Mercati e tecnologie in rapida evoluzione disorientano le aziende che per anni sono riuscite a costruire una propria identità e un buon mercato, sia pure prevalentemente di nicchia, ma che ora rischia di scomparire se già non si è dissolto.

In due recenti incontri con la piccola e media impresa del comparto della stampa e cartotecnica e del terziario avanzato, a Venezia e a Bari, emerge il disagio e l’incertezza sul futuro. Ne parliamo con esperti di consulenza e coach per le PMI.
Dalle discussioni che si sono susseguite in questi incontri si sono evidenziati alcuni aspetti, di cui le aziende devono essere al corrente, che si possono riassumere con un invito perentorio: essere innovativi e creativi.
Purtroppo molte piccole aziende imitano iniziative vincenti di chi, più veloce ma non sempre più grande di loro, ha avviato con successo.
Ma spesso queste imitazioni deludono le aspettative.
Cosa deve fare quindi un’azienda di piccole e medie dimensioni per affrontare il cambiamento in atto?
Lo abbiamo chiesto a un team che svolge una attività di consulenza e coach per le PMI con l’obiettivo di impostare il loro rinnovamento.

Ne emerge un’analisi nella prima parte adatta a tutte le aziende e, nella seconda parte, specifica per l’industria delle arti grafiche.

Come affrontare il cambiamento

… Alice continuò: – Vorresti dirmi per dove debbo andare?
– Dipende molto dal luogo dove vuoi andare – rispose il Gatto.
– Poco m’importa dove – disse Alice
– Allora importa poco sapere per dove devi andare – soggiunse il Gatto.

MetaPrintArt – Molte aziende difficilmente si rendono conto che devono cambiare in fretta, rischiando di fare la fine della ‘rana bollita’. Come vi ponete di fronte a una azienda che avverte la necessità di rinnovarsi? E come fate a far capire che devono agire al più presto?
PickAvvertire la necessità di rinnovarsi è già un punto di partenza importante. Ogni vero cambiamento parte da un momento di “crisi” del modello esistente e passa attraverso una “transizione”, che è il processo che ti porta a realizzare il cambiamento. Spesso la resistenza al cambiamento non è verso il nuovo, ma verso il vecchio.

E come si spiega questo?
Si trova più comodo abbracciare un nuovo modello, ma senza chiudere definitivamente quello vecchio. Qui sta la crisi: due elastici che tirano verso il vecchio e verso il nuovo. A questo punto deve arrivare la scelta, la decisione che ‘taglia l’elastico’.

Ma questo può richiedere uno sforzo non indifferente. Come si deve agire?
È un procedimento complesso che non si improvvisa e soprattutto è difficile che avvenga dall’interno.
Proprio in questo sta il nostro supporto: si aiuta a prendere decisioni, affiancando l’imprenditore nel processo di cambiamento e affiancandolo nel passo successivo.

Come?
Attraverso un metodo basato principalmente su delle domande.

Ma per un piccolo o medio imprenditore abituato a un lavoro continuo, magari di tipo artigianale, è molto difficile porsi delle domande e soprattutto dare le risposte giuste. Come si può aiutarlo?
Infatti le domande le facciamo noi. L’imprenditore deve cercare delle risposte, che non sono né giuste né sbagliate, ma sono quelle che servono in quel momento.
Le domande servono a esplorare tutti i punti di vista, tanto in positivo quanto in negativo e in ogni sfumatura possibile.
Servono a generare nuove idee, ad ampliare il focus aprendo nuovi scenari, a dare maggiore possibilità di scelta e consapevolezza.

Quindi, in sostanza, servono ad agire.
Esatto. A questo punto comincerà a prendere forma una visione o una panoramica, e da questa si può intravvedere un obiettivo concreto da raggiungere.  Si opererà per gradi, suddividendo il punto di arrivo in vari obiettivi a breve termine in modo da poter concordare un piano d’azione realistico.
Ed è qui che avrà inizio il cambiamento vero, coordinato e strutturato, che deve coinvolgere tutti i gradi dell’azienda in un unico, condiviso obiettivo. Altrimenti rimane il brusìo di fondo, il lamentìo, la colpa della crisi…

Le soluzioni proposte variano, probabilmente, da settore a settore. Poiché la stampa ha essenzialmente un ruolo di comunicazione, qual è il vostro approccio?
Pensiamo che la stampa continui e continuerà sempre ad avere un ruolo fondamentale nella comunicazione. Ma ovviamente non è più l’unico mezzo di comunicazione. Ora c’è internet, ci sono i social network e tutto il mondo web, che è informazione veloce, che cambia in continuazione, che arriva a tutti e che può arrivare alla singola persona in modo semplice ed efficace.

Una bella differenza con la carta stampata…
Certo. A differenza della carta, tutto ciò che sta in internet nasce e muore velocemente. Questa è la sua forza, ma anche il suo limite. Quindi la stampa può e deve avere un altro ruolo. Il packaging, il visual merchandising, ma anche il libro, il magazine, il catalogo a elevata qualità di contenuti ed estetica, sono “oggetti” che rimangono e di cui non si potrà e vorrà mai fare a meno.

Oggetti. Ecco una definizione moderna e attuale del prodotto stampato. Ma un oggetto per avere le prerogative descritte deve essere se non unico, speciale.
Evidentemente è fondamentale alzare il livello di creatività e di estetica e di personalizzazione, altrimenti lo stampato si getta nel cestino perché è inutile o quanto meno non è preso in considerazione. Le pure informazioni si possono trovare altrove e più velocemente.

Quali sono gli aspetti che maggiormente seguite e quali sono i vantaggi di una stampa a valore aggiunto per i vostri clienti?
Spesso gli stampatori presentano il loro prodotto valorizzandolo con la qualità della stampa a valore aggiunto, del colore, la scelta della carta. Con le tecnologie e la preparazione di oggi il punto di partenza è che la stampa sia perfetta, che il colore sia perfetto e che la scelta della carta sia quella giusta. Ma non basta, e per distinguersi, quello che si deve dare ora è dell’altro. Nuove soluzioni e idee nella qualità, nei supporti e nei contenuti

Come rispondono gli  stampatori in particolare, alle vostre esigenze?
Purtroppo, per loro, ci siamo resi conto che lo stampatore medio è molto conservatore. Sa che deve cambiare, vorrebbe, parte con nuove inizitive, ma poi si ferma. Questo per molti è un limite che in troppi casi ha portato alla chiusura dell’azienda o alla semplice sopravvivenza. Per crescere bisogna anche avere il coraggio di cambiare strada. 

Il mondo della stampa non vive più i tempi d’oro di anni fa e molti sono in cerca di un’identità. Nella vostra attività di comunicazione c’è anche molto marketing. Qual è il messaggio che vorreste dare agli stampatori per promuovere i propri servizi?
Il nostro messaggio è un imperativo: “Cambiate i vostri servizi”. Non fermatevi ai vostri pregiudizi dettati da una vita di successo, con il solito “ho sempre fatto così”.
È nota la storiella per catturare una scimmia. Si prende un barattolo pieno di noccioline. La scimmia introdurrà la mano nel barattolo per acchiappare le noccioline, ma vi rimarrà incastrata: o lascia andare le noccioline, sfuggendo alla cattura; o non molla e viene catturata. La scimmia quasi sempre sceglie la seconda opzione e si fa catturare pur di non mollare le noccioline…
Qual è la morale? La scimmia rimane ‘attaccata’ al bottino nutritivo, qualcosa che appare come positivo e attraente, ma che le procurerà la perdita della libertà. Esattamente come gli imprenditori che restano ancorati alle proprie convinzioni, preconcetti e vecchie idee e sistemi.
Con la paura delle incertezze del futuro, resistono a cambiare, mantenendo immutate prassi comportamentali e abitudini spesso inefficaci.  Ma per andare avanti bisogna avere il coraggio di cambiare.

Per saperne di più pick.coach@libero.it  o visitate www.eventiin.com