Sul riuso imballaggi c’è il no di governo, Confindustria e Giflex. Come noto, la Commissione UE presenterà il 30 novembre la sua proposta di regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, ma il governo italiano ha già chiarito che “Diremo no”. In prima linea, Conai, Federdistribuzione e Confindustria, che sono contro il regolamento perché: “Il sistema del riuso ha un impatto devastante sulle nostre filiere”. Secondo loro la versione UE, favorisce il riuso e non il riciclo, settore nel quale l’industria italiana ha molto investito.

Tra le proposte, l’obbligo di istituire sistemi di deposito cauzionale per i contenitori monouso con capacità fino a 3 litri, non solo in plastica, sistemi attivi in 13 Paesi europei. Ma per il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, la misura così concepita “avrebbe un impatto devastante su tutte le imprese italiane e su tutte le filiere, ossia su quasi 7 milioni di posti di lavoro diretti”, mentre Assobioplastiche dice che “Si penalizzano alcuni materiali di imballaggio rispetto ad altri” e si adottano normative impattanti “in assenza di solidi agganci su chiare e trasparenti valutazioni scientifiche”.

Alberto Palaveri

Alberto Palaveri, presidente Giflex

In queste polemiche, si inserisce, a ragion veduta, il presidente Giflex, Alberto Palaveri: «Sono contento che Istituzioni nazionali e imprese stiano lavorando insieme per chiedere il rinvio della presentazione del Regolamento su Packaging e Packaging Waste previsto per il 30 novembre
Palaveri giudica il provvedimento come “dirigista e con connotazioni ideologiche: manca di basi scientifiche, che certificano come l’attuazione della direttiva porti un reale contributo alla lotta al cambiamento climatico”.

I punti di Giflex

Questi sono i punti fondamentali che Giflex – il Gruppo Imballaggio Flessibile – ritiene essenziali:

1. Nella bozza di Regolamento è presente una lista di materiali negativi. È un approccio sbagliato che limita l’innovazione di prodotto e processo. Le Istituzioni devono dare dei target ambientali, sta poi a noi aziende capire come raggiungerli.

2. Nel regolamento il riutilizzo sembra essere la soluzione privilegiata per il fine vita degli imballaggi. Una scelta che fermerebbe di colpo anni di positivo lavoro di tutta la filiera di produzione e raccolta pack che ha portato un reale miglioramento dell’impatto ambientale del packaging. Per non sbagliare si suggerisce come metodo scientifico per misurare se un imballo è più sostenibile di un altro l’analisi del ciclo di vita del prodotto. Per questo Giflex sta lavorando alla stesura di linee guida per il settore.

3. Per quanto riguarda gli imballaggi a contatto con gli alimenti, che rappresentano l’80% del mercato di Giflex, l’utilizzo di plastica riciclata è vietato per legge. Il motivo riguarda la sicurezza del consumatore e il mantenimento delle proprietà organolettiche del prodotto. Non dobbiamo stancarci di ripeterlo ai consumatori e alle istituzioni per evitare che utilizzino un approccio ideologico dannoso per il mercato. Dando comunque massima disponibilità a studiare soluzioni che garantendo la sicurezza del consumatore permettono l’uso di materiali riciclati.

4. Come sostiene il Presidente del Conai, Luca Fernando Ruini, le aziende italiane che in questi anni hanno investito massicciamente su impianti e tecnologie di riciclo si vedrebbero costrette a smantellare un sistema che è da tutti riconosciuto come un’eccellenza del settore.

«Lavoriamo tutti insieme, istituzioni e imprese – conclude Alberto Palaveri – per rendere gli imballaggi sempre più sostenibili applicando il metodo scientifico che ha fatto grande l’Occidente in tutti i suoi campi. Disponibili a rivedere canoni e valori nella progettazione e produzione sposando la filosofia che ci porti ad un’economia circolare e contemporaneamente ad essere gli attori della lotta al cambiamento climatico. Scelte ideologiche non servono, anzi rischiano di depauperare il nostro sistema industriale senza raggiungere gli obiettivi prefissati. Condividiamo misure – dati – obiettivi ma non obbligateci a sbagliare.»