Conosciamo la Tecnolito di Caprino Bergamasco da alcuni lustri. Visitare questa azienda, oggi 2012, dopo la riconversione, ci ha confermato quanto potevamo sapere o intuire conoscendone il vertice. La riconversione si nota già dallo stesso nome, oggi Tecnolito Desing, che esprime con precisione il concetto che sta alla base di un’azienda organizzata per proporre e sviluppare idee e soluzioni per la stampa, il packaging di presentazione e la pubblicità sul punto vendita, ma non solo.
Da quando, a partire dei primi anni ’90, l’industria delle Arti Grafiche stava subendo la prima rivoluzione del digitale − e non parliamo della stampa, ma delle nuove tecnologie che hanno di fatto mandato in soffitta i mitici scanner a tamburo, e soprattutto mandato in pensione molti cromisti e poi gli stessi fotolitisti − l’industria della prestampa, come tale, subiva un forte contraccolpo. Tutti ricordano quante aziende hanno chiuso in quegli anni. Altre hanno potuto proseguire grazie a una forte specializzazione nell’alta qualità finché i loro clienti stampatori non decidevano di acquistare i propri CtP, e fino a quando la fotografia digitale, e una certa tendenza al “quanto basta” non dava il colpo di grazia.
Alcuni, mentre gli stampatori offset snobbavano la nascente stampa digitale, hanno invece puntato su questa tecnologia anche se inizialmente non dava le necessarie garanzie di qualità, a parte alcune macchine professionali di qualità.
Prestampa: humus della buona qualità
A loro vantaggio era la profonda conoscenza della prestampa, che permise a queste aziende di affrontare le nuove tecnologie digitali con un know-how che agli stampatori offset, di estrazione più meccanica che informatica, forse mancava.
È in questi anni che Tecnolito inizia una riconversione della propria azienda, puntando con decisione, ma con molta attenzione, sulle nuove macchine per la stampa digitale.
Oggi, ripercorrendo quegli anni, possiamo ricordare come le cose non siano sempre state facili e come all’esperienza e alle conoscenze di base, fosse necessario aggiungere una buona dose di coraggio.
«Una riconversione del genere, per passare dalla prestampa alla stampa – ci ricorda oggi Luigi Stefano Campanella − ci è costata molti sacrifici, ma non tanto o soltanto per le apparecchiature, non sempre a quei tempi affidabili, quanto per la riqualificazione del personale.»
I corsi di formazione sono stati infatti una delle caratteristiche di Tecnolito e non è un caso che questa esperienza in azienda è stata poi da Luigi Campanella trasferita anche alla formazione dei giovani nelle scuole. Ricordiamo infatti che è stato presidente dell’Istituto Rizzoli per le Arti Grafiche di Milano e poi del Polo Formativo Grafico di Lombardia. E lui stesso docente.
Ma torniamo all’azienda: «La nostra riconversione si è basata su un concetto che non abbiamo mai abbandonato − prosegue Campanella −. Quello del know-how, che avevamo acquisito e fatto il nostro punto di forza anche perché fornitori di aziende di stampa primarie e molto esigenti. Dovevamo mantenere queste conoscenze, ma allo stesso tempo aggiornarle a tecnologie nuove e che evolvevano rapidamente.»
Se infatti è vero che la stampa digitale è soprattutto questione della capacità di gestire i file di prestampa, che nasce da quell’esperienza che qui chiamano “il nostro humus”, è proprio il mondo della fotolito quello che può meglio capire a adattarsi a queste tecnologie.
«Possiamo dire che i nostri investimenti sono stati suddivisi alla pari tra attrezzature e formazione, ma dobbiamo anche dire che, per quanto riguarda le attrezzature, una buona fetta degli investimenti riguarda i software e tutto quanto concerne la gestione dei file e del colore.»
E parlando di hardware, di macchine per la stampa digitale, si nota il background tecnico della prestampa perché − e lo si può dire chiaramente e con cognizione di causa − le curve colore delle stampanti digitali, soprattutto agli inizi, non erano certo adatte a una stampa di alta qualità. «Ancora oggi − ci confermano − abbiamo macchine e plotter, ottime sotto il profilo della stampa in pluricromia che nulla hanno da invidiare alla offset, ma che a volte, nelle loro versioni di base, non sono in grado di sopportare il ‘peso’ dei file che per noi sono essenziali per ottenere una stampa di altissima qualità.»
Lo possiamo constatare dal vivo osservando gli stampati, dagli espositori alle brochure, dalle scatole agli astucci. Una qualità che, come affermano gli esperti in azienda “spesso supera la offset” ma la ragione sta appunto nella preparazione in un reparto prestampa che è il cuore pulsante di tutta l’azienda.
Curve colore e manualità
Proseguiamo la visita accompagnati dai responsabili dei vari reparti.
Vediamo come la Tecnolito Design si è organizzata per supportare le agenzie che lavorano per grandi aziende della cosmetica, dell’alimentare o dell’abbigliamento di lusso, o le persone del marketing, i print buyer di quelle aziende in cui la comunicazione visiva è la parte essenziale del loro successo sul mercato.
Come ci spiegano i commerciali, molto spesso le aziende non hanno bisogno di grandi tirature, e anzi il marketing prima del lancio di un prodotto ha bisogno di fare dei test, quando non di campionature realistiche di qualità su cui discutere le modalità per la presentazione sul mercato.
Nasce così l’esigenza di stampati − sia commerciali/pubblicitari, sia di cartotecnica, espositori, scatole di presentazione − soprattutto in cartone o in materiali pregiati, con tirature variabilissime, dove il costo della stampa offset sarebbe proibitivo.
Ma tutto questo deve essere fatto non a scapito della qualità che deve essere il massimo che si possa offrire. È quella che qui definiscono “stampa nobile” ad alto valore aggiunto, quasi sempre ottenuta con tecnologia mista.
È infatti arduo distinguere dalle campionature che osserviamo, dove termina la stampa digitale e dove si inserisce la serigrafia, piuttosto che la stampa a caldo o una lavorazione a mano. Sono queste infatti alcune delle prerogative di Tecnolito Design, che tra i vari reparti ha una piccola cartotecnica e legatoria, con stampa a caldo e dove molti lavori sono eseguiti a mano.
Un altro reparto un po’ ‘fuori moda’, cui Campanella è particolarmente affezionato, è quello che ospita il torchio manuale dove si eseguono tirature per preparare le plance di cartone che saranno distribuite agli stampatori scelti dalle grandi aziende del mercato alimentare e non solo. Qui infatti, si lavora con cartone alimentare, inchiostri a bassa migrazione e con i pantoni richiesti dai committenti. Ne risultano stampati che andranno a costituire i parametri che stampatori e cartotecnici dovranno rispettare. Vere e proprie prove colore certificate, come mostra un manifesto sulla parete, cui fare riferimento.
Tra i reparti quello che maggiormente impressiona il visitatore attento, è la sala con le postazioni di prestampa dove sulle numerose e sofisticate stazioni di lavoro si preparano i file che, con le corrette curve colore andranno poi ad alimentare la due macchine hp Indigo (una 3050 che stampa carta fino a 500 grammi, e una 5500), una Canon C7000 VP e, ultimo arrivato, il plotter hp con inchiostri Latex presentato a Milano nel novembre 2011, per la stampa inkjet anche su materiale plastico, telato o adesivo. Completano le attrezzature produttive un plotter da taglio Esko Kongsberg i-XE10, e per la finiture, un punto metallico e una brossura Duplo (oggi in Italia Neopost).
Si potrebbe pensare che queste attrezzature, chiaramente mirate alle piccole produzioni quando non alle sole campionature, stia un po’ stretta per un’azienda che mira a una continua espansione e a richieste anche di tirature superiori.
Il tempo, e il mercato, diranno se ci sarà posto anche per macchine più produttive.
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