Partendo dal concetto di “Come è fatto” un progettista o un allestitore possono trovare il materiale giusto per la comunicazione visiva sul punto vendita. Grazie a un’idea di Guandong.

Incontriamo Edoardo Elmi dopo Fespa e un ‘giro’ esplorativo presso altre fiere pressoché in contemporanea: Techtextil a Francoforte e Interzum, fiera dell’interior design, a Colonia.
«Innovative ed effervescenti… come il DNA di Guandong» ci dice il presidente di Guandong, che è tornato con nuove idee per un mercato che sembra essere altrettanto effervescente.
Dopo averci informato che dal 1 al 6 giugno tutto lo staff per festeggiare il decimo anniversario dell’azienda, va “a trovare il cliente europeo più lontano” in Islanda, avverte i potenziali acquirenti dei loro prodotti di cogliere l’occasione, perché fino al 10 giugno 2017 saranno tutti scontati del 10%.

Saper scegliere

Guandong a Fespa

È un fatto acquisito che il punto vendita deve adeguarsi alle dinamiche di una comunicazione che si fa sempre più veloce e immediata e la stampa digitale ha aiutato. Il progettista deve potersi affidare a strumenti freschi, innovativi, ‘targettizzabili’ e facilmente intercambiabili direttamente dal personale addetto allo store. Ma come scegliere i materiali da utilizzare per la decorazione e la pubblicità sul punto vendita?
Questo è il punto focale su cui Edoardo Elmi ci tiene a essere preciso: «Quando noi parliamo a uno stampatore, usiamo lo stesso linguaggio e quindi non abbiamo problemi a intenderci al volo su cosa scegliere un materiale per la stampa digitale in funzione dell’applicazione. Ma se parliamo con un allestitore e un progettista grafico o, ancor più, con un suo cliente, non sempre è immediato individuare il materiale più adatto e conveniente per le molteplici applicazioni che si possono avere
Del resto è noto come Edoardo Elmi la pensa sulla comunicazione, come : «Chi vuole essere un buon comunicatore deve utilizzare al meglio tutti i mezzi che il progresso mette a disposizione e che il mercato impone. Insomma, essere sempre aggiornato sulle novità del momento, ma con lo sguardo orientato al futuro.» Rimandiamo a chi è interessato la recente ed esaustiva intervista a Elmi sulla Comunicazione.
Ovviamente Guandong dispone di raccoglitori completi, e complessi, con una campionatura di tutti i tipi di materiale adatto alle stampanti e plotter digitali, tutti prodotti ad alto tasso di innovazione, ma per semplificare la vita dell’allestitore, ha studiato un sistema logico e visivamente semplice, che si basa sull’accostamento del prodotto al risultato desiderato. Tutto questo fa parte del concetto di Spot Déco un termine nato due anni fa e ormai entrato di diritto nel comune gergo degli addetti ai lavori, che hanno trovato nelle proposte Guandong la soluzione a una comunicazione in piena evoluzione, oltre che la possibilità di sviluppare nuovi business. La rapidità del cambiamento è infatti esponenziale.

Backlight uno degli esempi proposti da Guandong

“Come è fatto”

Partendo da una serie di immagini che esemplificano una serie di allestimenti finiti, il progettista si chiede “Come è fatto”? Guandong risponde rimandando a una tabella che contiene tutte le combinazioni materiale-applicazione. Con una logica combinazione di colori e numeri l’abbinamento è immediato. Non solo, ma a volte possono venire nuove idee che non si erano immaginate.

I colori della tabella indicano le cinque tipologie di prodotti per un totale di 16 elementi base: da 1 a 5 la serie nano-tack per applicazione e riposizionamento; da 6 a 8 cling static e cling tack per decorazioni opache o trasparenti; da 9 a 11 Dotty & Wally, studiate rispettivamente per vetro e superfici lisce o per la decorazione di superfici irregolari; il numero 12 corrisponde a Texon-Backlit il nuovo tessuto che arricchisce la gamma per retroilluminazione; da 13 a 16 la serie Magnus, filo conduttore dei materiali magnetici per pavimenti e pareti e la new entry Shop-sign per la decorazione su pavimenti. Quest’ultima nasce dopo aver notato, soprattutto alle fiere, che le persone sono solite camminare guardando in basso. Da qui l’idea che il brand si nota di più se “ti sta tra i piedi”.