Il Taga Day 2021, che si è tenuto dal vivo presso la Fondazione Daimon – IT Padre Monti di Saronno, ha illustrato con precisa e documentata conoscenza tecnica il tema oggi più che mai scottante della stampa su plastica. Le relazioni tenute dagli esperti di Taga Italia sono il risultato delle sperimentazioni condotte su supporti plastici e con l’essiccazione UV.   Sperimentazioni che hanno dato vita a un documento estremamente interessante e completo per fare chiarezza su diversi temi, a partire dalle tecniche di stampa fino a toccare i temi della sostenibilità ambientale.

Condotto da David Serenelli e Adalberto Monti, l’incontro in una sala finalmente affollata, ha trattato gli argomenti in programma dal punto di vista tecnico e, nello specifico, oltre alle norme di riferimento e caratteristiche tecniche degli strumenti di controllo, si sono trattati temi pratici d’uso quali la tensione superficiale dei materiali plastici in relazione all’umidità relativa dell’ambiente di sala stampa.
Infine, a proposito di sostenibilità, a completamento della sempre brillante esposizione di Edoardo Elmi – Guandong – è stato trattato ampiamente l’argomento del riciclo e eco-compatibilità dei materiali in base alla loro natura.Taga Day

Documenti tecnici

I Documenti tecnici di riferimento sono il Taga Doc 19 sulla tecnologia UV e il Taga Doc 20 stampa UV su supporti plastici, redatti da un consistente gruppo di lavoro guidato da Angelo Meroni, il quale ha subito precisato «Stampare su plastica non è difficile, occorre solo avere la conoscenza tecnica adeguata e il DOC 20 serve appunto per imparare
Questi documenti essenziali per acquisire e approfondire tutte le necessarie conoscenze per una corretta stampa su plastica, sono disponibili per i soci TAGA Italia, il cui costo annuo è di soli 50€.

Partendo dal DOC 19, è forse questo il primo documento aggiornato e approfondito relativo alla stampa, al quale ha contribuito, tra gli altri uno dei massimi esperti in Italia, Enzo Colapinto, titolare di IST Italia, in grado di fornire sostegno tecnico sull’argomento, a servizio di tutta l’industria grafica e non.

La tecnologia UV

La stampa UV utilizza una tecnologia ormai consolidata e in forte espansione. Il DOC 19 ne traccia la storia, che nasce nel settore del legno per poi trasferirsi, a metà degli anni ’90 alle Arti Grafiche, inizialmente per la verniciatura e in seguito con gli inchiostri, sperimentando – e superando nel tempo – tutte le controindicazioni che mano a mano sorgevano, e che molti ricordano. Il superamento di tali problematiche è stato possibile sia grazie alla collaborazione di filiera – macchine da stampa, inchiostri, lampade UV – sia grazie alle ricerche in ambito chimico relativamente a resine e fotoiniziatori.

La nascita ed evoluzione dei LED UV ha poi dato la spinta decisiva, a partire dalla applicazione in stampa digitale.

Il DOC 19 – in 42 fitte pagine A4 – esamina le tecnologie UV in uso: la classica che utilizza lunghezze d’onda tra i 200 e i 400 nanometri (nm) nei campi UVA – UVB e UVC, con lampade standard a vapori di mercurio, che hanno il ‘difetto’ di sviluppare una elevata temperatura (fino a 900°C).  La tecnologia UV a bassa potenza, che opera su lunghezze d’onda tra 320 e 400 nm nei campi UVA e UVB; anche questa utilizza lampade al mercurio, ma contenente altri elementi metallici (drogate) quali ferro, gallio, indio, cobalto. Queste lampade hanno il vantaggio di emettere radiazioni superiori e quindi di penetrare meglio nell’inchiostro facilitandone la polimerizzare fino al supporto di stampa e richiedono meno lampade. La più recente è la tecnologia UV LED: questa ha una banda di lunghezze d’onda più limitata – tra 365 a 395 nm – e in realtà opera su una sola lunghezza d’onda di 385 nm, cosa che ha limitato almeno inizialmente la loro applicazione, in quando richiede inchiostri con fotoiniziatori sintonizzati precisamente su questa lunghezza d’onda.
Il tema degli inchiostri è stato trattato da Piero Pozzi – Colorgraf – che ha analizzato i parametri che occorre conoscere e regolare per una corretta stampa su plastica: temperatura, umidità relativa e assoluta, testi di adesione e sfregamento – secondo le norme FINAT e ASTM.

Tutti i dettagli sono presenti nel DOC 20 in 90 fitte pagine A4, con illustrazioni, tabelle, normative e un esauriente riepilogo dei possibili difetti con cause e soluzioni.

Per quanto riguarda il controllo colore dello stampato sono intervenuti Andrea De Rossi e Luca Morandi con approfondite spiegazioni tecniche sui polarizzatori applicati ai densitometri per rendere il colore più pulito, potente e saturo, e quindi per un controllo più garantito. Il concetto è stato approfondito analizzando la differenza tra gli strumenti di misura, sulla base del 45°-0° e 0°-45° e presentando l’innovativo strumento a sfera di diffusione.  Tutti i dettagli si trovano nel DOC 20.

Ma la plastica fa male o fa bene?

Edoardo Elmi ha terminato la sua relazione esclamando “Viva la plastica”; dal che si deduce che ‘la plastica fa bene’.
Ma Francesco Bordoni, a sua volta, ha parlato dello smaltimento – meglio sarebbe dire dei problemi relativi allo smaltimento – partendo dal concetto che nel 2018 il packaging ha prodotto 359 milioni di tonnellate di rifiuti su un totale di 3 miliardi di rifiuti nel mondo.

E quindi?

Elmi, nella sua relazione intitolata “S.O.S.tenibilità” ha fornito dati interessanti, su cui occorre meditare (e su cui torneremo più in dettaglio con una intervista al relatore). Considerando che le materie plastiche sono ottenute dal greggio (6,5% del greggio estratto è trasformato in plastica), questa percentuale deve essere sottratta alle emissioni nocive altrimenti buttate in atmosfera dalla combustione del greggio, e quindi in questo senso è un fatto positivo per l’ambiente (salvo poi che questa plastica prodotta finisca in mare e nei campi, ma questo è soprattutto un problema di civismo).
Del resto, fa notare Elmi, solo un piccolo 1,6% della plastica è utilizzata nel settore delle Arti Grafiche: 1,5% nel packaging e 0,1% nella comunicazione visiva, settore del quale, come sappiamo, si occupa Elmi attraverso Guandong.  Considerando che il 99,2% delle sostanze inquinanti finisce in fondo al mare o nelle emissioni in atmosfera (ma non si vede), la plastica galleggia e quindi si prende tutte le colpe.
Per contro, sempre sostiene Elmi, la plastica è al momento una soluzione indispensabile per il trasporto e la conservazione degli alimenti, riduce le emissioni e facilita la vita.

Peccato però, come vediamo dai dati forniti da Bordoni, che il riciclo della plastica si limiti al 45% con l’obiettivo di raggiungere il 65% nel 2035.   Questo è un dato che secondo le Istituzioni è una vittoria. A nostro modesto parere, è invece una sconfitta. Potremo veramente dire “Viva la plastica” quando il riciclo sarà – utopisticamente – al 100%.

Addio Maestri!

Non possiamo fare a meno di lodare l’iniziativa cui hanno dato vita Adalberto Monti e i colleghi del Consiglio Direttivo per ricordare i Grandi Maestri (per usare un termine scacchistico) delle Arti Grafiche recentemente scomparsi (tutti lo scorso mese di novembre): Emilio Gerboni, fondatore di Taga Italia, Pietro Chasseur, l’indimenticato prof del San Zeno di Verona, instancabile ricercatore i cui meriti hanno travalicato i confini nazionali, e Mauro Boscarol, che ha applicato le sue profonde conoscenze di matematica alla stampa e alle arti grafiche.
Una targa ricordo è stata consegnata alla figlia di Emilio, Silvia Gerboni, che ha apprezzato commossa il gesto di riconoscenza di tutti i colleghi-allievi di uno dei più amati esperti del nostro mondo.
A questi si è aggiunto il doveroso ricordo di Alberto Sironi, scomparso ornai da sette anni, con il lancio del nuovo bando per lea ormai consueta borsa di studio per studenti meritevoli.

La consegna della targa in ricordo di Emilio a Silvia Gerboni