Grafica Veneta stampa schermi filtranti per le mascherine protettive dal Covid-19 che saranno distribuite alla popolazione del Veneto. Ma ci sono alcuni dubbi.
Dopo la piemontese Miroglio, azienda primaria che opera nel settore tessile e all’avanguardia nella stampa digitale su tessuto, ora anche una grande industria grafica dedica la sua forza lavoro alla produzione di mascherine.
Mentre Miroglio utilizza cotone impregnato, Grafica Veneta Spa ha messo in campo una sua macchina offset a foglio per la produzione di “schermi filtranti”.
“Facendo tesoro della professionalità del personale interno – riferisce un comunicato – il presidente Fabio Franceschi ha risposto prontamente alla richiesta impellente di misure di contenimento legate all’emergenza sanitaria. L’iniziativa dell’azienda padovana, specializzata nella stampa per editori di libri, è stata presentata ufficialmente alla conferenza stampa del Governatore del Veneto Luca Zaia.”
Si tratta di “schermi filtranti” realizzati in base all’articolo 16 comma 2 del decreto del 17 marzo. Schermi che saranno distribuiti gratuitamente ai cittadini grazie alle strutture della Protezione Civile e le associazioni di volontariato. Il presidente di Grafica Veneta ha precisato che, pur avendo superato tutti i test previsti e ottenuto le certificazioni necessarie, questa al momento non si può definire una mascherina (inoltre al momento non sembra efficace alla protezione di chi la indossa). Questo ulteriore passo, dichiara il presidente, non potrebbe tuttavia tardare di molto.
Lo stabilimento, pur continuando a lavorare per le case editrici ogni giorno garantendo le tirature di volumi e opere, sarebbe in grado di fornire quantitativi importanti a tutta Italia anche di questo prodotto sanitario.
Come afferma un commento a caldo di questa notizia “In voi vedo gli italiani che vorrei. Gli Imprenditori che credono di poter osare come un tempo, con il lavoro e la intraprendenza degli italiani. Spero che altri possano sostenere il vostro lavoro e seguire il vostro esempio.” O no?
Ci sono tuttavia voci discordanti: le mascherine non sono state offerte ma pagate dalla Regione Veneto.
Notizia smentita in una nota di Grafica Veneta che riportiamo per correttezza: “Grafica Veneta a nome del suo rappresentante legale ha apertamente detto, in pubblico davanti ai giornalisti, che le mascherine per la Regione Veneto sono state da loro donate.”
Inoltre, Grafica Veneta ci invita a non riportare altre voci che sono circolate in proposito accusandoci di fare ‘giornalismo da bar’. Quando, invece, il riportare informazioni (documentate, vedi nota qui sotto) fa parte del giornalismo vero. Quello da bar è il giornalismo copia-incolla dei comunicati ufficiali inviati da aziende e istituzioni che il ‘buon giornalista’ non dovrebbe discutere.
Perché dovete sempre dubitare delle persone oneste e lavoratrici? Grafica Veneta a nome del suo rappresentante legale ha apertamente detto, in pubblico davanti ai giornalisti, che le mascherine per la Regione Veneto sono state da loro donate. Quindi a meno che non vogliate una denuncia per disinformazione alla popolazione, vi prego di rettificare l’articolo. Basterebbe che il giornalismo da bar si evolvesse in vero e proprio giornalismo culturale andando ad intervistare la stessa Azienda veneta. Saluti
Abbiamo modificato l’articolo come da vostra richiesta, riportando la frase ‘apertamente detta’ da Grafica Veneta ed eliminando alcuni dei dubbi documentati e non da noi inventati. Tuttavia vi chiediamo di ritirare l’accusa infondata di essere ‘giornalisti da bar’ già questo passibile di querela per diffamazione. Noi facciamo il nostro dovere di informatori e riportiamo le fonti. Questo anche se il Suo mittente non chiarisce la Sua posizione in rappresentanza di chi e a quale titolo. Lei inoltre auspica che si vada a intervistare la stessa Azienda veneta: forse dimentica che siamo in lockdown. dr Marco Picasso
eccoli i lavoratori onesti… un po’ bastardi. I Veneti sono proprio un popolo di invasati, trovano il primo cialtrone e gli credono come fosse Dio
https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/ecco-come-vengono-smentite-stronzate-giovani-che-non-vogliono-277785.htm?fbclid=IwAR2vgvHVU6RiEkNnYu_aOijs_orNie4TO2YO_anLS7x1gzlR95sROrGfK3k
Non farei dei Veneti di tutta l’erba un fascio. Per cui, pur pubblicando questo commento così come ci viene inviato dal nostro lettore, non ne condividiamo i termini usati, né ci sembra corretto generalizzare. Purtroppo, inveve, la suddetta azienda ha già ricevuto critiche anche in altri contesti e a causa del nostro articolo siamo stati da loro minacciati. Così va il mondo egregio signor Giordano.
Del resto le critiche proliferano e questo non fa certo bene al settore delle Arti Grafiche: https://www.repubblica.it/economia/2021/07/27/news/maurizio_maggiani_la_rabbia_e_la_vergogna_per_i_miei_romanzi_stampati_dagli_schiavi_-312023466/?ref=RHTP-BH-I304495303-P3-S7-T1
Penso che non si possa fare di tutta un’erba un fascio, come giustamente afferma il direttore: il Veneto in questo momento nelle posizioni di lavoro, considerate su base annua, marca un segno positivo pari a +17.000 posizioni lavorative. Quindi ci sono molte aziende che lavorano intensamente per una rapida ripresa dopo il Covid, dispiace che proprio nel nostro settore ci siano aziende che si affidano al caporalato, come emerge da questo articolo del Fatto : https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/07/27/grafica-veneta-verbali-dei-lavoratori-pakistani-picchiati-ci-hanno-legato-mani-e-piedi-e-presi-a-calci-minacciate-anche-le-nostre-famiglie/6275705/