Il Grafincontro 2018 imperniato sull’importanza di comprendere, e applicare, i concetti di Industria 4.0, che nel mondo delle arti grafiche è anche Comunicazione 4.0.

È sempre una sorpresa assistere alla consegna dei diplomi agli allievi che hanno conseguito la qualifica professionale nel 2017 presso l’Istituto Pavoniano E. Fassicomo di Genova.   Quest’anno, al Grafincontro di sabato 10 marzo 2018 ci ha subito colpito la definizione di ‘operaio aumentato‘ che ben illustra il concetto che deve oggi dominare il concetto di impresa, di lavoro e anche di manualità. Oggi l’operaio, tanto per usare un termine generico, normalmente tradotto con operatore, non è più colui che esegue, ma deve essere lui stesso parte del sistema, deve essere ‘connesso‘. Sulla base di questo concetto si imposta la sfida educativa e formativa per un apprendimento in linea con il continuo, e sempre più rapido, cambiamento.

Cogliere il cambiamento

Con questi concetti espressi da Luca Reina, Superiore Provinciale dei Pavoniani, è iniziato l’incontro, al quale hanno partecipato alcuni docenti e gli studenti. Ciò che invece ci ha sorpreso negativamente, e non possiamo tacerlo, è stata l’assenza ingiustificata di rappresentanti dell’industria del settore.

Come è stato sottolineato da Stefano Pongiglione in rappresentanza di Confindustria Liguria per il settore grafico, la crisi cui abbiamo assistito nell’industria grafica si lega molto alla mancata comprensione del passaggio della comunicazione, dalla sola carta stampata al multimediale, con una raccomandazione: “non spaventarsi davanti al cambiamento, ma capire e aggredire le nuove situazioni”.

Come ha sottolineato Sergio Rossetti, vice presidente del Consiglio Regionale della Liguria, sono soprattutto le istituzioni a far fatica a essere pronte al cambiamento, ricordande che “chi osa di più ha più spazio” e le imprese se non colgono il cambiamento sono finite.

L’esempio dell’ITS Angelo Rizzoli

Roberto Sella, direttore dei corsi dell’ITS Multichannel Angelo Rizzoli di Milano, ha sviluppato il tema della Comunicazione 4.0, evidenziando il gap della formazione tecnica tra Italia e Paesi come la Germania. Un gap enorme nell’ordine 10³: mentre in Italia possiamo contare su 8000 supertecnici, in Germania questi sono 800mila (fonte Il Sole-24Ore del 22/02/2018). Per questa ragione l’industria cerca ogni anno dai 6 ai 700mila tecnici, che non trova nelle scuole italiane. La morale che ne possiamo trarre, è che la questione lavoro giovanile sta alla base, nella scuola e nella sua organizzazione. Ma forse di questo le istituzioni, che guardano i propri piedi anziché il modo che sta fuori, non si rendono conto.

È partendo da questi presupposti che, già da alcuni anni l’ITS Angelo Rizzoli a Milano – tradizionale scuola tecnica per le arti grafiche – ha rivoluzionato i suoi corsi creando, innanzi tutto un reale network scuola-azienda in cui il 50% delle ore di studio sono tenute da tecnici dell’industria o presso le aziende.
I primi risultati parlano del 79,1% di diplomati che trovano lavoro, non saltuario, entro il primo anno; di questi l’87,5% nel proprio ambito di specializzazione.   Lavorando per il futuro, nell’ottica del ‘cambiamento’ i programmi dell’ITS  prevedono corsi multichannel per lo sviluppo e la gestione di progetti di comunicazione multicanale; virtualizzazione e cloud computing, formazione di esperti per i sistemi informatici; e, in programmazione (dal prossimo anno), Smart Manufacturing per la formazione di tecnici esperti in tecnologie digitali per l’industria.

Dopo aver mostrato un interessante video sulla Digital transformation di Gerd Leonard su come affrontare l’innovazione, Sella ha indicato le parole chiave da non dimenticare: Innovazione, Digitalizzazione, Rivoluzione, quest’ultima nel senso di cambiare la propria mentalità. Ha quindi mostrato come oggi sia cambiato realmente il modo di comunicare, da cui deriva la necessità di saper gestire materie quali la lingua inglese, il CMS (WordPress), il web editing; la corretta gestione dei social network. Tutte competenze oggi nuove, ma che saranno nel giro di pochi anni la normalità. Le soft skill più richieste oggi ai nuovi tecnici sono sociali (lavoro in team, relazioni); metodologiche (flessibilità e inventiva); personali (creatività, problem solving, professionalità, adattabilità proattiva).
Ma attenzione: che tutto questo non sia da confondere con il lasciarsi condizionare dalla tecnologia la quale deve essere uno strumento per valorizzare la propria intelligenza e non un fine. Che altrimenti si avvera la predizione di Albert Einstein: “Temo il giorno in cui la Tecnologia finirà per rendere superato l’interagire degli esseri umani. Il Mondo esprimerà una generazione di idioti .”

In chiusura dell’interessante mattinata, alcuni ragazzi dei corsi di grafica hanno eseguito delle stampe dal vivo su torchio tipografico Imperial Press 1852 (foto in alto), per ricordare il secondo centenario che si celebra quest’anno, dell’inizio delle attività di formazione professionale dell’istituto San Barnaba in Brescia a opera di San Lodovico Pavoni.