Era il lontano 15 settembre 1997, quando due studenti dell’Università di Stanford lanciarono il primo grezzo motore di ricerca finalizzato a catalogare e indicizzare le risorse del World Wide Web. La grafica era tutt’altro che suggestiva, ma Larry Page e Sergey Brin svilupparono un algoritmo in grado di rivoluzionare per sempre la pubblicità su internet.
Nacque così l’era del 2.0. La teoria secondo cui l’analisi matematica delle relazioni tra i siti web (i famigerati backlink) avrebbe prodotto risultati migliori rispetto alle tecniche empiriche utilizzate in precedenza, si rivelò un successo e, un anno dopo, fondarono Google.
Il colosso di Mountain View divenne in poco tempo il monopolizzatore assoluto della scena digitale, canalizzando miliardi di utenti sui siti ritenuti da Google degni di rappresentare al meglio la parola chiave digitata nel form delle ricerche.
La relazione ricerca-parola chiave-sito divenne il punto di partenza per qualsiasi forma di business sull’etere e un’ossessione per migliaia di webmaster e SEO beffati ripetutamente dalle variazioni dei parametri di qualità nell’algoritmo di Google Search, fattori che regolano anche il Page Rank.
In breve tempo nacquero Analytics, Adwords e Adsense, servizi indispensabili per tutti coloro che intendono trasformare il proprio blog, sito aziendale o periodico in una fonte di guadagno (pur con tutti i risvolti negativi che comunque comporta la pubblicità automatica, che si attiva in funzione delle parole chiave più frequenti).
Evitare la confusione
L’esplosione di Google e la crescita esponenziale della rendite pubblicitarie sul web hanno indotto editori e web agency a lavorare sul miglioramento della navigazione e sugli aspetti grafici.
Siti intuitivi in cui è semplice individuare e memorizzare link per la navigabilità e layout di impatto come marchio di professionalità, sono quindi basilari per il successo, alla stessa maniera della originalità dei contenuti e delle tecniche SEO.
Lavorando in due settori all’apparenza differenti, il mondo dell’editoria e la giungla del marketing sul web, ho notato come siti legati al mondo delle scommesse online – come Betclic, William Hill, Unibet et al. – presentano una architettura pressoché perfetta sia dal punto di vista estetico, che della funzionalità.
L’utente in pochi scroll è in grado di individuare link ad articoli e servizi di suo interesse, a differenza di blog e magazine di informazione confusionari e privi di qualsiasi ordine logico.
Ne segue un suggerimento ovvio: sappiate che la grafica della vostra home page rappresenta il vostro biglietto da visita. Evitate quindi di usare formati extralarge e puntate su layout leggeri (cool nel gergo web), ma che allo stesso tempo siano di facile navigabilità. I multimilionari Larry Page e Sergey Brin nel 1997 lo avevano fatto con la forma primordiale di Google.
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