Una domanda importante a fine 2020 è: cosa distingue le aziende che prosperano durante la crisi di una recessione da quelle che non ci riescono? La risposta è: proattività. Il loro successo è legato alle strategie proattive adottate. Sono le aziende che investono nel marketing, che sanno calcolare i rischi, che investono in innovazione e formazione in un periodo in cui molti tirano i remi in barca e aspettano.

Diverse aziende di stampa  sono riuscite non solo a sopravvivere alla pandemia del COVID-19, ma al contrario sono cresciute, grazie anche alla possibilità di offrire prodotti e servizi contemplati nelle deroghe al lockdown di primavera. Altre hanno subìto e sofferto la crisi e oggi si trovano in difficoltà.
Per comprendere cosa differenzia le une dalle altre dobbiamo fare un breve excursus storico.

La ricerca

Torniamo al 2010, che ben sappiamo come è stato vissuto dal settore. In una sua ricerca, la Harvard Business Review (HBR) ha condotto una analisi di aziende, (il cui originale si può leggere qui) valutando come erano prima, durante e subito dopo i tre ultimi periodi di recessione globale:
crisi del 1980–1982,
crisi del 1990–1991,
e il “bust” del 2000–2002.
HBR ha esaminato 4.700 compagnie private e pubbliche, analizzando le loro performance nei tre periodi in questione: in particolare i tre anni precedenti la recessione, gli anni durante la recessione, e i tre anni dopo la recessione.

Questi sono i risultati:
  • 17% di quelle compagnie non sono sopravvissute alla recessione. Sono fallite, acquistate o privatizzate.
    Quelle sopravvissute, anche se rimaste nel giro, hanno avuto una lunga e difficile ripresa. Ancora tre anni dopo la recessione,
  • circa l’80% non ha riguadagnato i propri livelli di vendite e profitti pre-recessione.
  • Solo il 9% delle aziende sono realmente cresciute durante e dopo la recessione. Non solo hanno raggiunto i livelli pre-recessione, ma hanno riscontrato risultati migliori rispetto al passato.
    Queste non hanno tagliato i costi e non si sono piegate dei loro concorrenti. Hanno fatto il contrario: hanno incrementato i loro investimenti nel marketing, nella formazione e nell’innovazione.

    Il caso di Rex Three

    Rex Three è una azienda di stampa (Florida – USA) nota per i suoi lavori destinati a clienti molto creativi. Non appena il virus si è manifestato a inizio 2020, Rex Three ha capito e anticipato la necessità di giocare alla distanza. A inizio marzo 2020, ha iniziato a investire pesantemente per dare una risposta alla pandemia con l’obiettivo di creare dei flussi di lavoro completamente automatizzati tali che permettessero la prosecuzione delle operazioni produttive al 100% anche se i suoi dipendenti lavoravano da casa. Ma questo era ‘normale’, quindi ha fatto di più, oltre a informare il mercato con una massiccia campagna di comunicazione.

Per supportare questo piano, l’azienda ha intrapreso una serie di passi tecnologici. Consolidamento delle operazioni di server (per sé e per i clienti) in una unica locazione. Per aumentare la velocità, ha sostituito i suoi server HD con server SSD, aumentando la larghezza di banda del 250%, e creando circa 50 VPNs per tutti i dipendenti, in modo che potessero lavorare in remoto per un periodo di tempo illimitato.

Rex Three aveva già creato dei workflow completamente touchless – dalla prestampa alla finitura – per molti suoi clienti. Da marzo, comunque, lavorando a stretto contatto (virtuale) con i partner delle vendite, ha adottato un software ibrido, per creare workflow touchless per tutti loro, includendo quei clienti che avevano bisogno di workflow multipli per gestire una varietà di prodotti per tipologie differenti.

Strategia proattiva

In più, Rex Three ha dato il via a una vera e propria sfida: il co-packing. Aveva già un solido reparto spedizioni, ma nell’innovazione di un processo “high touch” dettato dalle richieste di distanziamento sociale, ha visto un’altra reale opportunità.
Ha reinventato gli spazi al proprio interno (compresa l’aggiunta di tavoli mobili) per supportare in pieno le operazioni di imballo e spedizione mantenendo il distanziamento. Ha persino affittato spazi addizionali come si era reso necessario, e ha apportato altri cambiamenti per rispondere alle linee guida COVID-19. Oggi, il suo reparto imballaggio e spedizione, con il relativo fatturato, è raddoppiato e Rex Three gestisce anche prodotti diversi dagli stampati, per altre aziende.

Il risultato di questa strategia proattiva associata  alla volontà di investire, è stato un balzo in avanti del fatturato e degli utili. Non solo, ma ha assunto altri 100 impiegati e affittato nuovi spazi. Oltre a soddisfare e fidelizzare i vecchi clienti, ne ha acquisiti di nuovi sottraendoli ai concorrenti che non erano stati in grado di adeguare le proprie strutture (e la propria mentalità). In più, ha ampliato la propria attività oltre la stampa.

Quello citato è solo uno dei tanti esempi che si possono raccogliere oggi in giro per il vasto mondo dell’industria grafica e del packaging. L’importante è avere coraggio, capacità imprenditoriale e manageriale, solidità finanziaria.