Non tutti ricordano il famoso film giapponese del 1950  diretto da Akira Kurosawa. Vinse il Leone d’Oro al Festival di Venezia dello stesso anno e fu un successo strepitoso. È un’imponente parabola sulla relatività e sulle mille sfaccettature della verità, raccontata mirabilmente dall’indimenticato regista. Un tema antico e sempre attuale, ma non solo nella vita quotidiana e nella politica. A quanto pare anche nel giornalismo. Persino in quello che dovrebbe stare al di sopra delle parti.

Qui c’è sotto qualcosa. Ma qualcosa di poco chiaro. Questo non è giornalismo, questa è piaggeria. Mi riferisco a una notizia proveniente dagli USA e rimbalzata da Reuters Italia, poche ore fa.  Si riferisce alla Grecia.

La Grecia verso il default, ma in Italia non si deve sapere

La notizia originale di Reuters USA (si può scaricare qui) “Greek leaders failed on Thursday to agree on reforms and austerity measures, the price of a bailout to avoid a messy default, forcing Finance Minister Evangelos Venizelos to go to the country’s financial” che pressapoco suona così: “I leader Greci hanno fallito giovedì l’accordo sulle riforme e le misure di austerity, il prezzo di cavare dai pasticci (letteralmente: di una cauzione) per evitare il default, costringendo il Ministro delle Finanze Evangelos Venizelos di andare a Bruxelles a mani vuote…

In Italia la stessa notizia viene così tradotta e diffusa (almeno nel titolo): “Grecia, accordo leader politici su misure austerità“. Delle due l’una: o  si è dimenticato di tradurre il primo pezzo, oppure, più credibilmente, si è preferito spalmare di miele la notizia, che negli USA invece viene data in tutta la sua crudezza.

La stessa notizia rimbalzata dal NYT (vedremo domani come la riportano i quotidiani italiani), dice in sostanza che i ministri greci non si sono messi d’accordo sulle misure da adottare per poter ottenere il prestito dei finanziatori che salverebbero la Grecia dalla bancarotta (172 miliardi di dollari).

Non è lo scopo di questa testata l’analisi della situazione finanziaria della Grecia, ci limitiamo pertanto a considerazioni di carattere etico-giornalistico dopo di che ciascuno sarà libero di pensare come crede.

Perché questo? Lo abbiamo chiesto a un esperto di finanza e di mercato, l’ormai noto a i nostri lettori, Vittorio E. Malvezzi, il quale senza mezzi termini ci ha detto che “in Europa c’è l’ansia di comunicare che va tutto bene e che la Grecia si è messa d’accordo” mentre  negli USA dove hanno deciso e detto che la Grecia non impatterà minimamente sulla finanza in America, “se ne fregano e dicono le cose come stanno.”

Ci sembra un modo scandaloso di dare le informazioni e, aggiunge il nostro interlocutore “spero che Frau Angela si arrabbi sul serio sta volta“.

Dobbiamo dire che se le cose stanno così – ma come altrimenti? – da Reuters non ce lo aspettavamo. Che ci siano ordini di scuderia? Ma allora che giornalismo è questo?

Allora si può capire perché persino nel nostro piccolo, ci siano agenzie di PR e società che prediligono i giornalisti che stanno al gioco, mentre mettono da parte, con varie scuse, quelli che possono dare fastidio o comunque non attaccano l’asino dove vuole il padrone. Del resto non è una novità e ne abbiamo già parlato proprio su queste pagine (chi volesse farsi quattro risate vada a rileggersi “Chi ha paura del lupo cattivo“).