Ci ha lasciato Franco Sciardelli, figura di riferimento tra gli editori d’arte e dei libri d’artista, fu “eccellenza italiana” nel mondo dell’arte a stampa come stampatore di immagini ed editore di testi.
Palermitano, emigrato a Milano da bambino al seguito della famiglia, fu stampatore ricercato ed elegante, e persona di rigore estremo che si inalberava come scriveva Fausto Melotti “contro le licenze per lui incomprensibili con cui l’arte a stampa si adegua, o meglio si prostituisce, seguendo le esigenze del mercato”.
È stato uno dei massimi testimoni della storia del libro d’artista, ove parola e immagine si integrano e arricchiscono vicendevolmente. Profondo studioso – notevole la sua raccolta di testi sull’editoria e sull’arte grafica – dalle sue ricerche e dai suoi studi nascono numerosi articoli ed edizioni: cito “Arnaldo Badodi : opera grafica” (1968) e nel 1966 “PHILOBIBLON”, il famoso testo di bibliofilia di Riccardo De Bury del 1344 che presenta una puntasecca e xilografie disegnate da Mimmo Paladino.
Collaborarono con lui numerosi artisti tra i tanti cito: Domenico Cantatore, Corneille (Guillame Cornelis van Beverloo), Flavio Costantini, Luca Crippa, Gianni Dova, Mario Gosso, Calisto Gritti, Giovanni Korompay, Ugo Maffi, Alberto Manfredi, Francesco Messina, Luciano Minguzzi, Mimmo Paladino, Walter Piacesi, Andrea Porazzi, Franco Rognoni, Aligi Sassu, Luiso Sturla, Nani Tedeschi, Virgilio Tramontin, Ernesto Treccani, Luigi Veronesi, Antonietta Viganone, Adolfo Wildt, Remo Wolf.
Curò la rivista “L’Arte a Stampa” dedicata alla storia e alla tecnica della stampa originale ove venivano presentate “opere di giovani artisti e di maestri di chiara fama: diversi nella celebrità, ma uguali nella passione per l’arte” e, in collaborazione con la Fondazione Leonardo Sciascia, “Gli amici della Noce” racconti e incisioni dedicati a contrada Noce.
Dal suo amore per le biblioteche nacque il testo di Giuseppe Baretta “Tra i fondi della biblioteca Braidense” edito nel 1993.
Numerosi i riconoscimenti alla sua opera tra essi ricordo il conferimento de “L’Ambrogino d’oro”, la mostra “L’immagine e il torchio. Le stampe e i lbri di Franco Sciardelli 1966 – MILANO -1996” nella Sala del Tesoro della Biblioteca Trivulziana dal 21 febbraio al 24 marzo 1996 e la mostra delle sue opere ed edizioni primo momento di una rassegna dedicata agli editori d’arte tenutasi dal 14 gennaio al 10 febbraio 2012 presso ‘Arte su Carte’ a Modena.
Il libro era la su continua fonte di vita e di entusiasmo che condivideva con Antonietta Viganone, Sua moglie. Ho davanti a me il suo volto raggiante, eravamo sotto Natale nel 2007, quando mi donò una copia della plaquette natalizia augurale edita per gli amici “La Biblioteca di Voltaire” testo di Armando Torno, con il ritratto di Voltaire disegnato da Flavio Costantini e inciso da Erminio Gamba, che spinto dall’insistenza e dall’amicizia di Franco, aveva ritoccato due suoi articoli di alcuni anni prima per renderli leggibili nella plaquette augurale.
Gian Carlo Torre
Nel nome dell’acquaforte era sempre pronto a offrire la sua amicizia e a progettare iniziative nuove.
A Urbino aveva molti amici che circolavano nella Scuola del Libro e in piazza.
Anche per il libro d’artista è stato una guida ed un testimone della bellezza.
Grazie Torre
Gastone Mosci
C’è una breve frase in questo ricordo, che richiama i miei, di ricordi, di una collaborazione e amicizia con Franco Sciardelli, durate pochi intensi anni: il “suo amore per le biblioteche”.
E’ proprio questo che colpisce l’interesse di Franco e lo spinge a venire a vedere cosa sta succedendo nella Biblioteca Comunale di Baggio, dieci minuti a piedi da casa sua, all’inizio del 1968.
Un gruppo di giovanissimi ragazzi e ragazze ha abbandonato la sede della parrocchia (ironicamente definita ‘il Piccolo Vaticano’, poiché occupa con le sue strutture un intero isolato), in cerca d’un luogo in cui ritrovarsi. Non vogliono sedi di partito, né di sindacato; non vogliono bandiere né etichette.
Scoprono la biblioteca, che molti di loro già conoscevano come utenti, e si rendono conto che lì questo spazio c’è. Inoltre è un luogo ben attrezzato e dotato di libri e giornali, molto frequentato anche da altri giovani, che consente di realizzare un rapporto con il Quartiere, dando forma e terreno ai primi loro interessi sociali e politici.
L’altro fatto, che coinvolge me, è che la Direzione delle Biblioteche mi manda a dirigere quella di Baggio, contando che io risolva la fastidiosa situazione: per togliere, come si dice, le castagne dal fuoco. Cosa che mi guarderò bene dal fare, dopo averli ascoltati e aver compreso la serietà delle loro intenzioni.
Infine, in quegli stessi mesi è nato a MIlano il Decentramento amministrativo e il Consiglio di Zona 18, come si chiamava allora, si riunisce in biblioteca, non avendo ancora sede propria. L’assessore della giunta comunale è un giovane colto e combattivo democristiano, Andrea Borruso, che vedrà nell’iniziativa di questi giovani il segno di un possibile sviluppo decentrato delle strutture comunali periferiche, con una reale partecipazione popolare.
Franco seguirà sino al termine questa esperienza, che con me e un gruppo di questi ‘occupanti’ darà vita a un’esperienza molto partecipata di ‘gestione popolare’, appoggiata da Borruso, che conquisterà diverse altre biblioteche, anche fuori Milano, e influirà perfino sulla relativa legislazione regionale, fino ad esaurirsi alcuni anni dopo.
Ringraziamo Ernesto Rossi per questa inedita quanto interessante testimonianza. Ed è un onore per noi constatare che, proprio come è nelle nostre intenzioni, il portale sia un’agorà per la raccolta di opinioni, ricordi e documenti.
Grazie