Conversazione con il pittore Alberto Perini da Camogli, amante delle pietre, oltre che del suo mare. Una pittura che è iperrealismo materico emozionale.

Abbiamo ‘scoperto’ la pittura di Alberto Perini in una mostra al Galata Museo del Mare di Genova, alla fine del 2018.
La sua specialità è ‘dipingere il mare’ in tutte le sue mille forme, dalle onde alle pietre. E alle acciughe. Tre elementi che di Camogli sono un punto di riferimento immancabile.
Le sue opere sono in acrilico su tavola di legno, un iperrealismo quasi maniacale. Ma Alberto rifugge questa definizione: “Non direi iperrealismo”, che lui definisce, se mai, iperrealismo materico emozionale, perché ogni dettaglio nasce dall’emozione di vivere il mare.

E allora, lo incontriamo in via della Repubblica, davanti a un buon caffè zen che ci prepara la moglie Annalisa. Per scoprire di piú sul suo modo di vivere e vedere il mare.

Dipingere il mare – tempera su tavola

Partiamo dal blu, che immagino sia il tuo colore preferito…

«Il primo colore che ho acquistato era un blu. Ho un rapporto molto stretto con il blu perché ho la fortuna di ammirarlo ogni giorno, è parte del mio bagaglio di vita. Io sono circondato dai blu, dal mare, dal cielo, dalle onde. Non potrei vivere lontano dal mio blu, nemmeno per tutto l’oro del mondo. È un limite grande, ma non posso rinunciare a questi colori, resterei senza il silenzio del blu

“Il silenzio del blu”. Una bella definizione. Allora, qual il tuo rapporto con il blu ? Intellettuale? Fisico?

«Non ho un rapporto intellettuale con i miei paesaggi, il mio è un rapporto familiare. Io vivo nel blu, mi oriento nel blu, infatti, nella nostra città ci si orienta sapendo che il blu è davanti a noi. Alba e tramonto avvengono su una sottile linea blu e scandiscono le giornate. Il mare che tanto dona e tanto toglie è il luogo di lavoro di moltissimi miei amici, in questo blu si guadagna il pane quotidiano, si rischia, si spera, si vive.»

Ma il mare ha, o nasconde, molti colori, molte tonalità, dal bianco della spuma, al plumbeo delle giornate di macaja. Ci puoi descrivere le mutazioni del blu in rapporto anche allo stato d’animo ?

«Non è il mio stato d’animo che influenza il blu, ma sono le varie gradazioni di blu che influenzano il mio stato d’animo. Il blu mi colpisce ovunque io mi trovi, anche davanti a una piscina, è come un imprinting. È il blu come colore unico e incredibilmente perfetto a colpirmi e incantarmi. Allo stesso modo sono affascinato da tutti i blu che tendono a gradazioni più scure, quando ci sono le mareggiate e il movimento ondoso porta tonalità uniche, passando dal turchese fino a diventare verdi.»

Nei tuoi dipinti mi colpisce anche il dettaglio con cui rappresenti le pietre, forse per il mio, come dici tu, imprinting, di geologo. Per chi non le osserva con passione, le pietre del mare di Camogli sono grige. Ma vedo che nelle tue opere fai risaltare la ricchezza delle striature degli apporti idrotermali sul grigio delle marne, e che tu metti in evidenza con elementi di rosso.

«Le pietre rosse sono scarti di mattone che il mare lavora e poi restituisce arrotondate. Mi piace esaltare questo contrasto di toni grigi con il vivo dei rossi, come fossero due stati d’animo differenti. Anche per la firma utilizzo sempre un rosso permanente medio, proprio per chiudere un quadro con questo contrasto
In alcune opere che ritraggono le onde che si infrangono sulla spiaggia si notano gli stessi colori delle pietre con le loro striature. È una scelta voluta per risaltare questa similitudine, o ‘assonanza’? E allora viene da chiedere: qual è il tuo rapporto con le pietre?

«Sono cresciuto correndo sulle pietre, erano i miei giocattoli, talvolta anche pericolosi… tirarsi tra bambini le pietre era quotidianità! Ho vissuto una vita libera e spensierata sempre a Camogli, questi luoghi sono la mia casa e lo saranno per sempre. Io dipingo solo pietre di Camogli, uniche per me. Ogni spiaggia ha le sue pietre, ma queste sono le mie pietre. La spiaggia di pietre è un luogo scomodo, difficile per molti. Per non parlare degli scogli! Pietre calde, bollenti in estate! Coperte da teli e persone che vorrei ne comprendessero la bellezza.
Certo sarebbe facile camminare su morbide spiagge sabbiose e accomodanti. No, non fanno per me. La pietra è primitiva, il suono del mare e delle pietre durante una mareggiata è unico. Credo che ciascuno di noi abbia un pietra che lo rappresenti, io ne ho scelta una per un autoritratto. Le striature sulla bocca parlano per me

Alberto Perini

Autoritrasporto cm 40×50 settembre 2018 cod.0112