L’analisi di Maurizio Mazziero mette in evidenza che i nodi sono arrivati al pettine. Sta arrivando il conto della pandemia, di una politica incapace, e dei cittadini che si sono fatti ammaliare da chi ha sempre promesso il “Paese dei balocchi”.

Maurizio Mazziero

Maurizio Mazziero nel corso di una diretta streaming

Dall’Osservatorio Mazziero Research – che si può leggere per intero e scaricare gratuitamente – riprendiamo alcune considerazioni. Un sintesi indispensabile per comprendere la congiuntura attuale, le previsioni e, soprattutto i rischio cui stiamo andando incontro.

Non curarsi del debito è un atteggiamento miope, vale per una famiglia e vale per uno Stato. Le condizioni possono mantenersi sotto controllo per lungo tempo, tanto da riuscire sempre a risolvere sul filo del rasoio la situazione di insolvibilità. Fino a quando scadrà nel baratro.
La fortuna che ci ha finora assistito non ci ha ancora portato in questa condizione, perché l’Europa ci ha fornito un paracadute con una serie di misure di sostegno. La BCE sta acquistando i nostri titoli di Stato a ritmi elevati. Il Governo ha varato provvedimenti imponenti, anche se il nostro deterioramento economico richiederebbe ancor di più.

È ormai evidente che i conti pubblici subiranno una deriva senza precedenti, con rischi di cui occorre essere pienamente consapevoli.  Dovrà esserne consapevole la politica, che dovrà esplicitare piani credibili di rientro, riforme fiscali e semplificazioni della burocrazia. Immediatamente. Dovranno esserne consapevoli i cittadini, che dovranno rendersi conto dell’inganno di chi propone misure insostenibili. È il momento che l’orchestrina sul Titanic smetta di suonare e vada verso le scialuppe.

Invitiamo a guardare nelle pagine dell’Osservatorio il grafico del debito/PIL con le mancate promesse di riduzione per capire come in solo un anno il quadro si sia reso estremamente più rischioso.

Debito PIL Mazziero

Barometro-Italia-mag_2020

Barometro Italia maggio 2020Le stime che emergono da questo 38° Osservatorio sui conti italiani indicano un debito a fine 2020 tra 2.550 e 2.580 miliardi con una contrazione del PIL tra il 6 e 9%, che porterebbero il deficit/PIL al 10% e il debito/PIL al 157%.

Conclusioni del 38° Osservatorio sui dati economici italiani

Siamo di fronte a un decennio di sottovalutazione del debito e ora arriva il conto. È vero che ci troviamo di fronte a un evento estremo e inaspettato come una pandemia, ma paghiamo le conseguenze dell’incapacità della politica italiana di amministrare le risorse secondo principi di sostenibilità.
Tutti gli schieramenti politici hanno sempre annunciato l’intenzione di ridurre il debito, ma sono state solo vuote promesse mai realizzate.
Eppure, la colpa non è solo della politica, ma anche dei cittadini che si fanno ammaliare da chi promette il “Paese dei balocchi”.

In agguato c’è un pericolo ancora più grande di cui nessuno sembra preoccuparsi: nel 2020 lo Stato è pronto a concedere garanzie per 750 miliardi con accantonamenti di bilancio estremamente ridotti.
L’eventuale escussione delle garanzie in un quadro di ripresa asfittica insieme a condizioni critiche di finanziamento potrebbe indurre i conti pubblici in una condizione di pre-default.
Siamo quindi di fronte a un rischio da non sottovalutare. Già ora dobbiamo pensare alle possibili soluzioni, come l’utilizzo di tutti i sostegni in ambito europeo.
La convinzione che ce la possiamo fare da soli è miope oltreché insostenibile.

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