A poche settimane dall’apertura di drupa, il report sulla situazione del comparto stampa cerca di far vedere il bicchiere mezzo pieno, sostenendo che ci siano buone prospettive.

Nel suo Global Trends report, drupa offre un’analisi della situazione mondiale del settore della stampa con una indagine su 750 stampatori nel mondo. Un numero in realtà esiguo che, anche in funzione della tipologia delle aziende intervistate, potrebbe falsare la realtà.
Tuttavia è nostro compito riferire i risultati ottenuti, sui quali ciascuno potrà fare le proprie considerazioni. Secondo questi risultati gli stampatori di tutto il mondo sono sempre più ottimisti circa le prospettive per il 2016, pur riconoscendo i margini più stretti e i prezzi di vendita in caduta libera. Comunque proprio sulla base di un cauto ottimismo sembra che i piani di investimento in sistemi di stampa siano concreti. Ma quali sistemi di stampa?

Chi cresce e chi si ferma

Secondo i dati del report e mediati con quelli di indagini precedenti si nota che mentre nel 2015 il 37% aveva dichiarato di essere in buone condizioni mentre il 12% si era definito in crisi, l’indice di positività era del 25%. Riguardo il 2016, sale al 50% la quota di chi vede delle prospettive di crescita, mentre si dimezza quella di chi ritiene che sarà ancora un anno di crisi : la positività sale così al 44%.
Guardando la situazione per area geografica l’ottimismo cresce ovunque, ma soprattutto in Africa, Asia, Oceania e Medio Oriente. A livello di settori, quelli coi maggiori tassi di crescita sono la stampa commerciale e quella industriale.

Digitale in prospettiva

Fra i processi di stampa, quello maggiormente in crescita è, come ovvio, la stampa digitale (+28%). Ma l’offset a foglio tiene soprattutto nel packaging (+12%) e nell’editoria (+7%). La flessografia è ben quotata (+18%), mentre resiste la rotocalco persino con una lieve crescita (+3%). Ma il settore che è da tenere d’occhio è quello della stampa industriale* in particolare con il digitale e la serigrafia (+11%). A nostro parere, la flessografia, che sarà il futuro della stampa industriale è ancora indietro, ma i prossimi anni potranno riservare delle sorprese.
Come detto, la stampa digitale continua a crescere sia in volumi sia in fatturato: prendendo in esame l’intero comparto della stampa, almeno un quarto dei lavori è stampato in digitale (anche a dati variabili). Interessante notare che il digitale domina nella stampa commerciale (35%), e nell’editoria (24%). Nella stampa industriale* il 59% è appannaggio del digitale. Resta ancorato alle tecniche analogiche il mondo del packaging, in cui solo il 13% usa molto il digitale.

W2P e calo ordini

Altro fenomeno che ha fatto parlare di sé negli ultimi anni è quello del web-to-print (w2p). Tuttavia, un po’ a sorpresa, il settore non è in crescita. Dal 25% di crescita degli anni precedenti, nel 2015 il web-to-print è cresciuto di un solo punto percentuale, fatta eccezione per il Nordamerica, che fa registrare ancora consistenti tassi di crescita. Questo perché un serio w2p richiede importanti sforzi organizzativi che non tutte le aziende si possono permettere.

Su ciò che frena la crescita e gli investimenti, stampatori e fornitori sono concordi nel ritenere che la responsabilità sia nella forte competizione sul mercato (la guerra dei prezzi) seguita da un rallentamento delle vendite. Di fronte alla richiesta di fornire altri dettagli, il 58% degli intervistati ha dichiarato che la difficoltà consiste nel trovare nuovi clienti, e il 35% ritene che sia difficoltoso mettere in piedi un buon team di vendita. Il 32% lamenta inoltre un calo nella domanda di stampa convenzionale, in quanto i clienti si orientano sia per le basse tirature, sia per le richieste dell’ultimo minuto, preferendo rivolgersi alla stampa digitale.

Che fare?

In sostanza questo report di drupa, pur cercando di infondere ottimismo, come è ovvio in vista dell’evento fieristico più importante e atteso nel settore, non fa che documentare le difficoltà in cui il settore della stampa naviga da diversi anni e da cui difficilmente potrà riemergere e soprattutto tornare agli antichi fasti. Non resta quindi che guardarsi attorno, valutare le nuove forme di comunicazione, e investire sulle competenze e sulle reali innovazioni cercando di prevedere quali saranno le richieste del mercato dei prossimi anni.  Possibilmente anticipando la concorrenza, per non trovarsi poi a inseguire.

* Qui si intende per stampa industriale il settore dei grandi formati e della comunicazione esterna. In realtà per stampa industriale sarebbe da considerare quella indirizzata al settore dell’industria dalle etichette funzionali, ai pannelli fotovoltaici e altri campi esterni alla comunicazione pura e semplice [ndr].

L’intero report è disponibile in 7 lingue (escluso l’italiano) sul sito di drupa. Per un approfondimento su stampa e situazione finanziaria rimandiamo anche a questo articolo del 2 febbraio scorso.