Questa volta MetaÃlice intervista due autori speciali, i protagonisti di MetaPrintArt e MetaAlice, che hanno scritto a quattro mani un racconto per ragazzi che piace agli adulti.

Eugenio Pattacini – A chi è venuta questa idea e come è nata?

Wilma Coero Borga – Ci siamo incontrati dando seguito a una mia idea di trasformare in reale una conoscenza virtuale, durante un pranzo pre natalizio a Vigoleno, un bellissimo borgo sulle colline piacentine con il suo castello. Gli autori, tra cui Marco e io, a gruppi, hanno ripresentato ai loro lettori in carne e ossa le proprie opere. Ma durante il convivio Marco ha proposto di raccontare in forma scritta ciò che l’esperienza di quel giorno e il luogo avevano suscitato in ogni partecipante.

– E quindi, da questa esperienza, nasce l’idea di raccontarla?

Marco F. Picasso – Sí, piú o meno è così. Nel senso che durante una delle mie camminate mattutine ho pensato di raccontare questo incontro in maniera inconsueta. Ad esempio, avevo notato che nel borgo delle colline piacentine dove ci si era riuniti, c’è un cartello che indica un trekking “L’anello dei Briganti”, da cui il titolo. L’idea è stata quindi di narrare un viaggio a cavallo nel periodo medioevale. Dopo aver buttato giù una prima parte di questo racconto, l’ho passato a Wilma.

Wilma – La sua mail diceva così: “Cosa ne pensi? Se non ti piace buttalo, e se ti piace vai avanti tu.”

Marco – Sí, perché quando arrivo al punto in cui il cavaliere, protagonista, incontra i vari menestrelli – che poi sono gli autori della nostra riunione – non sapevo come descriverli. E qui invece Wilma ha fatto sfoggio delle sue capacità narrative, dando loro un nome e un ruolo.

Wilma – Avevo capito che mi aveva trasmesso un messaggio, così gli ho proposto di alternarci nella scrittura, perché il suo incipit mi piaceva: la storia di questo cavallo che potrebbe pensare un po’ da uomo e un po’ da cavallo e che finalmente conduce al borgo, dopo un lungo cammino, il suo cavaliere che ha scarsa capacità di orientamento, mi faceva sorridere. È stato divertente. Credo che entrambi siamo un po’ bambini e in questo caso il fanciullino che c’è in noi ha preso il sopravvento.

– Ma poi come si struttura questo racconto e qual è il fine?

Marco – Dal mio punto di vista volevo descrivere come si può attraversare l’Appennino, a piedi o a cavallo, per far conoscere luoghi ancora oggi poco frequentati. In pratica nasce un racconto che vuole essere divertente, ma anche istruttivo in fatto di storia e di geografia.

Wilma – In realtà, devo aggiungere, che non si struttura, nel senso che entrambi scriviamo seguendo un istinto che ci porta a vivere con la storia che stiamo narrando. Quindi ciò che nasce dalla nostra fantasia narrativa è sempre in divenire e non ha scalette o piani di scrittura.

– Questo vi accomuna e rende meno difficile narrare insieme. Ma, Marco, avevi già scritto racconti per ragazzi?

Marco – No, mai. Per questo ho avuto bisogno di Wilma, che ha esperienza anche in questo campo, oltre ai romanzi e gli ottimi libri-guida su Torino, Pavia e la Provincia pavese, con il suo “Rinaldo e il mistero del calice avvelenato”.

– Non sempre è facile integrare due stili, due modi di pensare e di narrare. Istinto a parte, come vi siete integrati?

Wilma – Per me non è stato difficile. Ho cercato di dare alle mie parti una dinamica differente, più giocosa, ogni tanto scrivendo in rima e successivamente sono intervenuta anche sulla sua inserendo qualcosa che si legasse al mio modo di raccontare, per renderlo più omogeneo. Siamo stati aiutati anche da un beta-reader spietato, condividendo alcuni suggerimenti che hanno vivacizzato alcuni brani e indicazioni che sono arrivate anche da altre persone a cui lo abbiamo fatto leggere, che a me personalmente, hanno suggerito di inserire un colpo di scena alla fine. Con un po’ di fantasia ci sono arrivata. Ed è piaciuto anche a Marco.

Marco – Quello che mi ha divertito, è che mano a mano che si procedeva venivano fuori nuove idee. Anche perché, per rendere realistico il viaggio ci siamo dovuti documentare sui luoghi, i paesaggi e le situazioni nel quattordicesimo secolo.

– A un certo punto paragoni il capo dei briganti a Federico Barbarossa, un imperatore. Perché?

Marco – Beh, in fondo non c’è molta differenza. Tutti i cosiddetti nobili del Medioevo non erano che briganti, o se vuoi condottieri che hanno fatto fortuna con le armi, non certo con la scienza o la poesia.

– Quindi il cavaliere è il protagonista di tutto il racconto, mi pare di capire.

Marco – No, dopo la Gran Tenzone e il banchetto al castello del Pallavicino, il cavaliere, Geno Del Pica, fa amicizia con uno degli Erranti e decidono di proseguire il cammino insieme.

Wilma — Infatti amicizia è una delle parole chiave del racconto. Oltre a coraggio. E, non dimentichiamo, che il racconto nasce per inseguire un sogno ricorrente del protagonista che si rivolge a un oracolo, un monaco eremita ma non troppo, che glielo svela stimolandolo ad affrontare il suo cammino con coraggio. Perché se la paura non si affronta con bravura, è una grande fregatura!

– Ma tutte le avventure del cavaliere e del suo amico che lo accompagna, sono realistiche o frutto di pura fantasia?

Wilma – Di sicuro c’è molta fantasia, ma solo nella forma, perché ogni avvenimento, località e persino i personaggi sono documentati. Il racconto era partito per gioco, ma poi c’è stata molta ricerca per renderlo realistico: ad esempio, per inserire il cibo consumato durante il banchetto, lo strumento musicale suonato da un cantastorie Errante, la descrizione del percorso di ritorno e i nomi dei luoghi a quel tempo differenti.

Marco – Infatti, alla fine è stata necessaria una appendice che abbiamo chiamato “Le Tappe di Geno e Gatto, oggi” (che sono i due cavalieri). Non solo, ma Wilma ha realizzato una mappa del viaggio studiando le carte dell’epoca. Ma poi ha avuto un’idea interessante: quella di aggiungere un particolare episodio che ci riporta a oggi.

Wilma – Sì, è vero la mappa è una mia idea, ma ho seguito le informazioni di Marco per indicare il percorso, perché lui è ligure e quindi gioca in casa e si è avventurato spesso sulle alture della sua regione.

Marco – Per forza, sono le montagne dove ha svolto la mia tesi di laurea in geologia.

Wilma – Per quanto riguarda l’episodio a cui si accenna – la preziosa novità di cui parlano i briganti, ma che non rivelo per evitare spoiler – mi è sembrato utile, per chi legge, collegarmi al presente, rendendo più intrigante il senso di tutto il racconto. Sarà successo realmente o è solo frutto della fantasia? Inoltre, prima dell’appendice, abbiamo inserito i personaggi, come se fossero i protagonisti di uno spettacolo teatrale, che si presentano al pubblico quando alla fine si riapre il sipario.

– Come avete trovato un editore?

Wilma – L’ho sottoposto a Fabrizio De Ferrari di Genova a cui è piaciuto, forse anche perché parla di luoghi della sua regione che è probabile che nemmeno lui conosca così bene come Marco li ha sapientemente descritti. Ho inoltre contattato i due comuni di partenza e di arrivo del racconto, Vernasca e Camogli. Ho inviato il testo per la lettura al vice-sindaco di Vernasca e al sindaco di Camogli, chiedendo loro la prefazione e il patrocinio, che con piacere hanno scritto e ci hanno concesso. Disponibili ed entusiasti di accogliere il libro appena pubblicato.

– E le illustrazioni?

Wilma – Le illustrazioni non ci hanno impegnato di meno. Si è cercato qualcuno che avesse il piacere di illustrare il manoscritto, dopo averlo letto. L’artista in questione è una pittrice pavese, Antonietta Orsi, che ha accantonato la sua veste di artista per indossare i panni dell’illustratrice. Abbiamo fatto ricerca insieme per non sbagliare il contesto, gli abiti, i luoghi, perché i suoi disegni sono realistici. Si è talmente calata nella parte che ha disegnato più tavole di quelle previste, oltre a quella di copertina. Mi sottoponeva lo schizzo e poi, in quelle che lo richiedevano, le facevamo modificare qualcosa per renderle ancora più aderenti a ciò che abbiamo scritto. Alla fine si è divertita e il suo bilancio, ma anche il nostro, è positivo. Credo che Geno e Gatto un po’ le manchino, ora. I disegni sono in bianco e nero. L’unica concessione al colore è la copertina.
Aggiungo, inoltre, che nella seconda parte che si riferisce alle Tappe di Geno e Gatto, abbiamo inserito anche alcune immagini attuali dei luoghi descritti.

– Ora che il libro è stato pubblicato, che programmi avete?

Wilma – La mia mente, che non smette mai di partorire idee, ha pensato di creare un video del racconto che dopo l’approvazione di tutti, è stato inserito sul canale YouTube della casa editrice. Così ho potuto creare il QR Code da inserire all’inizio del libro per rimandare il lettore alla visione del filmato. Lo abbiamo già presentato alla scuola Primaria di Vernasca, con successo, perché tutti gli allievi hanno partecipato con entusiasmo. Siamo quindi ottimisti e ambiziosi e pensiamo che sarebbe bello e interessante coinvolgere altre scuole nel nostro progetto e creare anche uno spettacolo teatrale con l’aiuto dei comuni che ci hanno patrocinato o tramite associazioni culturali interessate a divulgare la cultura e la storia locale.

Marco – Abbiamo già pronta la sceneggiatura…

Wilma – Ci sono anche due interviste video, una sul canale youtube di Andrea Ansevini e l’altra è la tua Eugenio Pattacini, sul tuo canale Agorà, dove hai approfondito i temi del racconto ben oltre le nostre aspettative.  Abbiamo in programma una serie di presentazioni a scuole, associazioni culturali e librerie per ragazzi e una chicca che ora non sveleremo. Abbiamo intenzioni serie!

Marco – Vorrei aggiungere che Wilma ha curato l’editing, l’impaginazione e anche la copertina. Quindi oltre a essere autrice, ha fatto anche un prezioso lavoro da editore. Tra l’altro ha curato una impaginazione speciale per facilitare la lettura ai bambini e ragazzi dislessici, che è una delle sue competenze che ha applicato nel suo “Rinaldo e il mistero del calice avvelenato”, edito da PAV.

– Un lavoro professionale, quindi.

Marco – Assolutamente sì.

– Dove si trova il libro?

Wilma –Nelle librerie e nei book-store online, Amazon lo ha già in catalogo.

COPERTINA ESTESA I BRIGANTI

Grazie a entrambi per aver condiviso il vostro lavoro divertente e impegnativo e buon proseguimento sul percorso ambizioso e interessante, ma anche prezioso, di divulgazione della cultura.

Intervista ai briganti

Wilma Coero Borga con Marco Picasso a Camogli in occasione del Festival della Comunicazione                                                                                                                                                                                                                Nell’immagine in apertura gli autori a Edita di Milano