Da 2D a 3D: analisi delle tecnologie presenti e delle opportunità di business: un seminario di successo al San Zeno di Verona.

Giovedì 4 dicembre scorso presso l’Aula Magna della Scuola Grafica Cartaria “San Zeno” di Verona si è tenuto un seminario, organizzato in collaborazione con MetaPrintArt, cui hanno partecipato più di 110 aziende e professionisti, interessati a comprendere come la stampa 3D possa diventare un alleato per stampatori e operatori della comunicazione.
Tiziano Zanotti, Coordinatore della Scuola Grafica Cartaria “San Zeno” ha dato il via all’incontro esprimendo l’interesse e la curiosità per tecnologie che, se pur non nuove, devono essere conosciute e seguite con attenzione.
La novità di questo incontro che si è tenuto per la prima volta in Veneto, è che l’attenzione è stata posta su applicazioni vicine al mondo dei tipografi. Sono state infatti presentate tecnologie e applicazioni di stampa 3D con particolare interesse al Design, alla Comunicazione, al Packaging, ma anche alla Moda e all’Arte.

Oggetti e avatar

Il Mini-Me proposto da Eliofossolo è la riproduzione di una persona qualunque scala

Il Mini-Me proposto da Eliofossolo è la riproduzione di una persona qualunque scala

Nicola Garbin, di Eliofossolo, il primo service  di stampa 3D, nato a Bologna, ha illustrato i metodi di scansione preliminari alla realizzazione dell’oggetto finito.
L’intervento, dal titolo “Dall’idea all’oggetto” ha descritto le modalità di stampa che utilizzano tecnologie additive con diversi materiali, dal gesso alle resine, all’ABS termoplastico, ma anche polveri di metalli o carta. Ci sono poi applicazioni specialistiche, che possono utilizzare per esempio metalli, oppure ingredienti commestibili (per maggiori dettagli sulla stampa 3D rimandiamo ai nostri precedenti articoli nella sezione 3D Printing e in particolare a quello a seguito del convegno di Bologna nel febbraio 2014, Stampa 3D: la nuova dimensione dell’economia).

Per realizzare una stampa 3D si parte da un disegno o da un progetto tridimensionale digitalizzato, per fornire alla stampante le informazioni necessarie. Il file di stampa si può ottenere anche tramite la scansione in 3D di un oggetto – può essere anche un volto o un’intera persona, come illustrato con il prodotto Mini-ME® un piccolo avatar fatto circolare tra i presenti in sala – oppure mediante la realizzazione di file nativi in stereolitografia partendo da software CAD/CAM (formato .stl). Gli oggetti, a seconda del materiale scelto per la stampa, possono essere monocromatici oppure stampati a 16 milioni di colori. Le slide della relazione di Nicola Gardin si possono scaricare qui.

Come il 2D diventa 3D

Giovanni Re illustra il concettoMonofab

Giovanni Re illustra il concettoMonofab

Il Monozukuri e la desktop fabrication per gli artigiani tecnologici. Questo il titolo della relazione di Giovanni Re, Roland DG, che ha introdotto il concetto della stampa 3D partendo dalla carta, o più precisamene dalla stampa 2D, quella che tuti conosciamo.
Come evidenziato in questa serie di slide, descrive il passaggio dal 2D al 3D nella storia dell’arte, ma come invece avvenga il contrario nella vita di una persona che gioco in 3D da piccoli per passare solo più tardi, a scuola alle due dimensioni. Come limite, illustra la costruzione di oggetti in carta o cartoncino partendo da un plotter da stampa e taglio, previa opportuna preparazione del file utilizzando il sistema della sovrapposizione (tipico delle stampanti 3D) oppure della piega (in cui è sufficiente un plotter). È il concetto del 2D+1. In questo modo Giovanni Re ha semplificato l’idea di stampa 3D secondo quello dell’Artigiano Tecnologico, per cui famosa la Roland in Italia.

Il 3D per il packaging

Marco Zuliani, print4life3D dopo aver presentato l’azienda da lui fondata dopo una esperienza lavorativa in Kodak, ha illustrato le attività rivolte in particolare a un target di riferimento formato da aziende grafiche e di packaging, stampa grande formato e anche architetti, designer e creative company, agenzie di pubblicità.
I prodotti in 3D possono costituire un materiale di supporto al marketing per le aziende .
Ma in particolare ci spiega perché il packaging può rappresentare un’opportunità. La stampa 3D potrà in  un certo senso rivoluzionare il packaging, in quanto la prototipazione 3D può servire a potenziare la comunicazione visiva del prodotto: i software di progettazione, gli scanner e le stampanti sono in grado di aiutare le aziende cartotecniche a ideare e prototipare un prodotto personalizzato quindi non solo nella stampa ma anche nella forma.
Il mercato 3D viene così concepito per il suo lato estetico e per la grande flessibilità che offre. In questo caso occorre possedere un apposito know-how basato su competenze multisettoriali,
La scommessa risiede quindi nel passaggio dal disegno al progetto e al campione. Nel prossimo futuro si dovranno integrare i software di modellazione all’interno dei flussi attuali di preparazione, prestampa e stampa; si creano così nuove competenze e nuove strategie di marketing.
Quanto alle stampanti 3D occorre ancora migliorare la gestione del colore –  ha detto Zuliani – e poter utilizzare materiali di stampa sempre più sofisticati. Tutto questo secondo il concetto che “se lo puoi pensare, lo puoi fare”.  La presentazione di Zuliani può essere scaricata qui.

Costruire gioielli in 3D

La presentazione di Gabriele Acuto, Seltek, assente per una improvvisa indisposizione, è stata illustrata dallo stesso Zuliani, e si rivolgeva al settore specifico della manifattura del gioiello. È un campo in cui il 3D diventa produzione e il manufacturing nella gioielleria rappresenta una vera rivoluzione.
Dopo aver illustrato la tradizionale nascita di un gioiello, mostra come le stampanti 3D siano oggi in grado di stampare direttamente le cere per la micro-fusione saltando tutti i processi intermedi.  Dall’idea il progettista 3D ingegnerizza il prodotto sfruttando il potere della tecnologia, ovvero la precisione delle forme, la perfezione dei tratti geometrici oltre alla possibilità di simulare ogni tipologia di eventuali incassature con database pressoché infiniti di modelli di pietre, pavée, castoni, ecc.
Grazie al software è possibile simulare con estrema precisione il peso futuro in tutti i metalli dell’oggetto che stiamo progettando. Ultimato questo, il progettista esporta il file dal proprio software di modellazione nel formato .stl (stereolitografia) e semplicemente lo invia alla “stampante”.
Con le cere fatte con la “stampante” si ottiene mediamente una lastra da 0,20 a 0,35 mm. Ne elenca infine i diversi vantaggi che ne derivano.
Chi fosse interessato ad approfondire questo tema può rivolgersi direttamente a Gabriele Acuto.

La stampa 3D diventa di moda

Maurizio Razzadore Prisma Tech

Maurizio Razzadore Prisma Tech

Presente da oltre 20 anni sul mercato, Prisma TECH opera nel campo dei sistemi CAD e PDM per le aziende manifatturiere con la strategia di offrire soluzioni software innovative per il miglioramento del processo di sviluppo prodotto, in particolare per la definizione dello stile, della progettazione, della prototipazione. Le metodologie del Digital Prototyping mediante stampanti 3D permettono di operare in un singolo modello digitale da utilizzare in ogni fase della processo di sviluppo o di ciclo di vita del prodotto. In questo modo si eliminano le tradizionali barriere esistenti tra i team di progettazione concettuale, ingegnerizzazione, produzione e vendite. Prisma-Tech  non solo importa e distribuisce stampanti 3D, ma ha al proprio interno una equipe che collabora anche con case di abbigliamento e moda.
Maurizio Razzadore, ha infatti illustrato come si passi dal design alla stampa il 3D e come questa sia applicata anche al settore dell’abbigliamento, sia del fashion, sia sportivo, dove la stampa 3D si integra non solo per gli accessori, ma anche, come ha mostrato, alla realizzazione dei tessuti. È nata così la nuova divisione Fashion360, che  è la soluzione proposta da Prisma TECH per l’innovazione del processo di sviluppo prodotto delle aziende nei comparti Fashion e Technical Fashion, che abbina due soluzioni quella di Autodesk per l’ufficio stile e il PLM e la suite della società coreana CLO Virtual Fashion per il processo di sviluppo prodotto, marketing e “sales experiences”.

Il progetto Basilica di San Marco nel mondo

Pietro Del Maschio, PK Photo Know How, azienda di Mogliano Veneto (TV) specializzata in tecnologie per la fotografia professionale, con la relazione Basilica di San Marco nel mondo: Un progetto tra stampa 3D e Realtà Aumentata ha affrontato un tema appassionante: la stampa 3D, nelle sue attuali forme e tecnologie, è stato integrato dall’intervento riguardante “business ed emotività”.
Una cosa è descrivere processi innovativi utilizzando termini appropriati e descrizioni spettacolari, altra cosa è intraprendere una diversa descrizione della realtà percepita.

Con lo smartphone si 'entra nel quadro' grazie alla Realtà Aumentata

Con lo smartphone si ‘entra nel quadro’ grazie alla Realtà Aumentata

Il supporto concreto di stampe relative al processo di percezione visiva ha evidenziato il valore dell’utilizzo della luce necessario a ottenere questo effetto che il relatore ha definito “iperrealistico”.
Pertanto, nell’ambito concreto e tecnologico, fortemente innovativo per i processi e nelle nuove opportunità, si è ricavato lo spazio per sottolineare ulteriori possibilità ottenute in funzione di strumenti appositamente progettati allo scopo.
Il laboratorio di ricerca di Photo Kow-How ha messo a punto un dispositivo in grado di annullare il naturale decadimento della luce. Questo tipo di dispositivo, posizionato in modo adeguato, enfatizza la texture del soggetto permettendo, grazie a questa facoltà, la gestione uniforme dei valori luce sulla superficie intera del soggetto. Oltre al particolare sistema di illuminazione, è stato utilizzato per la scansione un apposito scanner azimutale, in grado di riprendere pixel per pixel tutta la superficie dell’oggetto che è tridimensionale anche quando si tratta di un dipinto.

Nel caso della riproduzione di opere d’arte attraverso processo fotografico, il risultato ottenuto è stato testimoniato ai partecipanti, con l’esposizione di alcuni quadri perfettamente, o meglio sarebbe a dire “iperrealisticamente” riprodotti, come il mondo 3D possa superare i valori concreti per mettere in risalto i fattori legati all’emozione, da questo, business descritto nel progetto “Basilica di San Marco nel mondo“, accolto calorosamente dai professionisti partecipanti all’evento.
Gran finale è stato poi l’aver scoperto che una di queste riproduzioni esposte, la Natività del Tiepolo, era arricchita dalla realtà aumentata, ottenuta senza alcun intervento sulla stampa, ma mediante apposita scansione con un procedimento che permette, mediante la APP Layar, in questo caso, di ‘entrare’ nel quadro, ascoltare e vedere la spiegazione da parte di un critico d’arte, entrare nel museo o chieda che ospita l’opera,seguirne la storia, come e meglio di una vera e propria visita di persona.