Abbiamo incontrato Paolo Pellegrini al rientro dal convegno europeo dei produttori (EuPIA) e con lui facciamo il punto sul mercato e la tecnologia degli inchiostri per stampa.

Colorgraf che lo scorso 2011 ha festeggiato 60 anni di attività, celebra quest’anno il mezzo secolo dello stabilimento produttivo di Lainate recentemente ampliato e rinnovato.
Paolo Pellegrini ci conduce a visitare i reparti nei circa 10mila mq coperti su uno spazio totale di 24mila mq. L’unità produttiva originale, completamente rinnovata, è stata collegata a quella di recente costruzione attraverso un nuovo laboratorio dedicato alla ricerca e allo sviluppo con particolare attenzione agli inchiostri e vernici UV.

Lo stabilimento Colorgraf a Lainate

Lo stabilimento Colorgraf a Lainate

Lo stabilimento è stato rinnovato e ingrandito per consentire una crescita razionalizzata nei settori emergenti come l’UV e il packaging alimentare con spazi dedicati, sfruttando al meglio la volumetria disponibile per i 115 dipendenti dell’azienda. Questa scelta, pur in un momento di mercato difficile, gioca a favore perché permette di migliorare l’attività dei laboratori e di dedicarsi meglio a certe lavorazioni che avranno uno sviluppo futuro.

Strategie di mercato

Come è noto Colorgraf produce inchiostri per stampa offset e punta molto sugli inchiostri a polimerizzazione UV (fa anche parte del RadTech) con una scelta di strategie di mercato, la cui correttezza è stata confermata nel recente convegno tra produttori europei di inchiostri.
Con il calo dell’industria della stampa commerciale e un incremento percentuale della stampa di imballaggi e packaging di lusso, il futuro di questa industria ha delle linee ben precise.
Lo confermano alcuni dati: a livello europeo negli ultimi cinque anni, il consumo di inchiostri destinati alla stampa commerciale è calato del 25% mentre è rimasta pressoché invariata la quantità di inchiostri utilizzati nel packaging (un dato questo che rispecchia comunque la mancata crescita anche in questo settore). Colorgraf può vantare un dato migliore rispetto alla media dei colleghi europei con un calo del 15% degli inchiostri “convenzionali” e un aumento degli inchiostri UV sia offset che flessografici destinati al mercato delle etichette e del packaging.  Sono dati che confermano la correttezza delle scelte nel rinnovare e ampliare lo stabilimento.
Una conferma sull’interesse da parte dell’industria grafica nell’utilizzo di inchiostri UV viene dal successo delle macchine da stampa Komori G40 H-UV di nuova generazione, che furono presentate alla scorsa drupa 2012 (chi è interessato può visionare questa dimostrazione fatta in drupa) e concepite per velocizzare tutte le lavorazioni: solo per fare un esempio in neppure un anno dalla presentazione ne sono state vendute 15 in Francia e 5 in Italia, nonostante gli inchiostri UV per queste macchine costino tre volte tanto gli inchiostri “convenzionali”. H-UV è una nuova tecnologia di essiccazione UV senza produzione di ozono e senza raffreddamento esterno alle macchine. Questo sistema denominato “UV freddo” è oggetto di sviluppo anche in Europa da parte dei principali produttori di macchine e di lampade.

Innovazione continua

Sempre in tema di nuove tecnologie pensiamo al progetto Système Chromatique – sviluppato da Pietro Chasseur dell’Istituto San Zeno di Verona in collaborazione con Tecnologie Grafiche e Grafikontrol, e di cui daremo ampia descrizione a breve – e chiediamo dei nuovi inchiostri speciali Oracle appositamente sviluppati da Colorgraf.
Si tratta di una quadricromia ad ampio gamut realizzata con una particolare scelta di pigmenti e tonalità tali da permettere una stampa equilibrata a scelta del cliente in abbinamento al software Sistème Chromatique. Al momento il sistema è stato sperimentato su macchine offset da foglio, ma sarà a breve applicato a ogni sistema di stampa. Sono inchiostri la cui tecnologia avanzata basata su una ricerca sulla tonalità di alta resa cromatica e potrebbero in futuro essere anche adatti nella formulazione di inchiostri UV per l’altissima qualità per il packaging per cosmetica e profumeria su accoppiati cartone-metallizzato. L’unico ‘inconveniente’ sottolinea Paolo Pellegrini, è il costo decisamente più elevato, in particolare il magenta, rispetto agli inchiostri di quadricromia standard – sugli inchiostri UV l’incidenza del prezzo sarà decisamente inferiore –, ma il risparmio che deriva in avviamento e in stampa ne giustifica l’utilizzo.

Packaging alimentare

Uno scorcio di un reparto di produzione inchiostri

Uno scorcio di un reparto di produzione inchiostri

E questo ci porta considerare un tema ormai da anni discusso, ma che si ripropone in tempi di crisi: gli stampatori discutono il prezzo dell’inchiostro, senza tenere presente che incide al massimo per il 2-3% sul costo globale di stampa.
«Parlando recentemente con un importante cliente italiano che fattura 60 milioni di Euro – ci dice Pellegrini – ha ammesso che per lui l’inchiostro incide per 600mila Euro, quindi attorno all’1%».
Altro argomento di grande attualità, sono gli inchiostri e vernici per il packaging alimentare.
«Per non sbagliare – ci dice su questo tema il presidente di Colorgraf – noi formuliamo tutti questi inchiostri in modo che siano idonei all’imballo primario. Non sempre infatti il sacchetto in polietilene all’interno di una confezione in cartone è sicuro al 100% come barriera funzionale . In effetti il film deve permettere la traspirazione del prodotto, per cui, almeno in teoria, una migrazione potrebbe esserci. Per questo vogliamo cautelare i nostri clienti da ogni equivoco.» In realtà è vero che i soli materiali che assicurano una effettiva barriera globale sono il metallo e il vetro.
Parliamo infine del mercato. Premesso che la stampa non tornerà più ai tempi d’oro, per i produttori di inchiostri, sussiste il problema, che almeno fino a oggi, nel campo della stampa digitale c’è un monopolio, dal quale i produttori tradizionali sono tenuti fuori dalla Case produttrici di macchine. Questo ovviamente porta a un incremento del prezzo finale molto superiore alla realtà. Finché quindi le cose stanno in questi termini, ogni produttore deve specializzarsi in qualche settore ed estendere il proprio mercato ai paesi emergenti.
Per quanto riguarda Colorgraf, la linea è quella seguita finora: inchiostri di alta qualità, inchiostri e vernici UV – campo in cui la ricerca continua con molta attenzione anche nell’emergente campo del UV LED in collaborazione con i principali produttori di sistemi di essiccazione – e inchiostri per l’imballaggio.
Per quanto riguarda i mercati esteri, Colorgraf si è organizzata per espandere la propria presenza, al momento limitata al 10% del fatturato, soprattutto nei Paesi del Mediterraneo e dell’Europa centro-orientale, lasciando da parte l’Europa occidentale, che è un mercato maturo e con una notevole presenza di produttori locali.

Il magazzino spedizioni di Colorgraf

Il magazzino spedizioni di Colorgraf

Certamente in molti Paesi si deve affrontare una concorrenza con prodotti a basso prezzo provenienti dall’estremo oriente, ma in questi casi, con stampatori e cartotecnici che tengono alla qualità, non è difficile far capire i vantaggi di un costo superiore con maggiori garanzie nei risultati, sempre ricordando che l’incidenza non supera il 3 %.
Nel giro per lo stabilimento ci colpisce, oltre all’ambiente costruttivo equilibrato, piacevole e arricchito da eleganti decorazioni e installazioni artistiche (non dimentichiamo che Paolo Pellegrini è, anche, architetto), l’estrema pulizia in tutti i reparti produttivi.
Su questo Pellegrini è molto preciso: «È fondamentale tenere d’occhio l’inquinamento in fabbrica tra gli inchiostri, perché non potremmo mai permetterci di fornire un inchiostro definito per alimenti, se questo viene inquinato dal contatto con inchiostri convenzionali.»
È una raccomandazione che però estende agli stampatori che devono evitare di utilizzare sulla stessa macchina inchiostri diversi. In genere un cartotecnico molto preparato o si specializza in un settore o ha comunque reparti separati.

 Questa intervista è stata condotta da Marco Picasso e Roberto Mercati il 10 aprile 2013