Dopo manroland e Kodak anche Heidelberg Druckmaschinen attraversa il suo momento difficile. Riportiamo i dati sull’andamento vendite e ordini diffusi dalla società tedesca e un commento che ha scritto per noi il nostro esperto finanziario Vittorio E. Malvezzi.

Heidelberg Druckmaschinen AG ha dovuto rivedere gli obiettivi di vendite a medio termine dopo la pubblicazione dei dati che indicano un calo di fatturato e di ordini nei risultati dell’ultimo trimestre 2011. Nell’annunciare i risultati, l’8 febbraio scorso, la Heidelberg Druckmaschinen ha dichiarato che il target di vendite per il 2013/14 che era di 3 miliardi di € sarà ben lontano dall’essere rispettato. Le vendite sono calate dell’8,2% nell’ultimo trimentre e del 3,8% nei nove mesi dell’anno al 31 dicembre 2011, rispettivamente a 631 milioni di € e 1,8 miliardi di €, mentre gli ordini sono crollati del 6,1% a 642 milioni di € e del 6,8% a 2 miliardi di € per gli stessi periodi.
Il costruttore tedesco puntava su un ritorno dalle fiere Ipex e ExpoPrint che nelle edizioni precedenti avevano dato buoni risultati, ma senza successo. Anche gli utili sono crollati da 15 a 2 milioni di € nel trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con una perdita di 25 miloni di €. Nei tre trimestri in considerazione la perdita è stata di 91 milioni di €.
Il CEO Bernhard Schreier ha detto  che l’incertezza economica e la conseguente riluttanza a investire ha inciso sulle operazioni della società.
Nel terzo trimestre Heidelberg è andata in rosso di 14 milioni contro un utile di 10 milioni nello stesso periodo dell’anno precedente. Pertanto, Schreier ha annunciato che tra i piani di ristrutturazione è previsto un ulteriore taglio di 2000 dipendenti.  Ciò nonostante Bernhard Schreier si è detto fiducioso delle opportunità per l’intera industria delle macchine da stampa in occasione della prossima Drupa di maggio.
E intanto Heidelberg sarà presente, come sempre, con i suoi due padiglioni e le enormi spese che questa fiera comporta. Il clima sarà, come sempre, euforico, le dichiarazioni saranno tutte per una forte ripresa e vendite effettuate in fiera. Salvo poi leccarsi le ferite a fiera conclusa. Vedremo.

Il commento

Caro Marco la tua è una disanima, perfetta: completa, documentata e conti alla mano.
So di essere un romantico e quindi di questi tempi e col nostro mercato un po’ a pezzi, un pochino anacronistico. Pensa che vorrei addirittura parlarti dell’anima di Heidelbeg: un’anima laica, come si addice a una nazione che pur avendo Riformato una religione ha i piedi saldamente piantati in terra.
Quanto saldamente te lo illustro con un paio di grafici, tanto per non smentirmi e per avvalorare la tua ricerca basata sui numeri.
Partiamo da dati concreti e facilmente palpabili da tutti: per cominciare la Disoccupazione.

Andamento della disoccupazione in Germania

Già un grafico così chiarisce a tutti, anche a chi preferisca fare cose più proficue che buttar giù righette e numerini, che qui stiamo parlando di una situazione invidiabile a dir poco. Tieni presente che una disoccupazione del 4 o 5%  significa occupazione totale. In altre parole in quel caso vengono conteggiate quelle fasce endemiche di scontenti o in cerca di miglioramenti o in situazioni transitorie e in evoluzione. Come si vede chiaramente la media degli ultimi 3 mesi è circa 1,5 punti al di sopra dell’ottimo.
Il prof. Mario Monti venderebbe l’anima di almeno un paio di ministri o ministre al diavolo o a chi fosse interessato, per avere la garanzia di questo risultato a breve.
Un altro dato, che ci arriva invece dal nostro Istat, cerca di dare visivamente la sensazione della distribuzione del PIL, il nostro Prodotto Interno Lordo, ponderandolo con la popolazione. Un PIL pro-capite, non sfuggiamo certo alla critica del buon Trilussa con il suo pollastro, ma abbiamo una visione che nel suo quadro generale è realistica.
Purtroppo i dati di casa nostra escono sempre con un certo ritardo: qui addirittura di 3 anni. Come si vede la situazione del benessere medio di un cittadino della zona Euro vede al primo posto la Germania. Nel frattempo il leone Britannico è entrato in recessione e quindi una volta ancora Deutschland über Alles.

Andamento del PIL nei principali paesi dell'Eurozona

Faccio una breve parentesi, ma del resto anche in Grecia si usano le Stella: questo giochino serve anche per darci un’idea un po’ più concreta della situazione in cui si dibattono gli uomini, le donne  e i bambini della nazione di cui tutti parliamo in questi giorni, neanche fosse una partita di Coppa.
Abbiamo visto che il più malconcio degli Stati dell’Eurozona veleggia su un reddito pro-capite di circa 25/26000 Euro. Guarda nel prossimo grafico qui sotto come è messa la Grecia.
Il grafico inferiore ci dice che oggi un cittadino greco conta su un benessere poco più della metà della situazione peggiore che abbiamo appena visto.  Tanto per completare il quadro, nella parte superiore del grafico si parla della rata di aumento del PIL, in inglese Gross Domestic Product (GDP) con una traduzione letterale vuol dire la stessa roba.
Bene! noi ci lecchiamo le ferite e definiamo aperte le danze per una bella recessione, avendo come rata di variazione del PIL un negativo di -0,70.

Andamento del PIL in Grecia

Loro nel mese di gennaio hanno fatto 10 volte peggio di noi:-7,00% !
Ecco perché la forte Germania tiene i piedi saldamente per terra e si permette di far parlare Herr Jens Weidmann, il Governatore della Banca Centrale la temuta e rispettata Bundesbank  così. esclude una partecipazione delle banche nazionali dell’eurozona, e dunque della Bce, a un taglio del debito contratto dalla Grecia (haircut). Le banche non possono “regalare i capitali che gli sono stati affidati in gestione” “non ci è permesso rinunciare ai crediti che vantiamo nei confronti di uno Stato“. Tanto per rinfrescarti la memoria i Greci chiedevano uno sconticino del 70% su per giù.

Con queste premesse, adesso parliamo di Heidelberg: o meglio della “mia Heidelberg”.  Quando lavoravo ancora insieme a nonno e papà, piccolo flash familiare in questa situazione per evitare confusioni, al telefono il nonno rispondeva Malvezzi, papà diceva sbrigativamente “pronto” e io …Vittorio, Heidelberg per me si sposava con due altre parole: Stella e Piano-cilindrica. Due macchine rigorosamente nere e religiosamente tenute lucide degli operatori.
Quindi nel mio immaginario, Heidelberg doveva essere una città nordica, nera e lucida.
Sono rimasto terribilmente sorpreso più tardi andando a visitarla: mi son trovato in un mix di Pisa+Pavia, piena di universitari e di fiori. Del resto c’erano altri messaggi a rinforzare l’imprinting: l’auto alla moda, il mitico Maggiolino VW della Carro-del-Popolo, prima di indulgere a incredibili mollezze cromatiche, era rigorosamente nero e lucido. Da cui appunto il soprannome.  Bisogna dire che solo frequenti incursioni sulla Riviera Romagnola mi hanno fermato dall’estendere la confusione ad altri campi. Così ho scoperto che esistevano anche altre Tedesche, non nere né lucide, ma altrettanto interessanti e degne di approfondita conoscenza per un giovane stampatore di belle speranze.
Ecco, caro Marco, che cosa intendevo dire con un’anima laica: un marchio che evoca visioni, diventa un vissuto e stimola l’immaginario.
Roba che nei tuoi numeri e nei miei grafici non trova posto, ma dentro di me in un posto che puoi chiamare in modo diverso, secondo come vuoi collocare il tuo rapporto col trascendentale, dentro di me la “Mia Heidelberg” resterà con i ricordi e le illusioni della giovinezza.
E alla fine ti metto insieme tesi e antitesi: solo una Nazione forte, che creda e difenda i propri valori senza rispetto umano né finte vergogne, può decidere di tagliare o ridimensionare una parte di sé tanto importante come ‘sto benedetto marchio.

Il famoso castello di Heidelberg

 

* letteralmente: ho lasciato il mio cuore a Heidelberg (più precisamente: mi sono innamorato di Heidelberg): è la canzone che cantano gli studenti quando, una volta terminati gli studi nella città universitaria del Palatinato, tornano a casa.