno solo se pensano che questo serva alla loro immagine e che aiuti a vendere.

La sfida dunque è per un imballaggio ragionevole e sensato e selettivo, il che significa limitare il numero di imballaggi. Ma anche favorire l’uso di materie prime riciclabili e integrare la facilità di riciclo fin dalla richiesta di progettazione.

Sostituire la plastica da petrolio, sviluppando materiali da risorse biologiche alfa, quali alghe, bambù, sottoprodotti e scarti dell’agricoltura non utilizzati per la nutrizione umana o animale (di questo abbiamo visto un esempio alla recente Print4All nello stand Basf – ndr).
Rilanciare il concetto di imballaggi riutilizzabili secondo un nuovo modello del ciclo di approvvigionamento che preveda la riconsegna dell’imballaggio utilizzato al momento dell’acquisto di un nuovo prodotto (in Germania su ogni bottiglia di plastica grava una caparra di 20 cent e all’ingresso dei supermercati c’è una macchina che riceve le bottiglie, le compatta e restituisce la caparra – ndr).
Si suggerisce anche – ma questo non farà molto piacere ai convertitori – di creare prodotti che non hanno più necessità di essere imballati. È questa una innovazione di rottura, un cambiamento del modello distributivo, già comunque in atto nei sistemi di distribuzione di detersivi liquidi.

Educazione o legislazione ?

L’educazione è indispensabile, ma non sufficiente. Occorre l’obbligo legislativo e uno stretto controllo. Si auspicano l’entrata in vigore di leggi più severe per incentivare il passaggio a materiali più sostenibili e riciclabili al 100%, l’introduzione di tasse supplementari per gli imballi non riciclabili (per i produttori di materiali); chiarificare e semplificare la differenziazione.
Facilitare la separazione dei materiali in casa e/o nei centri di differenziazione. Per ottenere risultati occorre un meccanismo di riconoscimento per i «bravi riciclatori» e avviare una collaborazione con i centri di differenziazione; promuovere la ricerca e l’utilizzo di nuovi materiali da risorse bio, nuovi modelli distributivi, una filiera più corta.

Ma cosa ne pensano i progettisti e i loro clienti ?
Il sondaggio sulle risorse indica che il 40% è favorevole a vietare gli imballaggi non riciclabili, mentre sulla eliminazione del sovra imballaggio la percentuale è analoga nella media europea, ma solo del 17% in Italia.
In Italia e in Spagna si tende a premiare economicamente la riconsegna degli imballi usati quale soluzione più adatta.


ALL4PACK Paris si svolge dal 26 al 29 novembre 2018 presso il quartiere espositivo di Paris Nord Villepinte e riunisce 87.000 operatori del settore, durante 4 giorni di confronti, dimostrazioni, innovazione e presentazioni. 
Questo salone internazionale riunisce i decision maker della filiera provenienti dai settori dell’agrolimentare, delle bevande e dei liquidi, della cosmesi/bellezza/igiene, della salute/farmacia, della distribuzione, dell’e-commerce, dei beni di consumo e dei beni industriali.
Per informazioni: Saloni Internazionali Francesi S.r.l. Tel. 02/43.43.53.26 – mtajroldi@salonifrancesi.it