Come evolve la cartotecnica delle realtà medio-piccole che devono fronteggiare una grande variabilità di modelli e relative fustellature, per soddisfare le esigenze di un design creativo e consegne rapide? Affrontiamo un tema molto attuale in un dibattito che coinvolge una azienda cartotecnica, un suo cliente e un produttore di attrezzature, la SCS Automaberg di Bergamo.

                                              IL DIBATTITO INTEGRALE È PROPOSTO IN QUESTO VIDEO

Ci occupiamo oggi un settore in forte fase di sviluppo ed evoluzione: la cartotecnica destinata a realtà medio-piccole con grande variabilità di fustellatura.
Parliamo infatti di come risolvere il problema che molte aziende hanno, di dover produrre in una giornata diverse fustelle, con molti cambi di lavoro e allo stesso tempo rispondere alle esigenze di consegne just-in-time: una soluzione offerta da SCS Automaberg  di Brusaporto (BG)

Iniziamo da Signum Cartotecnica, una azienda friulana, di Maniago (PN).
Dal vostro sito web sappiamo che siete una azienda attenta all’innovazione tecnologica per soddisfare richieste di prodotti creativi. Quali sono i vostri prodotti principali?
Ce lo spiega Silvia Mazzoli, figlia di Francesco, fondatore di Signum, che ci introduce nella sua azienda.

Silvia Mazzoli – Alla Signum realizziamo principalmente packaging di varie tipologie – scatole rivestite, automontanti, astucci, blister e fustellati vari in carta o cartone teso e ondulato. A questi si affiancano i prodotti cartotecnici tradizionali come espositori, porta campioni, cartelli vetrina o dox e raccoglitori, ma anche prodotti meno convenzionali come videobrochure o oggettistica di arredo, piuttosto che giochi da tavolo. Direi che realizziamo tutto quello che creatività e tecnica ci permettono di fare senza porci mai alcun limite a priori.
Una parte importante del nostro lavoro sta nella ricerca di materiali e soluzioni alternative e la difficoltà nel fare questo non sta nel trovare la novità in sé quanto nel poterla applicare a lotti quantitativamente contenuti.

Alcuni dei prodotti di Signum fustellati con la DHC

Astucci, scatole personalizzate, cofanetti sono tutti prodotti che richiedono creatività e quindi molta variabilità. Ma come sappiamo, questo ha bisogno di una quantità di fustelle eccessivo. Come avete risolto il problema?

S. M. – La maggior parte dei prodotti richiede almeno una fustella che su produzioni di piccola e media tiratura potrebbe impattare in modo importante sul costo finale soprattutto nel momento in cui cominciassimo a considerare, in particolare per le medie tirature, anche l’impianto per l’estrazione degli sfridi. Se poi consideriamo i prodotti composti da più elementi, oltre al fattore impianti assume un peso particolare anche la somma di tutti i tempi necessari per ciascun avviamento, perché alla fine anche questo aspetto fa la differenza.

E quindi qual è stata la soluzione?

S. M. – Cercavamo una tecnologia che ci permettesse di evolvere, di migliorare l’efficacia del processo senza influire su altri costi. L’abbiamo trovata nella fustellatrice automatica digitale DCH200, ma non è stata solo la tecnologia del macchinario a convincerci, altrettanto determinante nella scelta è stato l’atteggiamento collaborativo e propositivo di tutto il team SCS Automaberg: hanno ascoltato le nostre esigenze e fatto propri i dubbi che avevamo, risolvendoli mano a mano che si presentavano.

Allora, per conoscere meglio e approfondire le prestazioni di questa fustellatrice, sentiamo Massimo Scarpellini uno dei tre fondatori di SCS Automaberg.
Come nasce questa fustellatrice e quali sono le sue caratteristiche specifiche per un lavoro di tipo creativo?

Massimo Scarpellini – Produciamo tecnologie con la prerogativa di aggiungere sempre valore al prodotto che viene sviluppato. Per far questo collaboriamo sempre con i nostri clienti, come si evince dalla belle parole di Silvia. Parte tutto da un progetto elaborato con i nostri clienti che chiedono soluzioni performanti ma anche semplici, anche perché nel mercato del lavoro è sempre più difficile trovare operatori qualificati. Quindi occorre semplificare l’operatività delle macchine pur mantenendo alta la produttività e la qualità del prodotto. Abbiano quindi sviluppato un progetto che permettesse di realizzare macchine che permettessero ai nostri clienti di ottenere i migliori risultati pur senza richiedere grande esperienza operativa, grazie a tecnologie che permettono di ripetere lo stesso lavoro più volte riducendo i tempi di avviamento.

Grazie. Vorrei tornare a Silvia Mazzoli. Chi sono i vostri clienti? Qual è la loro tipologia?
Silvia Mazzoli – La nostra clientela è molto eterogenea per natura, settore di appartenenza e dimensioni. I tratti comuni sono da ricercarsi nella varietà dei loro prodotti a fronte di tirature medio-piccole; sicuramente attenti alla qualità con una forte voglia di innovare anche su progetti di breve respiro. Sono aziende che si mettono in gioco assieme a noi e che hanno la voglia di sperimentare nuove soluzioni, che non sempre portano al risultato sperato, ma non per questo si tirano indietro di fronte a una nuova sfida, soprattutto se si tratta di designer o studi di progettazione.

Tra questi abbiamo con noi la Medesy di Maniago, un’azienda che produce strumenti odontoiatrici di alta qualità, che si distingue per il design e la ricerca sul packaging dei propri prodotti.
Sentiamo quindi Anna Dotta, General Sales Manager di Medesy, che ci presenta l’azienda e ci spiega verso quali soluzioni si spinge la loro ricerca per gli imballi dei prodotti, sia per il design, sia per i materiali usati.

Anna Dotta – Medesy è un’impresa italiana che produce strumenti odontoiatrici di alta qualità, di proprietà della famiglia Ghezzi. In Medesy si trasmettono da generazioni i valori fondamentali che rendono unica la nostra produzione: dedizione per il lavoro, la cura per i dettagli, la cura della qualità non solo degli strumenti dentali e chirurgici ma anche qualità del servizio. Ogni singolo strumento è la perfetta combinazione tra competenza artigianale e approccio tecnologico. 
La forza di Medesy è la determinazione con cui la famiglia Ghezzi ha saputo trasferire i propri valori nel contesto aziendale. Un’impresa che ha saputo far tesoro della tradizione, del nostro know-how nella produzione di articoli da taglio e similari, restando ben saldi nel passato attingendo alla ricchezza propria della tradizione del territorio, ma con lo sguardo sempre attento al futuro, quindi all’innovazione, alla realizzazione di prodotti dal design unico, ergonomici ed efficienti, cercando sempre di far coesistere o coincidere i propri interessi e obiettivi con una visione di sostenibilità tanto da creare un vero e proprio logo COMMITDENT con il quale desideriamo richiamare l’attenzione sul nostro impegno per la salvaguardia dell’ambiente, la partecipazione al sostegno finanziario di progetti sociali a beneficio di soggetti più deboli… direi quindi un ‘commitment’ a 360°.

SCS_Signum_Medesy

Signum Cartotecnica: una fase del confezionamento di una bustina per Medesy

Sostenibilità

Avete tutti accennato alla sostenibilità. Come si traduce in termini pratici? Lo chiediamo prima a Automaberg e poi a Signum e infine a Medesy, che come sappiamo ha deciso di utilizzare solo astucci e imballi riciclabili in cartone.

Massimo Scarpellini – Fin da tempi non sospetti abbiamo sempre avuto grande attenzione alla sostenibilità in tema di riciclo e di riduzione dei consumi sulle macchine. Per la fustellatrice automatica digitale DCH200, ad esempio, abbiamo sviluppato un sistema che ci permette di progettare una macchina molto potente in termini di pressione di spinta, nonostante un consumo energetico molto basso rispetto ad altre attrezzature di pari forza che hanno consumi quattro volte superiori. Quindi riusciamo a proporre una macchina appetibile anche a chi deve produrre con tirature ridotte senza temere costi energetici elevati.

Silvia Mazzoli – Il legame con l’ambiente è insito nella nostra identità a partire dal simbolo storico che ha caratterizzato e continua a rappresentare l’azienda. Abbiamo la fortuna di lavorare un materiale sostenibile in sé, ma possiamo fare molto di più che limitarci a considerare questo come unico parametro, come ad esempio ridurre al minimo lo sfrido con un’attenta e puntuale progettazione dei fogli macchina o promuovere l’utilizzo di materiali certificati FSC in particolare tra chi ancora si dimostra diffidente. 
Vogliamo intendere la sostenibilità come punto di incontro tra persone, materia, territorio e futuro e questo può essere realizzato anche con semplici scelte o piccoli gesti come può esserlo il selezionare gli scarti e conservarli per dar loro una nuova vita attraverso la creatività di associazioni, scuole e asili.

Anna Dotta – Sostenibilità come valore e orientamento intrinseco da sempre e non una mera adesione a fini commerciali cavalcando un trend attuale, come spesso succede, il classico greewashing. Dal punto di vista pratico abbiamo un programma di sostenibilità in continua evoluzione, alcune importanti scelte sono state fatte e implementate già da tempo a partire proprio dal packaging con l’utilizzo unicamente di astucci e imballi in cartone certificati FSC e riciclabili; anche le buste regalo per la promozione sono in carta riciclabile, gli zainetti porta cataloghi sono in Juta. In sostanza abbiamo abbandonato l’utilizzo di materiali in PVC e, ove possibile, in gommapiuma e abbiamo operato investimenti nelle risorse rinnovabili, ad esempio con l’installazione di pannelli fotovoltaici, nonché l’adozione di specifiche macchine centrifughe per la pulizia degli strumenti dall’olio utilizzato nelle fasi precedenti, olio che viene raccolto e riciclato. 
Infine, ma non meno importante, la cura del terreno sito dietro l’azienda volutamente mantenuto “incolto” quindi senza procedere alla falciatura periodica per favorire l’impollinazione dei fiori da parte delle api con l’obiettivo di completare in futuro con l’aggiunta di vere arnie. Ecco queste sono alcune delle scelte ambientali operate in Medesy.

Grazie a tutti e buon lavoro e appuntamento al prossimo Paperflow, l’evento che si terrà presso la sede di SCS Automaberg a Brusaporto (BG) dal 22 al 27 novembre 2021.

Riassumiamo qui caratteristiche della fustellatrice automatica digitale DCH200

La DCH200 è una macchina particolarmente adatta per fustella, cordonatura, kisscutting, con regolazione del punto finale di taglio.
Può anche stampare in rilievo ed effettuare la stampa “in Braille”.
È una fustellatrice automatica di costruzione solida e compatta per una produzione no stop e con tempi minimi di preparazione e impiego.
Materiali lavorabili: carta, cartoncino, cartone.
Altezza pila mettifoglio: 1000 mm incluso altezza pallet.
La macchina lavora in orizzontale, il materiale viene trasportato nella stazione di fustellatura tramite pinze che garantiscono qualità e valore aggiunto al prodotto finito.
La particolarità della fustellatrice DCH200 è che consente, oltre alla fustellatura classica del foglio totale, anche la fustellatura in ‘multishape’, riducendo i tempi di preparazione macchina, i tempi di taccheggio e di posizionamento, e consente la ripetizione dei cicli di fustellatura tramite le piastre batti-fustella intercambiabili e mantenendo gli stessi riferimenti di centratura.
Il prodotto all’uscita è pronto per essere imballato e spedito.
I comandi sono concentrati nel pannello pensile touch-screen con pittogrammi. Cambio rapido grazie al riferimento fisso.
Queste caratteristiche uniche rendono la DCH200 particolarmente adatta agli stampatori con diverse tipologie di fustellatura per un mercato medio-piccolo.

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La fustellatrice DCH200 di SCS Automaberg