Una conversazione informale con Chiara Prati sull’irresistibile evoluzione di PRATI srl, da piccola officina meccanica a uno dei leader mondiali del settore controllo e finitura etichette.

Conosciamo PRATI srl dal 1999: vent’anni, che vogliamo celebrare con questa ‘conversazione’, piú che intervista, con Chiara Prati. Ma perché proprio con Chiara e non con il fondatore Pietro Prati? Perché se “il passato ci mostra dove siamo – come afferma l’adagio aziendale – il presente modella la nostra visione”. Pietro Prati non è tuttavia il passato, sempre vigile e attento agli sviluppi tecnici della sua creatura, fondata come officina meccanica nel 1973. Pollicione d’Oro 2018 per le sue competenze tecniche, ha applicato le sue profonde conoscenze nella meccanica di precisione, inizialmente allo sviluppo dei tavoli di controllo, per cui la sua azienda è oggi famosa nel mondo, per approdare alle linee di finitura per etichette e oltre.
Quando, nel lontano 1999 partecipammo insieme a un viaggio Gipea al Labelexpo USA, Chiara Prati, giovanissima, ci aveva colpito per la sua voglia di vedere, conoscere, imparare.

Anni intensi

Con Chiara – che ormai non è piú la ‘ragazzina’ del ’99, ma una affermata manager che segue con successo i mercati internazionali – possiamo darci del tu. Vent’anni di lavoro intenso, immagino. Come vedi questi anni?

«Divertenti e pesanti – ci dice subito Chiara Prati –. Divertenti perché ho vissuto la scoperta nuovi mercati. Pesanti perché inizialmente non è stato facile far comprendere che anche una piccola azienda può produrre e proporre al mercato macchine di alta qualità

Infatti, percorriamo insieme questi primi approcci al mercato internazionale. All’inizio le macchine all’estero erano vendute attraverso un agente in Gran Bretagna, che le installava con un proprio brand. Quindi la prima operazione fu proprio quella di far conoscere e apprezzare il brand PRATI anche all’estero.
All’epoca l’azienda produceva solo tavoli di controllo, prodotto con cui si è affermata. Ma c’è un rovescio della medaglia: i tavoli sono complementari alle macchine di produzione che gli stessi produttori italiani abbinavano alle loro al momento della vendita.

«Del resto – ammette Chiara – non avevamo ancora sviluppato una vera e propria struttura commerciale perché in fondo restavamo una piccola azienda, quasi un’officina, per quanto con prodotti innovativi e apprezzati sul mercato. In quegli anni – siamo negli anni ’90 – la nostra sede era ancora a Marradi. Avevamo anche qualche difficoltà con i fornitori

Se ci si permette una digressione, Marradi è un piccolo centro di appena 3000 abitanti, sull’Appennino Tosco-Romagnolo, sul versante di quest’ultimo, patria del poeta Dino Campana, che qui, prima di frequentare le scuole salesiane a Faenza, soffriva di depressione.  Analogamente, per l’azienda PRATI srl, il trasferimento a Faenza ha segnato una svolta importante e positiva.

Ovviamente per PRATI srl c’era anche la necessità di investire per poter fare il salto necessario. Inutile ripercorrere qui le difficoltà che Pietro Prati, come ogni piccolo imprenditore ha dovuto superare per raggiungere gli obiettivi che si era posto. Certamente l’aiuto delle figlie, Chiara e Annalisa, è stato determinante.

«Sono entrata in azienda consapevole di dover lottare per affermare il nostro brand. Sentivo un forte senso di responsabilità. Questo fu certamente uno stimolo per combattere con l’obiettivo di far crescere e l’azienda e la sua struttura commerciale

Parliamone…

In un settore così tecnologico e, diciamolo pure, maschilista, immaginiamo quale possa essere la prima reazione dei clienti quando si trovano davanti una giovane dall’aspetto in apparenza ‘fragile’.
Chiara ride per questa affermazione, ben sapendo di non essere fragile, ma ben determinata.

«Il mio percorso commerciale è cominciato seguendo un percorso inverso. Il concetto era che Prati deve per prima cosa diventare leader di mercato con i prodotti più avanzati
E ci racconta come nei primi incontri presentava il catalogo al cliente, il quale gentilmente ascoltava, per poi chiudere e riconsegnare il catalogo con la tipica frase “Interessante, ma io compro da…”.
Giusto, parliamone”. Con questo approccio Chiara anticipava in pratica ciò che oggi insegna il guru del marketing Mark Shepherd, Branding Authority alla Lancaster University.

E così, con calma, determinazione e competenza tecnica, dimostrava che i prodotti PRATI srl nulla avevano da invidiare a quelli affermati sul mercato. Questo non ci meraviglia, perché conoscendo Pietro Prati e la sua straordinaria capacità inventiva non poteva essere altrimenti. Prati afferma che la sua scuola è stata l’officina. Vorremmo aggiungere il talento e una spiccata visione della meccanica anche la più complessa. Oggi, naturalmente con l’aiuto di validi collaboratori, abbina alla meccanica, l’elettronica e l’informatica.

Venendo a oggi, le oltre 400 macchine installate nel mondo sono una referenza. Ma di piú vale la tecnologia che le distingue, trattandosi di attrezzature rivolte a un settore complesso qual è quello delle etichette, in particolare nei settori della farmaceutica, alimentare e cosmetica.

Anticipare il mercato

«Tutta l’evoluzione della tecnologia PRATI srl – ci spiega Chiara – è legata alla scoperta dei mercati che abbiamo esplorato e che ci hanno stimolato a far evolvere il prodotto. E all’innovazione, per presentare ciò di cui il mercato avrebbe avuto bisogno anticipando le esigenze del cliente

In pratica in azienda la ricerca e la produzione sono sempre state orientate a prodotti nuovi non ancora presenti sul mercato. Tutto questo ha trasformato il concetto da parte dei clienti sul brand PRATI.

«Con i prodotti, ma anche con la presenza costante sul campo – precisa Chiara –. Siamo stati quindi pionieri. Per noi il cliente è anche una fonte di informazioni

Se guardiamo la mappa delle installazioni non ci sono regioni vuote: PRATI srl è presente in 5 continenti. E nel 2018 ha aperto in Texas la sede per il mercato americano.
Dove volete arrivare?

«In Cina anche se non subito. Abbiamo altri progetti più urgenti come il Medio Oriente. Siamo già presenti negli Emirati e nei prossimi mesi finalmente, con la recente apertura, potrò presentarmi ai clienti in Arabia Saudita senza bisogno di essere accompagnata da un uomo. Quello è un mercato molto stimolante, in forte evoluzione.»

PRATI srl aveva aperto il nuovo stabilimento di Faenza nel 2011. Stabilimento che già oggi sta stretto. Le novità si succedono a ritmo incalzante: nel 2015 la Digifast ONE, che dai sistemi di controllo apre il settore della finitura digitale. E nel 2017 FUTURA che proietta l’azienda nell’Industry 4.0.
Chiediamo come ha vissuto questa trasformazione.

«Il cliente è sempre alla ricerca di prodotti particolari e ci spinge a trovare soluzioni nuove. E allora abbiamo preso la palla al balzo. – dice Chiara Prati – L’opportunità di avere prodotti per un mercato innovativo. Le tecnologie devono essere adeguate allo stabilimento produttivo del cliente. Per noi è stato relativamente semplice perché siamo sempre stati orientati all’automazione, anche applicata in azienda. Abbiamo investito in personale e ora stiamo organizzando la struttura interna. Con le nostre macchine, tavoli o di finitura, PRATI srl dialoga con il flusso di produzione

Sfruttando l’automazione e la digitalizzazione dei processi, Futura integra le nuove tecnologie che comportano una stretta collaborazione tra operatori e macchine. Se ne avvantaggia la produttività. Ed essendo parte integrante del concetto di Smart Factory, grazie a FUTURA, PRATI srl collega fornitori e clienti. Le applicazioni software intelligenti permettono di ottenere la massima efficienza energetica con conseguente risparmio.

«Noi forniamo al cliente la macchina con tutti gli strumenti necessari anche per rilevare i dati da remoto. La parte più bella di FUTURA è che salva non solo i dati, ma tutta la configurazione del lavoro che si riconfigura in automatico

In questo breve video Chiara Prati sintetizza il futuro dell’azienda in un mercato fortemente innovativo 

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