Oltre a rappresentare Wink, azienda nota nel campo di lamierini magnetici per fustelle, Decio è un noto coacher di livello internazionale. Questo libro è frutto di testimonianze, racconti di sviluppo, conoscenza di sé e processi di trasformazione personale.

Intitolato “Don’t walk in vain. Coaching, il tuo compagno di viaggio” (pp. 200, Edizioni d’Este, disponibile anche in ebook) il testo raccoglie testimonianze, racconti e case history di sviluppo, conoscenza di sé e numerosi processi di trasformazione personale.
In un’ampia carrellata di esempi concreti si delinea il lavoro e il compito del coach che fornisce uno specifico supporto verso l’acquisizione di un più alto grado di consapevolezza, responsabilità, scelta, fiducia e autonomia. 

L’Autore

Fabrizio Decio laureato in discipline sportive, dal 2007 è Professional Coach presso l’International School of Professional Coaching. Dal 2005 al 2008 è Responsabile delle Relazioni Esterne per la Fondazione Italia-Cina, con Cesare Romiti (che ne ha curato la prefazione) alla Presidenza. Nel 2007 ottiene il titolo di Professional Coach presso l’International School of Professional Coaching. Nel 2008 diventa Formatore. Quattro anni dopo fonda ICU, International Coaching University. Nel marzo del 2012, come direttore dei programmi ICU, apre Campus Italia. Dal 2013 è professore al Master in Coaching alla Business School ESEM di Madrid. Dal 2014 è docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Vive in due diverse nazioni, parla cinque lingue e lavora in quattro continenti.

Il libro

Nella sua prefazione Cesare Romiti mette in evidenza alcuni dei concetti sviluppati da Fabrizio Decio. “Le sfide – dice – sono il vero sale della vita, ciò che la rende davvero unica e speciale. Si può vincere e si può perdere, ma se non si accetta la sfida si perde sempre”. E ancora “Se si vuole vincere occorrono la lungimiranza e la conoscenza che sono i veri strumenti del successo. Osservare le cose con uno sguardo ampio senza fermarsi al primo passo puntando lo sguardo verso la fine del percorso, e concentrandosi sull’esito finale”.
Infine, una riflessione sulla conoscenza che è “prima di tutto umiltà” e se tutti sanno leggere le cose “pochi sanno leggere dentro le cose”.