In questi giorni a drupa, Landa Labs lancia l’innovativa stampante con nano-inchiostri e basata sulla nanotecnologie. Qualcuno, per smorzare le attese, sostiene che ci vorranno almeno cinque anni perché le prime macchine siano in commercio. Ma intanto la nanostampa già esiste, funziona e ha applicazioni davvero innovative e interessanti: un esempio? I pannelli fotovoltaici.

Le meraviglie della nanostampa. In Australia è stata avviata la produzione sperimentale di celle fotovoltaiche stampate su polimeri per celle fotovoltaiche, alla stessa maniera in cui si stampano le  banconote. È senza dubbio una iniziativa sperimentale, ma che potrebbe dare un forte impulso a stampatori che oggi sono in difficoltà con il mercato della stampa commericale e pubblicitaria. E questo grazie alle nanotecnologie, che stanno entrando ormai anche nel nostro settore.
La stampa dei polimeri avviene con le stesse macchine in uso per la stampa delle banconote. Nel caso specifico le celle sono state sviluppate da CSIRO (Commonowealth Scientific and Industrial Research Organisation ) un consorzio che comprende ricercatori esperti di chimica, fisica e scienze dei materiali. Le innovative celle fotovoltaiche sono costituite da celle solari organiche stampate su polimeri particolari dello stesso tipo utilizzato per le banconote australiane e di altri 21 paesi.
Esse combinano dunque la tecnologia a basso costo delle celle solari organiche con i vantaggi della stampa su supporti e con apparecchiature sperimentate che consentono costi di investimento contenuti e grandi velocità di produzione. Caratteristiche principali delle nuove celle sono: la facilità di fabbricazione, il basso costo, la flessibilità e la possibilità di essere realizzate n grandi dimensioni in modo da ricoprire direttamente un tetto.

Come riporta la nostra fonte ( Stefano De Mitri in un articolo del 2010), il punto debole al momento era la bassa resa, ma la tecnica è ancora giovane e i ricercatori hanno portato l’iniziale rendimento del 3% al 15%. Le attese sono molto alte, e già nei primi test erano state raggiunte produzioni di 200 mq al minuto; i responsabili del progetto esemplificano le potenzialità delle nuove celle ipotizzando che una volta raggiunto il 10% di resa si potranno produrre in soli 5 mesi un quantitativo di celle in grado di generare 1giga watt di elettricità.

Basta una stampante inkjet

Ma non è solo in Australia che si lavora con questo obiettivo: un altro gruppo di ricerca in tal senso è quello del Massachusetts Institute of Technology (MIT) .
Dopo il team di scienziati dell’Università di Southern California che, aveva realizzato particolari celle solari utilizzando un nuovo materiale, il grafene, composto strati sottilissimi di carbonio, flessibile e di basso costo, un’altra equipe di studiosi americani ha messo a punto una tecnica che prevede il deposito di uno strato di materiale semiconduttore organico su carta utilizzando un processo del tutto simile a quello della stampa di una foto con una stampante a getto d’inchiostro.