Nel mondo della stampa vi sono materiali più o meno sensibili al calore e alla deformazione. Nella maggior parti dei casi, soprattutto nei settori del packaging e delle etichette, spesso non vi sono scelte alternative perché nella maggior parte dei casi i materiali stampati non possono essere scelti dallo stampatore, il quale si trova a dover convivere con la tipologia che viene proposta dal committente oppure dall’offerta del mercato. Riprendiamo queste considerazioni sul posizionamento degli interdeck UV, da parte di Enzo Colapinto * noto esperto in materia.

Enzo Colapinto IST

Enzo Colapinto, AD IST Italia

La stabilità dei materiali è fondamentale per ottenere una stampa non solo perfetta, ma accettabile dal mercato, in generale, e a maggior ragione in presenza di fonti di calore.
La deformazione dei materiali talvolta è data anche solamente dalla macchina da stampa, per effetto di schiacciamento tra cilindro caucciù e cilindro pressione.
Le deformazioni identificate sul foglio stampato possono essere orizzontali, verticali e diagonali. La presenza e prevalenza di ciascuna di queste deformazioni può variare in base al tipo di materiale e lo stampatore si trova spesso a dover eseguire manovre di correzione.

La tecnologia UV porta un contributo importante di energia, la quale certamente può influire negativamente sulla dimensionalità dello stampato, soprattutto nel caso della stampa su materiali plastici per il packaging flessibile. Naturalmente, come sappiamo, l’essiccazione UV può emettere calore che occorre quindi controllare.

Le innovazioni tecnologiche dei costruttori di impianti UV con lampade al mercurio, hanno per anni sviluppato sistemi di riflettori dicroici e filtri ottici per eliminare quasi totalmente l’influenza del calore sul foglio.

Il crescente utilizzo dei sistemi UV LED merita un discorso dedicato. Questa tecnologia è certamente fra quelle che porta meno calore di tutte. Il beneficio sullo stampato, dal punto di vista della deformazione, è quindi evidente e contestualmente anche la macchina stessa non viene sottoposta a fonti di calore se non veramente minime.

Lampade e interdeck

Uno degli aspetti fondamentali della tecnologia UV è certamente la posizione dell’interdeck sulla macchina da stampa.
La posizione dell’interdeck deve essere posta più vicina possibile allo stampato, in modo tale da rendere minore possibile la distanza tra superficie stampata e sorgente UV. L’efficacia delle lampade UV è infatti molto legata alla distanza.
Inoltre la posizione deve essere tale per cui non si presentino riflessioni verso il cilindro caucciù. Infatti, cosa di cui poco si parla, la riflessione incontrollata potrebbe polimerizzare l’inchiostro sul cilindro caucciù compromettendo il processo di stampa e la funzionalità.
L’inclinazione ideale di un interdeck deve essere quella radiale rispetto al centro del cilindro pressione. In questa posizione la sorgente UV incontrerà il materiale stampato in maniera perpendicolare trasferendo il massimo grado di energia.
I costruttori di impianti UV sia su macchine da stampa nuove, sia nel caso di implementazioni in retrofit, devono assolutamente assicurarsi che la luce UV di ogni genere non fuoriesca dalla macchina. Questo concetto si applica a tutte le tecnologie UV, AR e LED.
La IST Metz GmbH & Co. KG da anni progetta soluzioni UV idonee a quasi tutte le macchine da stampa, attuali e non, assicurando la massima funzionalità, performance e affidabilità.  L’esperienza e le conoscenze specialistiche sono necessarie per selezionare la giusta fonte di luce per una specifica applicazione. In alcuni casi i test sono anche utili per fornire informazioni sull’identità di una azione prevista per un particolare caso tecnico. IST Metz dispone di personale specializzato per consigliarvi su tutti i progetti pertinenti e sulle condizioni per l’esecuzione di test dettagliati per lampade UV o sistemi LED, in varie aree e combinazioni di lunghezze d’onda.

* AD di IST ITALIA srl