Abbiamo raccolto alcune significative e importanti opinioni da parte di aziende rilevanti nel mercato italiano delle etichette autoadesive – che riportiamo qui integralmente autorizzati dagli interlocutori. Naturalmente le nostre pagine sono aperte e disponibili per ulteriori dichiarazioni, così come anche per contro-disamine, da parte di tutti.
Nel frattempo abbiamo avuto occasione di incontrare Kirit Naik, M.B.A. Global Director, Digital Printing Technologies di UPM Raflatac, il quale ha sottolineato quanto il gruppo finlandese punti alla sostenibilità e alla economia circolare con prodotti eco-certificati per ogni tipo di etichetta per ogni specifico prodotto. Quanto allo sciopero ‘no comment’.

Dopo quasi quattro mesi di sciopero senza interruzione da parte dei lavoratori delle cartiere UPM in Finlandia *, il 22 aprile si è raggiunto un accordo.

Se pur è lecito chiedersi come abbiano fatto operai e impiegati a sopravvivere per 110 giorni senza stipendio – qualcuno asserisce che fossero pagati dallo Stato finnico, che se vero è preoccupante – veniamo al sodo e alle possibili ripercussioni prossime sulle aziende che stampano etichette, ricordando che – a nostro modesto parere – quelle più messe a rischio durante questi primi mesi del 2022 sono state le aziende che producono etichette per i settori della farmaceutica, dei prodotti alimentari e industriali (lasciando per ora da parte cosmetica, vini e alcolici, settori in cui le etichette sono sì un importante fattore di marketing, ma non di primissima necessità).

L’accordo raggiunto dovrebbe avere valore per i prossimi quattro anni e, secondo UPM sarà “vantaggioso per entrambe le parti”, come spiega Jyrki Hollmén, Vice President, Labour Markets:

In the negotiations, many aspects of the contracts were viewed from a totally new standpoint. The process was long but, in the end, we were able to agree on terms of employment that take the needs and special features of our businesses into account. New terms enhance the productivity and competitiveness of the businesses and mills as well as ensure good terms for employees, too.

Reazioni italiane

Non essendo noi in grado di valutare quali possano essere le conseguenze a breve termine sul mercato italiano e come i nostri etichettifici reagiranno a eventuali aumenti dei prezzi da parte del gruppo finlandese. Lo abbiamo quindi chiesto pertanto ad alcune primarie aziende del settore.

– Questi quattro mesi di sciopero, aggiunto a pandemia e guerra ai bordi dell’Europa non hanno certo giovato al mercato. Come ha reagito la vostra azienda?

«Il dato peggiore che emerge da questi mesi – ci dice Roberto Cotterchio (Cograf) – è la fragilità del sistema “Etichetta Autoadesiva”. Uno sciopero di uno dei suoi principali player ha determinato contraccolpi pesantissimi nelle catene di approvvigionamento di tutte le filiere. Su questo dato credo che tutti, dai fornitori di materiali agli etichettifici debbano fare una profonda riflessione. Anche il cliente finale deve però rivalutare il ruolo e la centralità dell’etichetta nei processi di produzione, considerandola finalmente come una componente tecnica essenziale e fondamentale di un sistema produttivo complesso.»

– UPM sostiene che torneranno alla normalità a breve. Quindi non è che già da oggi tutto sia risolto. Cosa ne pensai?
«Penso che sia un’affermazione non aderente alla realtà. Ci vorranno mesi per tornare a un sistema stabile, comunque diverso da prima

– Immaginando che molti etichettifici si siano rivolti ad aziende concorrenti del gruppo UPM, cosa cambierà nei rapporti con i vostri fornitori? Tornerà tutto come prima?
« In questi mesi ci sono stati fornitori che hanno garantito alla nostra azienda l’approvvigionamento e quindi la continuità lavorativa con enormi sforzi e notevoli difficoltà. Credo che occorra tenerne conto in futuro

Ringraziamo Roberto Cotterchio e sentiamo la disamina di Andrea Vimercati Chief Operations Officer Pilot Labels Italia, azienda primaria soprattutto per le etichette del settore farmaceutico.

«Credo che sia stato un evento gravissimo, gestito malissimo da parte di Upm e che ha fatto emergere l’impreparazione di tutti i clienti che comprano il supporto in carta glassine da Upm, cioè gli altri nostri (ben pochi) fornitori! Ho chiesto loro dove fossero i piani di ‘business continuity’, e mi hanno risposto che hanno attivato dei fornitori alternativi che, di fatto, o non c’erano o non erano pronti. E così il mercato delle etichette autoadesive, che sono una parte fondamentale della supply chain di tutti i prodotti di tutti i mercati, si è trovato nella spiacevole e pericolosa situazione di non poter far fronte agli ordini dei rispettivi clienti e di strapagare qualsiasi tipo di materiale autoadesivo. Con buona pace degli azionisti delle multinazionali nostri fornitori, che non possono perdere un penny in borsa a totale discapito delle aziende a valle. Bel quadro eh? E guai a lamentarsi. Sono molto deluso dall’atteggiamento della maggior parte gli attori in gioco. E un cliente deluso non è mai una buona notizia

Andrea Vimercati, dopo averci dato questa risposta riassuntiva alle nostre domande, ha voluto specificare «Metti pure il mio nome, non mi spaventano le mie opinioni (peraltro ben conosciute da tutti)

* UPM Pulp, UPM Communication Papers, UPM Specialty Papers, UPM Raflatac e UPM Biofuels