Il comparto macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio segna un record avendo registrato nel 2021 un fatturato totale pari a 8,24 miliardi, (il record 2019 fu di 8,04 miliardi). Un risultato ancora più eclatante se si tiene conto delle restrizioni dovute alla pandemia che hanno caratterizzato l’intero 2021 e lo shortage mondiale di materie prime e componentistica che ha messo un freno a produzione e consegne negli ultimi mesi dell’anno. L’incremento rispetto al 2020 è stato del +5,5%. «Risultato straordinario, anche se sul 2022 pesa lo shortage» ha dichiarato il nuovo presidente UCIMA, Riccardo Cavanna.

I dati sono stati resi noti nell’ambito dell’Assemblea annuale dei Soci dal Centro Studi Mecs – Ucima nella Indagine Statistica Nazionale, che ogni anno fotografa l’andamento del comparto. 633 le aziende censite, che contano 36.351 addetti, cresciuti del 2%.

Ucima

Ucima. Come è costituito il settore delle macchine per imballaggio in Italia

I mercati internazionali

La vocazione all’export dei produttori italiani di tecnologie e soluzioni per il packaging si conferma anche nel 2021, con un export che incide per il 78,4% sul totale, per 6,46 miliardi. Dopo il calo del 4% del 2020, le esportazioni tornano quindi in positivo (+6,2%). L’Unione Europea si conferma la principale area di destinazione delle macchine made in Italy (2,15 miliardi di ricavi) e assorbe il 40,8% dell’intero export, con un +3,4% rispetto al 2020. Perde terreno l’Asia (-4,4%), ch resta la seconda area più importante per l’export, con 942 milioni, pari al 17,8% del totale. Terzo il Nord America con una crescita significativa del +13% rispetto al 2020, che si aggiunge al +6% dell’anno precedente (828 milioni di euro). Con il 9% del fatturato totale dell’export seguono Africa e Oceania (fatturato di 473 milioni), che scavalcano l’Europa extra-UE. Chiude la graduatoria il l’America Latina.

Per singoli paesi gli USA sono al primo posto, con 756 milioni di euro di macchine vendute e inviate oltreoceano, con una crescita del +13,1% rispetto al 2020. Seguono Francia e Germania, che dopo essere calate nel 2020, tornano a crescere, rispettivamente del +9,6% e del +10,1%. Il fatturato nel paese transalpino è stato pari a 364 milioni, mentre le aziende tedesche hanno acquistato per 316 milioni. La Cina resta al quarto posto, davanti al Regno Unito, che nel corso del 2021 ha superato la Spagna.

Il mercato interno

Cresce anche il mercato italiano, con 1,77 miliardi di giro d’affari e una crescita pari al 3,2% rispetto al 2020. La percentuale sul fatturato totale è pari al 21,6%. Un trend positivo che prosegue.

Dal punto di vista merceologico, la suddivisione tra food & beverage e industrie non food è rispettivamente del 57,1% e del 42,9%. Nel dettaglio: il food incrementa l’acquisto di tecnologie rispetto al 2020 dell’8,8%, mentre il beverage ha visto calare il giro di affari del 3,4%. Accorpati insieme la variazione rispetto al 2021 è stata del +3,4% con un fatturato di 4,7 miliardi. Prima posizione tra i settori non food è occupata dalle macchine per il tissue, il tabacco e altro che scalza il pharma con 1,5 miliardi, una fetta di fatturato pari al 18,2% e una crescita poderosa sul 2020 pari al +16,8%. Segue il settore farmaceutico con 1,4 miliardi e un peso del 17,1% sui ricavi totali. Terzo posto per il settore cosmetico, in fase di assestamento dopo l’importante crescita del 2020: l’anno passato le tecnologie per il confezionamento di prodotti cosmetici hanno portato in dote 341 milioni. Infine, il reparto Chemicals & Home Care con 286 milioni.

La famiglia delle macchine per il packaging primario resta preponderante con il 52,2% della distribuzione del fatturato (4,29 i miliardi derivanti dalla vendita di tali macchine), seguita dal packaging secondario (20,7%) e dalle macchine per il fine linea (13,0%). Le tecnologie per l’etichettatura valgono il 6,2% del totale dei ricavi.

I settori produttivi di Ucima

I settori produttivi di Ucima

La struttura produttiva

Le 633 aziende che producono macchinari per il confezionamento e l’imballaggio si concentrano principalmente lungo l’asse della via Emilia – la cosiddetta Packaging Valley – con distretti produttivi anche in Lombardia, Piemonte, Veneto e Toscana. La provincia che conta più aziende è Bologna, con 73 imprese, seguita da Parma (55) e Milano (54). L’analisi per classe di fatturato evidenzia la netta prevalenza di aziende di piccola dimensione (quelle sotto i 10 milioni di fatturato costituiscono l’81% delle imprese), che pesano però circa il 16% sul fatturato complessivo. Mentre le realtà industriali più strutturate con un fatturato superiore ai 25 milioni di euro (in tutto sono 55, l’8,6% del totale delle aziende del comparto) realizzano il 72% dell’intero indotto del 2021.

Il commento del Presidente
Riccardo Cavanna neopresidente Ucima

Riccardo Cavanna neopresidente Ucima

«Considerando l’anno difficilissimo che è stato il 2021 – commenta Riccardo Cavanna, neopresidente di Ucima –, tra forti limitazioni nel lavoro quotidiano, l’assenza di fiere e i rallentamenti nella supply chain, assistiamo a un risultato davvero straordinario. Merito di un lavoro incessante che è stato fatto dalle nostre aziende in innovazione, ricerca di soluzioni smart e nella promozione delle tecnologie made in Italy. Il primo trimestre 2022 ha segnato un leggero calo del -4,4% rispetto allo stesso periodo del 2021, ma gli ordini (saliti dell’8%) e i mesi di produzione garantita (6,7), fanno sperare per il proseguo dell’anno. Un anno che – prosegue il presidente -, rischia di essere meno brillante di quello passato a causa di molte criticità: dai costi delle materie prime agli incrementi dei prezzi dei trasporti fino alla difficoltà di reperire determinati componenti che impediscono la consegna di macchine pronte. Senza contare le difficoltà dovute alle sanzioni alla Russia. Vogliamo però restare fiduciosi – conclude Cavanna -, anche sulla base degli ottimi riscontri della nostra fiera Ipack-Ima, che ha dimostrato grande dinamismo del mercato, voglia di ripartire e interessanti prospettive tecnologiche per l’immediato futuro, sempre più digitali e integrate con una servizi  ancora più efficienti

Uno scorcio degli stand all'ultima IPACK-IMA

Uno scorcio di stand all’ultima IPACK-IMA