Al Labelexpo, l’UV LED era una delle tecnologie più presenti e seguite con attenzione. E l’Electron Beam (e-beam) si affaccia con interesse, grazie soprattutto ad aziende italiane. Una conferma per la stampa con inchiostri UV nel packaging.
Già alla scorsa Labelexpo ci fu notevole attenzione all’utilizzo di UV LED per l’essiccazione degli inchiostri UV in altrernativa alle lampade UV tradizionali. Ne approfondiamo qui gli aspetti tecnologici, in particolare nel settore etichette e packaging  rivolgendoci a Enzo Colapinto, uno dei massimi esperti del settore.

Gli inchiostri ci sono

In primo luogo, per quanto riguarda gli inchiostri rimandiamo all’intervista a Marco Mastandrea, Flint, pubblicata in apertura Labelexpo cui rimandiamo. A completamento di questa, Marco Mastandrea ci ha successivamente confermato che anche l’interesse durante i giorni di esposizione è cresciuto da parte degli stampatori con le varie tecnologie di stampa utilizzate per le etichette e il packaging flessibile.

Enzo Colapinto allo stand IST Metz in Labelexpo

Sulla tecnologia in sé sentiamo Enzo Colapinto, responsabile di IST Italia, considerando che IST Metz è un’azienda pioniera nel settore dell’essiccazione UV in tutti i campi in cui è applicata, dalla stampa commerciale all’automotive, dal legno alle applicazioni industriali.

MPA – Che cosa è cambiato dalla scorsa Labelexpo dal punto di vista della tecnologia LED?
«Negli ultimi due anni c’è stata una grande trasformazione – ci dice Enzo Colapinto – e il discorso è molto ampio. Per quanto riguarda gli inchiostri sto notando che è tutto più industrializzato. Quindi c’è più disponibilità. Qualche limite c’è ancora nelle formulazioni per i colori speciali, in particolare per i pantoni.»
E per quanto concerne i sistemi LED ?
«Per quanto riguarda invece la tecnologia LED, alla IST Metz siamo alla seconda generazione. La prima era quella della scorsa Labelexpo [analoga a quelle presentate dai principali produttori – ndr] mentre quella attuale, l’abbiamo presentata alla drupa nel 2016

Lampade e LED

Qual è la differenza e cosa la distingue dalle altre tecnologie LED ?
«Quello che abbiamo fatto, differentemente agli altri produttori, è che il LED non e più raffreddato ad acqua, cosa che nella versione precedente comportava complicazioni sulla macchina perché doveva avere un frigo dedicato. Oggi, con la nuova generazione di IST il frigo non è più necessario e questo rende l’applicazione molto più flessibile
In che senso ?
«Questo ci permette di inserire l’unità LED con una semplice slitta nella stessa posizione in cui si possono alloggiare le lampade tradizionali. Si può quindi usare la stessa spina elettrica
Ma perché è necessario, o quanto meno utile, poter sostituire o alternare il LED alle lampade?
«È un’agevolazione che nasce perché siamo ancora in una fase di transizione [nel passaggio dall’UV tradizionale al LED – ndr]. Così alla IST facciamo una macchina intermedia dove posso inserire la cassetta del LED al posto di quella delle lampade UV. Il software di sistema riconosce la cassetta e si ricalibra in automatico. In questo modo gestiamo tutto con un unico alimentatore.»
Non lo fa nessuno?
«Al momento, che mi risulti, siamo gli unici.»

Bianco e vernici

Perché qualcuno dovrebbe avere la necessità di sostituire un LED con lampade UV?
«Questo permette di disporre una macchina completamente flessibile e ciò dipende dalla disponibilità dei colori. Su una 10 colori può essere che un colore, ad esempio il bianco, non reagisca bene al LED, in questo caso uso le lampade solo sul bianco
E con la verniciatura il LED non funziona ancora ?
«Che mi risulti le formulazioni sono molto limitate. Il sistema LED ha il limite che è monocromatico. Una lampada classica emette radiazioni di onde elettromagnetiche da 200 a 420 nanometri quindi ha un’emissione a larga banda. Il LED invece ha un’emissione molto ristretta, 385 0 395 o 400 nanometri circa.»
Per questo all’inizio eravate un po’ scettici sul LED?
«Piuttosto che scettici eravamo cauti, e non volevamo offrire una tecnologia che non fosse sicura al 100% di quanto dichiara. Io non voglio che un cliente un giorno mi dica “ma questo non me lo avevi detto”. Le nuovo tecnologie hanno sempre bisogno di tempo e sperimentazione sul campo per affermarsi. E, per quello che dicevo prima, non mi aspetterei grandi cambiamenti nei prossimi cinque anni per le lampade UV che non verranno ancora sostituite. Oggi, ai clienti che acquistano un impianto tradizionale facciamo provare gratuitamente una cassetta LED per fare la sua esperienza.»
Cosa possiamo dire dell’Elecrtron Beam ?
«Nel mercato dell’etichetta è inesistente, mentre invece sulle macchine per l’imballaggio flessibile, soprattutto a tamburo centrale, è una realtà. Secondo me una tecnologia valida con i suoi vantaggi e i suoi limiti
Quali ?
«Il pregio è che le formulazioni degli inchiostri non hanno bisogno del fotoiniziatore, per cui è favorito per l’imballaggio alimentare. Però gli svantaggi più evidenti sono i costi di gestione e la possibilità che in alcuni casi, come nei materiali plastici flessibili, sia così potente da deteriorare la struttura molecolare del prodotto
Sul tipo di evoluzione delle tecnologie di essiccazione degli inchiostri UV o simili, Enzo Colapinto ci rivela alcune prospettive:
«Avevamo analizzato l’e-beam anni fa in collaborazione con l’Università di Lipsia, ma la IST Metz ha poi deciso che questa tecnologia non rientra nei progetti futuri. Posso anticipare, invece, che investiremo in altre tecnologie come la polimerizzazione attraverso laser a eccimeri [il laser a eccimeri è un dispositivo che produce luce laser nella regione dell’ultravioletto, impiegato attualmente produzione di semiconduttori e in chirurgia – ndr]. Tuttavia sono tecnologie ancora in fase di ricerca. Questo sempre nell’ottica di non sostituire completamente una tecnologia ma per integrarla.»