Dal convegno “Imballaggio alimentare, novità per competere” emerge la vitalità di un settore che vuole vincere la crisi. Diamo qui un resoconto dopo averne accenanto nelle nostre Notizie in Breve.
Numerosi operatori appartenenti alla filiera della stampa e produzione degli imballaggi hanno partecipato, il 27 giugno 2013, al convegno sulla stampa nell’Imballaggio Alimentare che si è svolto a Rovolon, sui colli Euganei, presso l’azienda agrituristica La Costigliola.
Il forum aveva l’obiettivo di fare il punto sulla stampa e sui materiali nel food e beverage packaging, quali elementi chiave per rendere l’innovazione uno dei valori competitivi più importanti per tutta la filiera del settore alimentare e delle bevande. Il convegno organizzato da Maria Laura Lombardi, titolare di COM, è stato promosso, in qualità di gold sponsor, da Kodak, hubergroup e Luxoro, con il supporto tecnico di I&C, BST, RE, Edigit, BieSse e Ulmex, quali desk sponsor.
Gli aspetti normativi
Ha aperto i lavori Maria Zemira Nociti dello Studio ZetaPi con un intervento dedicato alla normativa che regolamenta il contatto dei materiali con gli alimenti e ai processi e sistemi esistenti che possono consentire ai converter di affrontare la propria responsabilità lungo il processo di produzione degli imballaggi. Un percorso complesso, che si sviluppa in quattro aree: sistema di qualità e GMP (buone pratiche di produzione), controllo dei rischi igienici, tracciabilità, e dichiarazioni di conformità.
Un aiuto per i converter per far fronte alla gestione di tutta la documentazione richiesta per la conformità alimentare, arriva da una piattaforma software presentata da Alberto Gerace di Giga Publishing. Si tratta di un sistema che automatizza tutti i processi di controllo e la produzione dei documenti. Il sistema genera, ad esempio, in automatico le dichiarazioni di conformità, che possono essere consultate da tutti gli attori della filiera. Questi hanno così un’unica fonte da cui il documento viene creato e dove risiede per essere consultato.
Innovazione ed eccellenza italiana
Pietro Lironi, Amministratore Delegato di Goglio Cofibox, ha colto, con estremo senso pratico, il tema dell’innovazione per competere unendolo ad altri due valori, oggi più che mai, di estrema attualità: costi e valore del packaging. L’innovazione è fondamentale per essere competitivi, ma non può essere l’unica variabile per rendere vincente un’impresa o un sistema industriale. Deve necessariamente rispondere anche al requisito del contenimento dei costi e aggiungere valore al prodotto finito. Altrimenti rimane una bella idea, ma irrealizzabile e, soprattutto, non aggiunge valore competitivo a un altro prodotto italiano di valore, cioè, al suo contenuto, cibo o bevanda che sia.
Con 163 anni di storia alle spalle nella produzione di imballaggi flessibili pere alimenti, Goglio ha una grande cultura dell’innovazione, che quest’anno si è espressa attraverso il brevetto di un sacchetto ecologico, ideale per contenere caffé e qualsiasi altro alimento secco, vincitore dell’Oscar dell’imballaggio 2013. Questo pack è composto dall’unione di due materiali compostabili, su cui viene poi applicata la biovalvola brevettata da Goglio., ed è attualmente all’esame dell’ente certificatore Vinçotte per la compostabilità. Non solo il pack ma un sistema integrato di confezionamento 100% eco-friendly è l’unico di questo tipo disponibile ad oggi in Europa.
Testimone a pieno titolo dell’eccellenza italiana, Pedon Group, rappresentata dal marketing manager Luca Zocca, ha offerto una visione del packaging alimentare fra marketing e sostenibilità. Azienda creata nel 1984 e passata, nel periodo 1999 – 2012, da 8 milioni di Euro a 71 milioni di Euro, Pedon ha stabilimenti in Italia, Sud America, Africa e Cina. Zocca ha sottolineato come la sostenibilità sia una leva fondamentale che, integrata con l’innovazione del proprio R&D, aggiunge valore all’attività aziendale. Un’attività che tiene conto, nella propria produzione, del packaging. I beni realizzati per le oltre 100 private label servite in Italia e all’estero vengono forniti al cliente pronti per l’esposizione sugli scaffali. Gli esempi illustrati nel corso della relazione, hanno mostrato come gli imballaggi Pedon, primari e secondari, tengano conto degli aspetti più rilevanti per il marketing (cromia per attirare l’attenzione, istruzioni e informazioni per utilizzare il contenuto), ma anche per la sostenibilità, quali per esempio, l’uso di carta riciclata 100% o FSC, la produzione di imballaggi totalmente riciclabili, e l’implementazione di soluzioni logistiche destinate a ridurre il trasporto gommato e quindi l’impatto in termini di emissioni.
Il biologico, un trend in crescita
Una finestra su un settore che sta vivendo un periodo di crescita è stato offerto da Franco Zecchinato, pioniere delle coltivazioni biologiche in Italia e amministratore della cooperativa agricola El Tamiso, che raggruppa i produttori di agricoltura biologica non solo del triveneto, annoverando molte partecipazioni dal resto d’Italia. Anche se il numero di produttori agricoli è diminuito, nel periodo 2008-2011 è stato registrato in Italia un aumento di vendite del 10% anno su anno, attestandosi su un fatturato totale di 3.135 milioni di Euro. Con lo stesso trend di crescita sono aumentati i trasformatori e il personale addetto alla vendita in tutte le forme (GDO, vendita specializzata, ristorazione). Il biologico si profila dunque essere un modello di sviluppo ambientale, salutistico e commerciale, con ricadute positive sulla filiera di produzione dell’imballaggio.
Opinioni a confronto
Una tavola rotonda ha visto la partecipazione di rappresentati dei fornitori, come Giuseppe Gianetti di Huber Group, Michele Pioli di Kodak, Gianni Azzaretti di Luxoro, e dei converter nelle persone di Elisabetta Fanchin di Rifa Etichette, Pietro Lironi di Goglio, oltre che di Luca Zocca della Pedon, in qualità di rappresentante degli utilizzatori di imballaggi.
Il moderatore Francesco Bordoni ha lanciato la provocazione sul dato dell’enorme quantità di cibo che viene gettato in discarica dopo il confezionamento. Nel 2012 questo ha raggiunto la cifra di 1,3 miliardi di tonnellate a livello mondiale. L’aspetto cruciale è stato individuato nelle informazioni, fruibili dal consumatore attraverso l’etichettatura dei prodotti alimentari, che possono consentire di ridurre, in modo sensibile, le quantità di cibo e bevande che finiscono nelle nostre discariche a causa di cattiva conservazione oppure per superamento dei termini di scadenza. Anche per questo, è importante conoscere come vengono realizzati il packaging e le etichette. Fornitori di materiali e produttori sono fortemente coinvolti e responsabili nella produzione di packaging ed etichette che siano realizzati con prodotti e processi ecologici.
Un altro tema, condiviso dai relatori, ha posto l’accento sull’anticontraffazione e su come siano necessari sistemi che consentano di proteggere il Made in Italy. Per questo ci sono aree di applicazione per l’etichettatura olografica, la codifica di controllo e il QR Code oppure con tecnologia RFID. Un sistema alternativo basato su un marker invisibile che viene inserito negli inchiostri o nel supporto è proposto da Kodak. Naturalmente queste soluzioni hanno un impatto sul costo del prodotto finito e quindi devono fare i conti con l’aspetto della sostenibilità finanziaria della produzione.
Semmai ce ne fosse bisogno, si è puntualizzato come il convertitore non possa essere chiamato semplicemente stampatore, ma sia invece uno stampatore di imballaggi. Diversamente dal primo, il converter ha molteplici punti d’osservazione sulla produzione, che tengono conto di aspetti legati alla tutela della sicurezza e anche a quella dell’ambiente.
Zocca della Pedon ha sottolineato l’importanza di un consumo responsabile che muova una tipologia di prodotto a favore di una dieta bilanciata. Tutti gli attori della filiera (dai produttori di food come Pedon, ai designer, ai converter, ai fornitori), sono impegnati a svolgere ciascuno il proprio ruolo per realizzare prodotti in grado d’informare il consumatore (responsabilità), e di condurlo all’acquisto (marketing). Spesso, però, questo impegno deve passare attraverso il filtro della GDO, che, almeno per quanto riguarda il mercato italiano, non ha la sensibilità a favore di temi che esulino dagli aspetti commerciali. Un esempio citato viene dalla Gran Bretagna, dove Tesco e Sainsbury hanno avviato promozioni sui prodotti del tipo “Buy one, get the second later”.
Certificare la propria carbon footprint
L’aspetto ecologico della stampa degli imballaggi alimentari gioca un ruolo importante. L’attestazione dell’attività ecologia del converter passa attraverso la certificazione dell’impronta ecologica. Valeria Volpe della società di consulenza Vireo ha illustrato come si possa ottenere la certificazione del proprio impegno a ridurre il consumo di CO2, raccogliendo semplicemente i dati sui combustibili per riscaldamento e per trasporti e sull’elettricità all’inizio e alla fine dei 12 mesi del periodo d’osservazione, dimostrando l’avvenuta riduzione di CO2. La certificazione può essere fatta con Carbon Trust Standard, organizzazione internazionale che garantisce visibilità alla certificazione con il rilascio di un marchio, che si può apporre sul sito e nella documentazione aziendale.
Un’occasione di incontro
Il convegno è stato non solo un momento formativo e informativo, ma anche un’occasione di incontro tra converter, brand owner, agenzie grafiche e i fornitori che hanno reso possibile l’organizzazione del convegno.
Michele Pioli di Kodak ha commentato: «Abbiamo incontrato varie tipologie di aziende a questo evento. Gli stampatori flexo erano tutti interessati a migliorare la loro qualità di stampa, con lineature più alte e colori più brillanti, aumentando l’efficienza in produzione. La preoccupazione dei brand manager era invece più rivolta alla costanza del risultato di stampa, per garantire maggior integrità del marchio. Le soluzioni Kodak rispondono a tutte queste esigenze.»
Chiara Pinton di hubergroup, inchiostri, è stata positivamente impressionata dalla numerosa partecipazione e ha dichiarato che «in quanto fornitori del settore sentiamo forte la responsabilità a contribuire alla formazione del settore. Dagli incontri che realizziamo con i nostri clienti e da occasioni come queste spesso nascono alcune collaborazioni importanti e alcune sperimentazioni in specifiche applicazioni dei nostri inchiostri.»
Gianni Azzaretti della Luxoro ha notato grande interesse da parte degli intervenuti per le soluzioni ad alto valore aggiunto della gamma di carte Luxoro. Da sempre il packaging è un importante elemento d’identificazione del brand. L’utilizzo di strumenti specifici nella sua fase di stampa, atti a valorizzarne ed arricchirne l’estetica, conferiscono al prodotto finale una caratteristica distintiva, spesso decisiva per favorirne l’acquisto da parte del consumatore. La missione di Luxoro è supportare i designer e gli stampatori di packaging a valorizzare efficacemente il brand del cliente finale al mercato e, nel settore del food & beverage, a dare lustro allo stile e alla produzione Made in Italy.
Tra gli altri fornitori del settore presenti, Sante Conselvan, amministratore della I&C ha aggiunto: «Il successo di questo evento e l’apprezzamento espresso dai partecipanti dimostrano come gli operatori del settore desiderano tenersi aggiornati. La formula adottata ha privilegiato gli approfondimenti tematici e il dialogo della filiera tra i diversi attori coinvolti nella produzione del packaging. I fornitori oggi più che mai devono fare sistema e promuovere momenti di confronto come questi.»
Enrico Parisini, fondatore e titolare di Edigit, ha sottolineato l’impotanza di non trascurare mai l’importanza di una corretta gestione aziendale e del tenere sempre presenti i costi, per evitare brutte sorprese al momento di tirare le somme. Purtroppo, invece, sono ancora troppe le aziende, soprattutto nel campo della stampa commerciale, che guardano più a far girare le macchine che agli utili reali.
Un video sul convegno può essere visionato cliccando qui.
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