Dalla California arriva notizia di nuovi materiali bio-plastici che miglioreranno l’imballaggio di prodotti di pregio e delicati. Si parte con le bottiglie di vino.

Ci sono oggi tre modi per spedire vino: in cartoni, polpa di cellulosa o polistirolo espanso (EPS). I laboratori Pfeiffer (Pfeiffer Lab) una azienda di progettazione californiana, ha lavorato a un progetto di revisione dell’imballaggio di vino di alta qualità per la protezione delle bottiglie nelle spedizioni e durante lo stoccaggio anche a lungo termine, usando un nuovo materiale biologico sviluppato da un produttore di ateriali di San Diego, la Malama Composites.
Uno degli obiettivi del progetto è stato anche quello di trovare un materale che servisse alla conservazione del vino per lunghi periodi.

Le sfide

Gli imballaggi attuali per il vino sono il risultato di un’evoluzione durata decenni di una progettazione intelligente che li ha resi resistenti, duraturi e leggeri. E soprattutto, economici. Scatole in cartone ondulato o EPS sono efficaci, ma non adatti alla spedizione di bottiglie pregiate.

L’EPS ha buoni valori di isolamento e resistenza, ma è un incubo dal punto di vista ambientale, in quanto realizzato con risorse non rinnovabili, inquina l’aria e l’acqua durante i processi di produzione, pone dei rischi anche nell’uso, non è ricilabile o distruttibile.
La polpa di carta o il cartone possono essere riciclati, ma hanno solo un effetto marginale nella protezione e dai colpi e soprattutto dagli sbalzi di temperatura. Durante l’estaste nelle lunghe  spedizioni via mare o su strada si possono facilmente rovinare bottiglie da 200 dollari.
In genere le bottiglie sono impacchettate nei contenitori che a loro volta sono contenuti in una ulteriore scatola esterna. All’arrivo il loro aspetto non è certo quello che il mittente e il ricevente vorrebbero vedere per un prodotto di alta qualità.
Enoteche e amanti del buon vino spesso vogliono conservare le bottiglie ancora nel loro contenitore per evitare shock termici o subire alterazione a causa della luce. Per questo un imballo elegante e sicuro trova richiesta sul mercato.
Ma quale materiale può essere quello più adatto?
Spesso nuovi materiali permettono nuove soluzioni. Pfeiffer Lab ha identificato in Malama Composites un partner per sviluppare un progetto che andasse oltre il packaging.
Le schiume Malama sono molto usate in ogni settore industriale dagli scafi delle barche alle lame delle turbine, di set cinematografici di Hollywood all’isolamento di serre abitazioni.
Si sono infatti dimostrate, oltre che ecologiche, funzionali, eleganti, versatili e protettive.

Il processo di produzione Malama di bioplastica da vegetali

Il processo di produzione Malama di bioplastica da vegetali

La tecnologia di Malama si basa su polioli a base vegetale (plant-based polyols ) anziché su prodotti chimici a base di petrolio, e quindi rinnovabili con zero emissioni tossiche. Pur avendo un costo competitivo la loro impermeabilità al calore le rende molto adatte appunto alla spedizione di prodotti delicati.
Stiamo parlando di vino peché è un settore, quello della spedizione diretta al consumatore, in forte crescita e molte case vinicole di pregio hanno un loro business basato proprio su questo mercato internazionale. Pfeiffer Lab e Malama Composites hanno completato il loro progetto in questa primavera e sono ora alla ricerca di partner nell’industria del vino per una produzione su larga scala prima dell’autunno per programmare la produzione per la prossima vendemmia.

La rapida adozione delle materie plastiche ha ragione d’essere per i diversi vantaggi che offrono per affidabilità semplicità di produzione, basso peso. Tuttavia non sono funzionali in ambienti molto caldi e sono visti in negativo dai consumatori dal punto di vista ambientale; è quindi logico che trovare meteriali eco-sostenibili può offrire maggiori possibilità per nuove applicazioni. Oggi si chiede sostenibilità in tutto il ciclo produttivo dalle materie prime utilizzate al recupero dopo l’uso. Si chiede anche una riduzione nel consumo di energia e quindi una maggiore efficienza. Oggi l’industria ha fatto progressi notevoli in questi ambiti e sono diverse le innovazioni che si sono affermate o si stanno affermando.

Nell’industria del packaging gli sviluppi di nuovi prodotti mPE (polietilene metallocene) quali le resine Exceed e Enable della ExxonMobil Chemical giocano un ruolo importante nelle riduzione dei consumi di risorse e del peso dell’imballo, oltre che per l’estetica e le possibilità di design. Negli ultimi venti anni c’è stato un continuo calo di spessore da 200 micron a meno di 100 micron mantenendo inalterate le caratteristiche tecniche. Questo grazie ai prodotti mPE, a apparecchiature di conversione e sviluppi delle tecnologie applicative. Oggi si tende a scendere sotto gli 80 micro e sono all’orizzzonte nuovi materiali mPE con risultati interessanti anche nel campo dell’anticontraffazone e manomissione degli imballi.