CONGIUNTURA A causa della forte riduzione dei nuovi ordini, che a sua volta ha provocato l’ennesimo declino della produzione, a marzo 2019, per il sesto mese consecutivo, continuano a peggiorare le condizioni operative del settore manifatturiero in Italia. Leggera diminuzione dell’ottimismo.

La produzione è diminuita per l’ottavo mese consecutivo, i nuovi ordini si sono contratti al tasso più veloce in quasi sei anni e l’ottimismo, pur rimanendo positivo è sceso leggermente rispetto a febbraio. L’Indice PMI® (Purchasing Managers Index) IHS Markit del settore manifatturiero italiano – che con una sola cifra dà un’immagine degli sviluppi delle condizioni generali del settore manifatturiero – a marzo ha raggiunto un valore inferiore alla soglia neutra di non cambiamento di 50.0. Questo per il sesto mese consecutivo. Si è attestato a 47.4, in discesa dal 47.7 di febbraio.

Ottavo calo consecutivo
manifatturiero marzo 1

L’indice mostra il peggioramento mensile più visibile dello stato di salute del settore da maggio 2013. Quello dei beni di consumo è stato l’unico sotto settore a osservare un miglioramento delle condizioni operative, mentre un forte deterioramento è stato riportato da quello dei beni intermedi e di investimento.
Dietro il crollo del Purchasing Managers Index si cela la contrazione della produzione e dei nuovi ordini. Il tasso di declino è stato elevato ed è l’ottavo in altrettanti mesi.
Dai dati raccolti si evince che le aziende campione hanno riportato un deterioramento sia della domanda nazionale sia di quella estera. Le vendite totali sono diminuite per l’ottavo mese consecutivo e, in aggiunta, la contrazione è stata la maggiore in quasi sei anni. Inoltre, i nuovi ordini esteri sono diminuiti a marzo a un tasso poco inferiore di quello record in quasi sei anni e mezzo di dicembre 2018.

Meno occupazione, acquisti ridotti

Conseguentemente ai risultati negativi di produzione e di nuovi ordini, diminuisce il livello occupazionale del settore.Il tasso di contrazione è stato marginale, visto che alcune aziende campione hanno assunto personale in previsione di un futuro aumento della domanda.
Nel frattempo, il lavoro inevaso ha continuato a diminuire a marzo, allungando l’attuale periodo di contrazione a un anno.
Il tasso di diminuzione è stato inoltre il più rapido da agosto 2018. Le imprese manifatturiere hanno aumentato a marzo le loro giacenze di prodotti finiti per la prima volta in tre mesi. Il tasso di crescita è stato elevato e il più veloce in più di dieci anni. Le aziende intervistate hanno attribuito l’aumento delle giacenze dei prodotti finiti alla contrazione degli ordini.

A causa delle più deboli tendenze della produzione e dei nuovi ordini, le imprese manifatturiere hanno ridotto la loro attività di acquisto. Gli ultimi dati hanno segnato il nono crollo mensile consecutivo degli acquisti delle materie prime e dei semi lavorati, con l’ultima riduzione accelerata rispetto a febbraio sino a raggiungere il livello record in quasi sei anni.

Conseguentemente ai segnali di aumento dei prezzi delle materie prime e dei semilavorati, in particolare ferro e acciaio, aumenta a marzo il carico dei costi. Detto ciò, il tasso di inflazione è diminuito rispetto a febbraio e ha raggiunto un livello moderato. Le aziende, tuttavia hanno incrementato i loro prezzi di vendita a un tasso più veloce rispetto al mese precedente. Il livello di ottimismo per quanto riguarda la produzione dell’anno prossimo è rimasto a marzo sostenuto, anche se si è indebolito rispetto a febbraio a causa delle preoccupazioni circa la riduzione della domanda e il prolungarsi delle tendenze negative di mercato.
Manifatturiero PMI

In sintesi

«Gli indici PMI sono strumenti usati per misurare lo stato di salute di un particolare settore o economia – ha dichiarato Amritpal Virdee, Economist di IHS Markit che elabora il report Markit PMI® Settore Manifatturiero in Italia – e gli ultimi dati PMI per il settore manifatturiero italiano hanno segnalato malessere. Produzione, ordini totali, esportazioni, livello occupazionale e attività di acquisto hanno riportato una contrazione. In particolare, i nuovi ordini totali si sono contratti al tasso più veloce in quasi sei anni e le condizioni operative sono state le peggiori da maggio 2013.» Ma ci sono anche segnali positivi che arrivano sul fronte dei prezzi. «È stato riportato infatti solo un leggero aumento del carico dei costi e una maggiore capacità di incremento dei margini sotto forma di maggiori prezzi di vendita. Nel complesso, dato il rallentamento della domanda da parte dei mercati europei più vicini, pare destinato a continuare durante il secondo trimestre il declino della produzione manifatturiera.»

Contatti: angelo.garofano@ihsmarkit.com

Credits photo: BORIS ROESSLER – Ringraziamenti:AFP